Pensieri su UN'INNOCENTE AVVENTURA di Julia London (Cabot Sisters #3)

Inghilterra, 1816

Prudence Cabot è convinta che i temerari piani delle sorelle per trovare marito abbiano condannato lei a rimanere zitella e questo la rende triste e intrattabile. 

Così accetta l'invito di un'amica, nella speranza che allontanarsi da casa possa risollevarle il morale... e finisce per cacciarsi in un mare di guai. Durante il viaggio, infatti, si lascia coinvolgere nelle peripezie di un affascinante straniero appena giunto dall'America. 

Prudence non sa se a risvegliare in lei un'inestinguibile sete d'avventura sono i racconti del giovane, che parlano di una terra libera e selvaggia, oppure quegli occhi magnetici che evocano carezze ardite e sussurri peccaminosi, ma si ritrova a immaginare una vita lontana dalle rigide regole dell'etichetta e dagli sguardi di disapprovazione delle matrone del ton. Come spesso accade, però, la realtà incrina i suoi dolci sogni d'amore...


I romanzi della serie CABOT SISTERS
1) L'onore di una dama
2) Uno scandalo perfetto
3) Un'innocente avventura


Edizione digitale eLit Historical
Harper Collins
ISBN: B07Y8F4S9H
Uscita: 01 Ottobre 2019
Prezzo: € 4,99




L’ultima volta che aveva nuotato in quel modo era giovane e non conosceva i mondo, ignorava quali fossero le cose importanti della vita, ciò che si aspettava da lei e ciò per cui sarebbe stata criticata.


Dopo due volumi molto belli, questo terzo romanzo mi è parso più affannato, come se l'autrice si fosse trovata a dover aggiungere un volume conclusivo senza essere sostenuta da un'idea forte alla base.

In realtà la trama è abbastanza semplice: la terza sorella Cabot in ordine di età, Prudence (nomen omen), si è rassegnata a una grigia vita da nubile forzata, a fronte degli scandali che hanno coinvolto la sua famiglia. Mentre però sta compiendo l'ennesimo grigio monotono viaggio, calata nel suo monotono grigio ruolo, decide di provare un colpo di testa, vivere alcuni giorni intensi che poi serberà come ricordo tutta la vita...
Quindi, sostanzialmente, è la storia del suo viaggio alternativo, tra carrozze di linea, briganti, bugie per non rivelarsi, e un tenebroso americano che fatica a capire la pronuncia locale ed è spiazzato dagli usi della madrepatria (carina l'idea che i due si considerino reciprocamente "poco civilizzati").

C'è un aspetto molto bello, che meritava forse maggiore sviluppo: la sensazione di malinconia di Prudence per un destino che le è stato negato a causa delle sue due sorelle maggiori (le quali, in modo abbastanza ipocrita, hanno raggiunto la felicità al prezzo di porre una nomea terribile su tutte le Cabot e adesso si preoccupano che Prudence si metta nei guai e si rovini...). 

Come dicevo, il racconto è abbastanza lento, con un ritmo blando. 
Ci sono guizzi ironico-romantici qua e là, ma in generale è un compitino lindo e prevedibile. 
No comment sul finale "americano": anche qui un'occasione mancata per aggiungere un tocco più vivace.

Amarilli

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