Pensieri su "OMICIDIO IN CASHMERE" di Virginia Bramati

 

Adelaide Breda è una ragazza determinata: ha rifiutato di diventare veterinaria come suo padre, ha studiato economia e adesso lavora a Milano in una grande società di consulenza, sta in ufficio dodici ore al giorno e se arrivasse una fatina pronta a esaudire un suo desiderio le chiederebbe probabilmente di farle fare carriera.

Ma anche senza il concorso della fata madrina, ecco che un giorno Adelaide riceve il suo primo incarico da manager: dovrà occuparsi di una due diligence, ovvero della verifica dello stato di salute dei bilanci di un lanificio biellese che produce preziosi filati di cashmere. È la sua grande occasione! E non può certo perdere tempo con le due bizzarre prozie che abitano proprio nel centro di Biella, Elena e Irma Breda Marchese: se non fosse che, proprio nello stesso palazzo dove abitano le zie, Adelaide incontra Giorgio Olivero, un giovane commissario di polizia dai capelli scuri e dal fascino irresistibile. E improvvisamente la vita di provincia, con i suoi rituali fatti di biscotti al burro e liquorini, di vecchie case coperte di rampicanti fioriti e androni freschi dove fermarsi a parlare con i vicini, le appare interessante.

La strada per la felicità, però, è ancora lunga e piena di sorprese, e questa volta è destinata a tingersi di giallo: perché nel passato di Adelaide è nascosto un segreto, e perché lei stessa è destinata a trovarsi coinvolta personalmente in un caso di omicidio…

Autrice: Virginia Bramati
Titolo: Omicidio in cashmere
Editore: Giunti
Pagine 218
Uscita: 18 settembre 2024



Questa è stata l'ultima lettura dell’estate, e non poteva essere più gradita.
Ho amato tutto di questo romanzo, dall’ambientazione piemontese ai quadretti di capre e usanze della Mongolia, dalle formidabili zie Breda Marchese alle loro amiche giocatrici e matchmaker, da un poliziotto capace di generare pensieri (deliziosamente proibiti) a un omicidio risolto con metal detector e un cucchiaio per risotti.

Adelaide è un'analista/revisore, inviata a Biella a fare una semplice due diligence aziendale a scopo cessione (ok, sì, in questo mi sono sentita molto vicina alla protagonista, ripensando a tutti i periodi trascorsi chiusa in una data room a caricare dati e sbirciare scartoffie), ospite di due prozie eccentriche ma affettuose, e con un commissario conturbante (in questo, ahimè, nessuna affinità con la protagonista), che l'aiuterà quando finirà al centro di un'indagine per omicidio (per fortuna, anche qui nulla in comune).

Ho riso, sorriso e mi sono proprio goduta questa storia tragicomica e anche romantica.
Tra l’altro, il cashmere è diventato un alleato prezioso per me, l’unico materiale caldo che tollero quando ho le vampate di calore da menopausa… se non è un segno…

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