Pensieri su "L’ascesa di Miss Notley" (Tanglewood #2) di Rachael Anderson


Quando la signorina Coralynn Notley viene usata come merce di scambio dal padre per ottenere maggior prestigio sociale, alla giovane non restano che due scelte: o fuggire dalla casa in cui è cresciuta o essere costretta a sposare un uomo spregevole. Spinta dalla disperazione e grazie all’aiuto di un’amica, Cora riesce a scappare.
Decisa a prendere in mano le redini della sua vita, si propone come governante per Tanglewood Manor, la casa dell’affascinante signor Jonathan Ludlow.
Nonostante la sua più che evidente inesperienza, ottiene il lavoro, grazie anche al fatto che il signor Ludlow è rimasto letteralmente conquistato dalla giovane.
Tra marmellate di more immangiabili, serpenti nascosti tra le lenzuola e critiche ai gusti artistici del padrone di casa, il rapporto tra i due cresce e diviene, di giorno in giorno, sempre più profondo.
Ma come fare quando si tratta di datore di lavoro e governante?
Si può davvero lasciarsi andare ai sentimenti, con il rischio di creare uno scandalo?

Titolo: L’ascesa di Miss Notley
Serie: Tanglewood #2
Autore: Rachael Anderson
Autoconclusivo
Editore: Hope Edizioni *
 * ringrazio la CE per la copia
Traduzione: Alessandra Veppi
Cover: FranLu



Purtroppo questo romanzo è partito bene, ma si è poi rivelato un po' deludente nello sviluppo, tanto che ci ho impiegato quasi una decina di giorni per terminarlo, nonostante non sia lungo.

Le ragioni di questa lettura trascinata risiedono soprattutto in una trama fiacca, non sostenuta da una storia sostanziosa.

** SPOILER ALERT**
La Miss Notley del titolo è un'ereditiera che però si ribella ai progetti matrimoniali della famiglia: finché qui tutto bene, anzi, plauso a questa giovane donna determinata a rinunciare agli agi precedenti per rifarsi una vita autonoma, addirittura lavorando.

Solamente che poi tutto si disfa in una sequela di contraddizioni: la nostra, che davvero non sa fare nulla di nulla, si candida e ottiene un posto niente meno come governante. Non serve aver una cultura in materia (bastano un paio di stagioni di Downtown Abbey...) per sapere che la posizione della governante era l'apice nella carriera di un domestico in quel periodo, al servizio di nobili o ricchi borghesi. La governante amministrava la casa, presiedeva a svariate decisioni in base a una lunga esperienza, veniva assunta sulla base di fior di referenze.
Invece qui no, basta un sorrisone, e tutto viene perdonato in una sequenza di scenette con Cora incompetente ma cuor d'oro che dispensa bontà e generosità a piene mani (dopo la torta, mancavano solo gli uccellini).

Oltretutto, nonostante tanta determinazione a farcela da sola, non appena il buon sir Ludlow le fa capire un diverso tipo di intenzioni si rassegna subito all'idea di accettare una vita da "padrona", preoccupandosi semmai di aver rovinato quelle apparenze che per poche settimane aveva dichiarato di non considerare.
Insomma, un paragone frustrante rispetto ad altre ragazze vere o protagoniste letterarie che sgobbano davvero, compiono sacrifici o si impegnano, senza contare su continue fate turchine che aiutano…

Personalmente amo i lieto fine, ma vincere troppo facile smorza il mio entusiasmo di lettrice.

Amarilli

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