REVIEW PARTY per "GIDEON LA NONA" di Tamsyn Muir


 
L'imperatore ha bisogno di negromanti.
Il nono negromante ha bisogno di una spadaccina. 
Gideon ha una spada, non ne può più di tutta quella robaccia da non morti in mezzo a cui è cresciuta e vorrebbe sfuggire al destino che la attende: una vita come servitrice e un post-vita come corpo rianimato. E così si prepara a fuggire.
Ma la sua nemesi non la lascerà libera senza chiedere qualcosa in cambio...

Tamsyn Muir
GIDEON LA NONA
Editore: Mondadori *
ringrazio la CE per la copia e l'opportunità
Collana: Oscar Fantastica
ISBN: 9788804723639
456 pagine
Pubblicazione: 17 novembre 2020



Da vicino il necromante aveva un aspetto ordinario e scarno, a eccezione degli occhi. La montatura degli occhiali era equipaggiata con lenti di uno spessore degno di un viaggio spaziale e, lì dietro, gli occhi erano di un grigio prodigioso e fulgente: immacolati, limpidi, luminosi e regolari. Aveva gli occhi di una persona bellissima, intrappolati in una faccia da stronzo cronico.


Questo è senza dubbio uno dei fantasy/scifi più originali letti in questo periodo, quanto meno per l'ambientazione #skeleton&bones (o quanto meno io non ricordo di averne letti altri così simili, se non per qualche scenario parziale e non così totalizzante, e non accomunato all'elemento fantascientifico/spaziale).

Qui ci troviamo, in effetti, in un universo colonizzato e ormai millenario, dove alle scoperte scientifiche (trasporti interstellari, ma anche riesumazione e riconversione in entità simil-robotiche dei cadaveri) e a capacità magico-stregonesche si abbina un'aura di profonda decadenza e declino.

Le nove Case, ubicate in altrettanti pianeti, sono andate incontro a una lenta consunzione, le discendenze si sono inaridite, le generazioni giovani sono soggette a morie, malattie o semplicemente a eliminazione a causa di guerra o società violente.
Da qui il tentativo dell'Imperatore/Dio di formare nuovi Littori al suo servizio, selezionandoli tra gli eredi delle Case. Ciascun Necromante eletto si presenta pertanto insieme al proprio Paladino, pronto a misurarsi con le prove organizzate dai custodi dell'ormai estinta Prima Casa.

Soltanto che quando Gideon (riluttante Paladina della Nona) arriva al seguito della Reverenda Figlia, Harrowhark, questa competizione non appare poi così chiara: le prove sono misteriose, la sede d'esame appare infestata e maledetta, i vari concorrenti cominciano a essere ritrovati cadaveri (veri e senza possibilità di richiamo in vita). Insomma, le cose si mettono male e il team della Nona deve darsi da fare e guardarsi le spalle...


«Avete già un occhio nero, omaggiatovi dalla Settima Casa» disse Harrow, «e mi pare bramiate un effetto simmetrico.»


Devo dire che questo romanzo mi ha trasmesso emozioni (tante) un po' contrastanti.
Da un lato, ci sono parti che mi sono piaciute moltissimo, a partire dalla narrazione condotta attraverso il POV di Gideon e permeata di un sarcasmo favoloso.
Ora, far ridere in uno scenario di morte non è poi così facile, ma la Muir riesce a sorprenderti con battute improvvise che ti spiazzano, grottesche, scorrette, divertentissime. E mi sono piaciute molto le parti dei duelli, un po' cavallereschi e un po' macabri

Gideon e Harrow sono un duo irriverente, una coppia legata da potente amore/odio e la loro è un continuo pungolarsi/irritarsi/farsi dispetti e... proteggersi.
Altra cosa che ho apprezzato è l'elemento f/f inserito in modo naturale, con Gideon che si legge le sue riviste sozze e spasima dietro alle forme femminili in santa pace.

Talune parti, invece, mi sono parse più statiche, quasi ripetute.
Soprattutto, più di una volta io ho trovato le spiegazioni criptiche. Ci sta che venga usato un wordbuilding particolare, ci sta che i personaggi diano per scontate situazioni, conoscenze e tradizioni delle varie Case o della religione che governa questo particolare universo, ma noi lettori non sempre.
Mi sarei aspettata (e avrei voluto) qualche spiegazione in più, qualche chiarimento. 

Ad esempio, ci sono dialoghi che sono tornata a rileggere, perché non li avevo capiti affatto, e se è vero che sul finale vari punti vengono sviluppati e svelati, per altre cose sono rimasta con un po' di confusione in testa. Poi ho visto che vi è già un seguito, quindi probabilmente molta sostanza verrà ripresa e approfondita nel romanzo dedicato proprio ad Harrow.

Nel complesso, un romanzo originale, che consiglio senz'altro, anche solo per far la conoscenza con la simpaticissima (e terribile) Gideon, compreso il suo orrido trucco bianco/nero mortifero.
Non temete che sia troppo splatter: dopo un po' che ci si ritrova immersi tra tibie, nocche, crani e scheletri-servitori che se ne vanno di qua e di là, l'atmosfera "necrofora" risulta amabile e con una sua intrinseca coerenza.


«Preferisco servire Dulcinea morente che la Reverenda Figlia viva e vegeta.»

Amarilli



2 commenti:

  1. io l'ho amato alla follia! Vero è che qualche spiegazione in più avrebbe aiutato, ma confido nei seguiti per quelle mancanti

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    1. A questo punto anch'io sono stracuriosa di proseguire la serie!

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