Pensieri su "NEVERNIGHT. MAI DIMENTICARE" (Libro primo degli accadimenti di Illuminotte #1) di Jay Kristoff

Destinata a distruggere imperi, Mia Corvere ha solo dieci anni quando riceve la sua prima lezione sulla morte. Sei anni dopo, la bambina cresciuta tra le ombre si avvia a mantenere la promessa che ha fatto il giorno in cui ha perso tutto. 
Ma le possibilità di sconfiggere nemici così potenti sono davvero esili, e Mia è costretta a trasformarsi in un'arma implacabile. 
Deve mettersi alla prova tra i nemici - e gli amici - più letali, e sopravvivere alla protezione di assassini, mentitori e demoni, nel cuore stesso di una setta dedita all'omicidio. 
La Chiesa Rossa non è una scuola come le altre, ma neanche Mia è una studentessa come le altre. 
Le ombre la amano. Si nutrono della sua paura.

Jay Kristoff
NEVERNIGHT
Libro primo degli Accadimenti di Illuminotte 
Serie: The Nevernight Chronicle #1
Editore: Mondadori
Traduttore: G. Giorgi
Pagine: 426
Uscita: 3 settembre 2019




"Non temere, piccolo Corvo." 
Il vecchio sorrise. Le diede una pacca sulla mano.
"Più brillante è la luce, più cupa è l'ombra."


Buona la seconda. Così potrei intitolare la mia recensione.
In effetti ho questo libro, e pure in cartaceo, dall'autunno 2019, ovvero da quando uscì sull'onda di un notevole battage mediatico-pubblicitario. Ho anche iniziato a leggerlo subito, ma non mi trovavo in sintonia con l'entusiasmo generale e quindi ho preferito depositarlo sullo scaffale per tempi migliori.
Nel frattempo il libro è stato letto in famiglia e sono stata pure convinta a comprarli tutti e tre, quindi è assai probabile che da qui all'estate completerò la lettura della trilogia.

Ma, come dicevo, al secondo giro è andata discretamente meglio. 
Per quanto non sia definitivamente scattata la scintilla tra Mia Corvere e me, nonché tra lo stile di Kristoff in solitaria (mentre continuo ad amarlo quando opera in duo con la Kaufmann), riconosco che è un buon primo libro introduttivo, che riesce ad essere coinvolgente nonostante seicento pagine di storia. 

Rivedo però l'etichetta YA che gli era stata appiccicata sin da subito (o almeno come mi era stato riferito): d'accordo, tanto elementi tipici delle serie fantasy per ragazzi ci sono, e credo che ormai la violenza e la presenza di scene truculente, pari a quella dei videogiochi, non sconvolgano più di tanto, però indubbiamente ci sono anche alcune di sesso insistito che non si trovano nella saga degli Shadowhunters (esempi di saghe con guerrieri e scuole per addestrarli), neppure nella trilogia fantasy di Abercrombie del Mare Infranto (sempre per avere un paragone con ragazzine che vengono addestrate), o in altre saghe con scuole di assassini vari.

Altra cosa che mi ha lasciato indifferente sono state le celebri note a piè pagine. Apprezzo la volontà di colorire l'universo creato con aneddoti e curiosità, però per me si sono rivelate più un inciampo nella scorrevolezza della lettura, non ho mai sorriso, e dopo un po' le ho saltate o relegate al termine dei capitoli.

Dopo un incipit originale e molto aggressivo, che mi ha subito intrigato circa le sorti della famiglia Corvere (anche se voluto però scena quotidiana e qualche informazione in più sui nobili genitori) il libro ha una fase di stasi mentre Mia va alla ricerca di questa benedetta Chiesa Rossa (e i vermoni nel deserto facevano tante Dune...) e finché non si fa un po' di chiarezza sulla scuola, sulle regole e sugli insegnanti. Poi le varie prove rendono la lettura frizzante e non stancano più, così come sono affascinanti gli squarci sul passato e sugli anni che sono trascorsi nel mezzo, alle dipendenze del vecchio Mercurio.

Alla fine sono giunta al termine con questa opinione: mi è piaciuto e intendo continuare a leggere (dunque è un buon primo libro), Mia mi è moderatamente simpatica (ma abbiamo una notevole differenza di età), gli adulti paiono tutti vecchi permalosi/viscidi o mummie ringiovanite a colpi di botox magico (Marielle and brother), spero che in futuro la trilogia possa offrire qualche spunto nuovo e non solo scolastico.

Il cartaceo però, lo ammetto, pur molto bello, richiede il sacrificio di qualche diottria: è scritto piccolo, e nelle parti in corsivo l'occhio fa ancora più fatica a scorrere. 
Quindi mezza stellina in meno (ecco il mio prezzo di sangue! Anche se non sono denti...).

Amarilli

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