Pensieri su "Butterfly Tattoo" di Deidre Knight

Proprio quando l’oscurità sembra ormai perenne, il destino riporta la luce.
Michael Warner è scivolato in una sorta di intorpidimento mentale da quando il suo compagno è stato ucciso da un autista ubriaco. Con l’avvicinarsi dell’anniversario dell’incidente, la sua sofferenza diventa sempre più soffocante. Eppure deve riuscire a trovare una via d’uscita dal labirinto di dolore e di segreti così da riprendere a vivere per la loro giovane figlia, che lotta contro il senso di colpa per essere sopravvissuta allo schianto.
Dall’oscurità giunge una voce, un’ancora di salvezza che non si sarebbe mai aspettato di trovare: Rebecca O’Neill, produttrice esecutiva dello studio cinematografico nel quale Michael lavora come elettricista.
Rebecca, un’ex celebrità rimasta ferita in seguito all’attacco di un fan pazzo, si è ritirata dalle scene, certa che nessuno potrà mai guardare oltre il suo aspetto sfigurato. La scintilla tra lei e Michael giunge inattesa, così come il legame quasi mistico con la figlia.
Per la prima volta, tutti e tre si trovano costretti a esaminare le loro cicatrici alla luce dell’amore. Ma fidarsi è difficile, soprattutto quando non sei sicuro a cosa credere quando ti guardi allo specchio. Alle cicatrici? O alla verità?

Triskell Edizioni
(9 giugno 2017)


***

Ho appurato da tempo confrontandomi con molti amici che un romanzo suscita emozioni diverse nei lettori non imputabili alla bravura o meno del tal autore/autrice ma semplicemente al gusto personale ed al tal stato d'animo con cui si affronta la lettura. Per semplificare intendo che anche un best seller assoluto, se letto nel periodo sbagliato, può suscitare reazioni contrarie a quelle dei più.

È estate, fa caldo, ho bisogno di letture leggere... e tra le tante mi è stato consigliato Butterfly Tattoo di Deidre Knight... che a mio parere, proprio così leggero non lo è.

Diversamente da quanto faccia pensare la cover (peraltro davvero bella) questo romanzo non è da affrontare superficialmente. Buona parte delle pagine sono coperte da una patina di grigiume data dal senso di perdita che cozza con i colori vivaci e l'allegria e la spensieratezza che trasmette la cover. 
Si parla dunque di perdita e di amore così come di nuovi inizi. 
Micheal Warner a distanza di un anno dalla morte del suo compagno Alex è ancora distrutto. Non riesce a farsene una ragione e gli manca come non mai. In pratica, più che vivere, sopravvive. La sua figlioletta di otto anni risente della situazione e le sue cicatrici, ricordo del triste accaduto, tengono vivo in lei il senso di colpa per non essere morta al posto del padre in quel terribile incidente.
Ad Hollywood si imbattono in Rebecca O'Neill, ex attrice principale di uno degli show televisivi più famosi, ormai ritiratasi dalle scene per lavorare dietro le quinte degli studi cinematografici. Il suo corpo, ed in particolare il suo viso è stato deturpato da uno stalker squilibrato durante un'aggressione che avrebbe potuto costarle la vita.

Tre protagonisti spezzati dunque. Micheal che ha paura di amare di nuovo; Andrea che convive con un grande senso di colpa, troppo pesante da sopportare per la sua giovane età, e Rebecca che, oltre a vivere nel terrore di subire altre aggressioni, non si accetta più e crede che tutto il mondo la trovi ripugnante.
Si incontrano quasi per caso. Andrea scopre di potersi fidare di Rebecca per via delle cicatrici che entrambe hanno in comune. E Micheal torna ad amare, e questa volta una donna.
Perché l'amore non ha sesso ne faccia ne tempo e può curare tutte le ferite. Frase scontata? Può essere... ma è questo che l'autrice vuole trasmettere.

Veniamo a noi. 
Onestamente non so come prendere questo romanzo. Non è stato abbastanza triste e toccante da farmi inumidire gli occhi, e non è riuscito nemmeno a farmi battere il cuore all'impazzata per la nascita di un nuovo amore. Michael mi ha fatto tenerezza ma non ha scosso il mio sistema ormonale (anche perché vederlo passare dal riso alla pasta senza molto tormento mi ha spiazzata un po'). Sono stata felice per Rebecca e per Andrea, ma sono comunque rimasta distaccata da loro. Si fa leggere, certo, ma molto a rilento. Non ho fatto le ore piccole e non restavo con il pensiero fisso rivolto alla loro storia quando ero lontana dal libro.

Insomma, Deidre Knight non mi ha ammaliata. 

Che sia questo il caso di una lettura intrapresa in uno stato d'animo o in un momento sbagliato? Avrebbe potuto darmi di più? Non lo so. So però che proverò a riprenderlo magari tra qualche mese e vedere se mi fa ancora lo stesso effetto.

Per il momento mi fermo alle 3 stelle, poi si vedrà.

Stefania

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