Pensieri su "UN RIFUGIO IN GABBIA" di Tempeste O' Riley

Kaden Thorn, un chirurgo dentale con una vita tranquilla, non crede che troverà l’amore che tanto desidera. Un attacco omofobo gli è costato l’uso delle gambe, confinandolo su una sedia a rotelle. Ha perso la speranza di incontrare un Dom, o anche solo un compagno con preferenze più convenzionali, che lo ami. Quando la sua migliore amica lo costringe a partecipare a una cena, l’ultima cosa che si aspetta è di conoscere un Dom determinato che riesce a vedere al di là della sua carrozzina.

Deacon James è un architetto e un Dom esigente, ma ha passato gli ultimi due anni senza un sottomesso o un compagno. Quando un suo impiegato lo invita a una cena per conoscere la fidanzata, Deacon fiuta una trappola, ma accetta comunque. Si vanta di essere bravo a giudicare le persone, e quando incontra il giovane dentista, vede oltre la sua disabilità e trova un adorabile sottomesso che suscita in lui qualcosa di più di un semplice interesse.

I demoni e le paure che perseguitano Kade costituiscono per Deacon una sfida a usare tutto quello che ha imparato come Dom per guadagnare la sua fiducia e la sua sottomissione. Ma Deacon è determinato e combatterà per avere Kade al suo fianco e ai suoi piedi.


Autrice: Tempeste O'Riley
Titolo: UN RIFUGIO IN GABBIA
Editore: Dreamspinner Press
Cover Artist: DWS Photography
Traduttore: Cristina Fontana
Uscita: 25 luglio 2017
Pages 186
ISBN-13 978-1-63533-983-3




Gli accarezzò la pelle arrossata, attento a non aggravare il dolore dei segni della bacchetta, ma voleva dargli conforto e affetto. "Non avere mai e poi mai paura di mostrarmi quello che hai nel cuore, Kade. E' la parte più bella di te."
"Ti amo anch'io," sospirò Kade, posandogli la testa sul petto. Si addormentò in fretta e Deacon lo seguì a ruota, felice e soddisfatto come non si sarebbe mai aspettato.


Senza dubbio tematiche coraggiose: omosessualità + BDSM + aggressione + disabilità.
Poteva essere davvero un romanzo da grandi emozioni, e in certi punti ci prova.
Peccato per lo stile narrativo scelto: un po' freddo, tante descrizioni didascaliche dei rapporti, visti più da fuori che dentro. Molta scenografia, poca introspezione.

Mi sarebbe piaciuto scendere sotto la superficie, capire la dinamica che spingeva Kade a voler essere un sottomesso, comprendere di più le sue emozioni. Invece c'è una certa insistenza sulla sua insicurezza e sul suo sentirsi inadeguato (per quasi tutto il libro), ma quando finalmente la situazione si sblocca, avrei voluto sondare anche sfumature psicologiche diverse, più positive...
Il dominatore, poi, boh: senza dubbio è una persona ammirevole, però davvero non si capisce cosa veda in Kade.
Io non sono riuscita a entrare nella sua testa, ed è un peccato perchè avrei voluto davvero capire i suoi sentimenti. Sembra quasi che siccome è un Dom, in automatico debba essere dotato di una serie infinita di qualità superlative (generosità, protezione, ecc. ).

Alla fine è un rapporto così meraviglioso che si finisce più nella fiaba che nella realtà, e questo secondo me è l'aspetto che più mi ha fatto riflettere: la disabilità deve essere sfumata e edulcorata per poter renderla un argomento da romanzo e un tema accettabile per una storia d'amore?

Amarilli

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