Pensieri su "L' ultima notte della nostra vita" di Adam Silvera




Che cosa faresti se scoprissi che oggi è l'ultimo giorno della tua vita? Il 5 settembre, poco dopo mezzanotte, il servizio Death-Cast contatta Mateo Torrez e Rufus Emeterio per dargli una cattiva notizia: moriranno nel corso della giornata. Mateo e Rufus non si conoscono ma, per diverse ragioni, entrambi cercano un amico per passare l'ultimo giorno della loro vita. Esiste un'app per questo: si chiama Last Friend ed è così che Rufus e Mateo si incontrano. Entrambi sanno che il tempo a loro disposizione è già segnato. Ma non hanno nulla da perdere e resta solo da vivere tutta una vita in un giorno. Questo romanzo ci ricorda che non esisterebbe la vita senza la morte, né l'amore senza il sentimento di perdita. E che è possibile cambiare tutto il nostro mondo in un solo giorno. Per chi ha bisogno di ricordare che ogni giorno è importante. Un'intensa storia d'amore definita dal destino fin dall'inizio.

L' ultima notte della nostra vita
di Adam Silvera
Editore: Il Castoro HotSpot
Traduttore: Reali C.
Data di Pubblicazione: maggio 2019





Non importa se non ci buttiamo col paracadute per non correre rischi, 
anche se così non avremo mai l’occasione di volare come i miei supereroi preferiti. 
Non importa se teniamo la testa bassa 
quando passiamo accanto a una gang in un quartiere malfamato. 
Non importa come scegliamo di vivere, 
alla fine moriamo entrambi.


Sono convinta che, se avessi letto questo romanzo con trent'anni di meno, l'avrei potuto adorare. 
Infatti contiene alcuni di quegli elementi che piacciono tanto quando te ne stai ancora sospesa sul filo dell'adolescenza, un passo incerto avanti e dieci minuti di pausa dopo ogni movimento, rimuginando per ogni singolo secondo su ciò che si sta compiendo.
Il tempo non scorre veloce quanto hai quell'età: mai fatto caso? Riesci a dilatare una notte e a ricordarti ogni singolo frammento. Poi tutto prende slancio, invecchi: colori e sensazioni si fanno banali. Sbiadiscono.

Questo è un romanzo strano, un romanzo che spoilera il finale sin dal titolo, visto che l'originale dice proprio così: alla fine muoiono entrambi. Senza scampo.

Si parte dall'idea che ci sia un servizio (pubblico? Non è ben chiarito chi lo gestisca e su cosa si basi? Il background resta molto sfumato, a differenza, ad esempio, di "Falce"), il Death-Cast, che prevede tutte le morti entro un lasso di 24 ore successive e si occupa di avvertire le vittime.
Niente orario né modalità del decesso: viene regalata una consapevolezza dell'ultimo tempo da trascorrere, in modo che, volendo, possa divenire "prezioso".
Ultime volontà da scrivere, parenti da salutare, esperienze da fare e sempre rimandate.
Questo, sempre che l'angoscia della fine non spaventi tanto da far restare rinchiusi in casa a macerarsi.

Mateo e Rufus si mettono in contatto grazie a un'App che aiuta a trovare un amico dell'ultimo minuto: un'altra persona con la data di scadenza addosso con cui condividere l'ineluttabilità del proprio destino. Sono poche ore, però riescono a cambiare (in meglio) le loro vite e le vite di chi li circonda.

Mi è piaciuto il procedere inesorabile dell'orologio, il seguire i singoli destini che s'intrecciano, gli aspetti delle vite di Mateo e Rufus che si rivelano pian piano.
Tuttavia, ho mal tollerato l'eccesso di dramma, l'infelicità generale, il senso di disappunto di fronte a vite che dietro lasciano poco o niente: niente famiglie, niente studi, niente hobby, niente veri motivi per essere ricordati, a parte poche persone nella stessa città. 

Non mi sono commossa, non ho empatizzato, non ho provato vere emozioni se non tanto malessere.
E lo stile di Silvera per me è troppo asciutto dove serve e troppo ridondante dove poteva accelerare.


«Ti avrei amato se avessimo avuto più tempo.»

Amarilli


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