Review Party per "LA GRAZIA DEL RE" di Ken Liu



L'Imperatore Mapidéré è stato il primo a unire i diversi regni dell'arcipelago di Dara sotto il dominio della sua isola d'origine, Xana. Dopo ventitré anni, tuttavia, l'Impero di Xana mostra segni di debolezza. Mapidéré è sul letto di morte, i suoi consiglieri complottano mirando ciascuno al proprio interesse, persino gli dèi sembrano adirati. Come se non bastasse, decenni di crudeli angherie e di dispotico potere hanno fatto sì che la popolazione non abbia nulla da perdere da una rivolta, ma molto da guadagnare.
È questo il mondo in cui vivono Kuni Garu, un affascinante perditempo poco propenso alla vita onesta, e Mata Zyndu, l'impavido figlio di un duca deposto, discendente di una nobile stirpe particolarmente colpita dalla ferocia di Mapidéré, che ha giurato di vendicarsi. Sembrano l'uno l'opposto dell'altro, ma durante la ribellione contro il potere imperiale i loro sentieri si incrociano in modo imprevedibile: diventano amici inseparabili, fratelli, e insieme combattono contro immensi eserciti, serici vascelli volanti, libri magici e divinità dalle forme mutevoli. 

Ma una volta che l'imperatore è stato rovesciato, Kuni e Mata si trovano a capeggiare fazioni rivali, con idee molto diverse su come si dovrebbe guidare il mondo, e su cosa sia la giustizia.

La grazia dei re. Libro Primo.
Autore: Ken Liu
SERIE: The Dandelion Dynasty #1
Editore: Mondadori 
* ringrazio la CE per l'opportunità
Pagine: 612
Uscita: 19 Maggio 2020



Un coltello non può dirsi maligno soltanto perché è affilato, e un complotto non può dirsi malvagio soltanto perché è efficace. Dipende tutto da chi lo brandisce. 
La grazia dei re non è la stessa cosa della morale che guida gli individui.


Ci ho impiegato nove serate per finirlo e sono servite tutte. 
Adesso me ne sento già orfana e penso con impazienza al secondo volume (che però, da quanto ho visto, sarà dedicato a una nuova e ulteriore generazione di personaggi). 
Questo è un libro che, lo ammetto, ho detestato più di una volta almeno sino al 30%: non riuscivo a capirne il meccanismo e un po' mi perdevo nel tentativo di stare dietro a tutte le decine e decine di filoni e sotto-filoni narrativi che scorrevano sotto la trama principale.
Poi qualcosa è scattato: ho iniziato a intravedere tante tessere di un gioco a scacchiera che partono lontanissime e poi si avvicinano lentamente, sino a disegnare un quadro tanto vasto quanto affascinante.

«L’onore non è tutto, Mata» disse Kuni, massaggiandosi la spalla nel punto dove la prima scarpa l’aveva colpito. «A volte i genitori vogliono soltanto che i loro figli siano persone qualunque, e stiano al sicuro.»

Forse è anche inutile riassumere una traccia unica: dopo oltre vent'anni di impero assoluto, l'imperatore Mapidéré è consapevole delle crepe che affliggono il suo regno. Lui era partito dall'idea illuminata di unificare Dara e mettere a fine a differenze, guerre, rivalità. 
Tuttavia l'unificazione si è basata con il sangue e l'opera finalizzata a cementare le diverse genti è stata a fatta a colpi di decimazione delle classi nobili, deportazione di popolazioni e cancellazione di riti, religioni e costumi. Prendendo spunto da quanto facevano in passato gli antichi imperatori persiani (o, in ambito più recente, certi livellamenti attuati dai regimi comunisti), Ken Liu scrive la vera e propria storia dell'ultima fase di questa terra, dando conto delle ribellioni che iniziano a destarsi nei vari regni un tempo sottomessi e dei vari nuovi leader che provano a rialzare la testa e a chiedere la propria indipendenza.

Ovviamente, non va subito bene: anche i nuovi eroi che mirano a far cadere il tiranno sono altrettanto feroci, avidi di potere e ricchezze, gelosi tra loro e razzisti verso tutto ciò che è straniero
Vorrei dire che sono due i personaggi che più si impongono, Kuni, l'arrivista scaltro, intuitivo, dispersivo, ma anche capace di incredibile generosità e lungimiranza, e Mata Zyndu, l'eroe di nobili natali per eccellenza, chiamato a vendicare lo sterminio della sua stirpe e a riportare onore e antichi valori sul campo di battaglia. 
Ma attorno a loro si muovono decine e decine di figure minori (Ja, Kikomi, Cogo, le mogli, le concubine, i generali, i semplici contadini, le governanti, i compagni d'arme, gli altri regnanti) che riescono a ottenere comunque uno spazio, a raccontare le loro vicende e a lasciare un segno nella Storia. 
Tutti sono ingranaggi e tutti hanno il loro spazio.

L’anatra vola sopra lo stagno, lasciandosi dietro una voce nel vento. 
L’uomo passa attraverso il mondo, lasciandosi dietro un nome.


Ken Liu ammette di averci messo anni a scriverlo e riscriverlo e l'impresa si avverte.
Niente è lasciato al caso: oltre alle miniature dei personaggi, apprendiamo luoghi, divinità, miti, leggende, filosofia, in un universo di vago sapore orientale in cui si affonda piacevolmente.

Per la sua complessità e vivacità, mi ha ricordato Martin e forse anche di più Erikson, per cui se vi piace una trama di guerra, battaglie, tradimenti, tranelli politici, ma anche squarci su singoli uomini nell'ombra, con divinità capricciose che si travestono e entrano deliberatamente a aiutare, corrompere e sovvertire gli accadimenti, è il libro che fa per voi.

«Una formica che cavalca un seme di dente di leone atterrerà dovunque atterri il seme. Gli uomini di talento saranno giudicati alla luce dell’eredità di coloro che hanno servito.» 
«Géüdéü co loteré ma, pirufénrihua nélo. La vita è un grande esperimento» disse Kuni. «Noi tutti siamo rondini che volano nella tempesta, e se dovessimo atterrare sani e salvi, sarà dovuto in eguale misura a fortuna e abilità.»

Amarilli


2 commenti:

  1. Che bella recensione! So contenta che ti sia piaciuto così

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  2. questo libro mi ispira tanto ma ho paura che nove serate per leggerlo siano davvero troppe per me!

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