Pensieri su LEZIONI DI BALLO di R. Cooper
Chico vive da due anni una relazione che lo consuma con un uomo prepotente.
Quando il suo ragazzo gli rivela che sta vedendo qualcun altro, a Chico non resta altra scelta che trasferirsi sopra il garage del cugino in un piccolo paese tra i boschi di sequoie. Qui tira avanti svogliatamente. Per farlo uscire, il cugino lo spinge a offrirsi come volontario per aiutare con lo spettacolo annuale della scuola di danza del posto.
Chico non si aspetta di finire a una lezione di ballo o di iniziare a sentirsi di nuovo vivo tra le braccia del suo maestro. Rafael, il figlio del proprietario della scuola, è stato un ballerino di talento, ma ora ama insegnare. Sebbene Chico ne sia attratto, ha paura di avvicinarlo. Rafael, però, è determinato, e a Chico basterà un solo ballo per capire che ha ancora qualcosa da imparare.
Autore: R. Cooper
Titolo: Lezioni di ballo
Cover Artist: Catt Ford
Editore: Dreamspinner Press
Traduttore: Cristina Fontana
Pagine 133
ISBN-13 978-1-63533-786-0
Genere: MM, contemporaneo
Uscita: 25 aprile 2017
Chico non si aspetta di finire a una lezione di ballo o di iniziare a sentirsi di nuovo vivo tra le braccia del suo maestro. Rafael, il figlio del proprietario della scuola, è stato un ballerino di talento, ma ora ama insegnare. Sebbene Chico ne sia attratto, ha paura di avvicinarlo. Rafael, però, è determinato, e a Chico basterà un solo ballo per capire che ha ancora qualcosa da imparare.
Autore: R. Cooper
Titolo: Lezioni di ballo
Cover Artist: Catt Ford
Editore: Dreamspinner Press
Traduttore: Cristina Fontana
Pagine 133
ISBN-13 978-1-63533-786-0
Genere: MM, contemporaneo
Uscita: 25 aprile 2017
Ecco una lettura che mi ha prosciugato le forze, man mano che procedevo, annoiandomi non poco.
Il protagonista, Chico, è a dir poco estenuante.
All'inizio, confesso che pensavo si trattasse di un ragazzo giovanissimo, un post-adolescente, che aveva subito un qualche grosso trauma e che quindi era andato a vivere col cugino per cambiare aria e riprendere a vivere.
Invece ho scoperto poi che è un uomo fatto e finito di trentaquattro anni, che tuttavia si muove e ragiona come un ragazzino.
L'evento drammatico della sua vita è - addirittura - l'essere stato lasciato dal suo precedente compagno prima delle feste (dove il particolare più commovente è che aveva già comprato il regalo e non poteva più chiedere il reso...). Ciò sembrerebbe averlo gettato in una sorta di depressione e catatonia sentimentale, per cui il nostro ha letteralmente perso la voglia di vivere. Non ha un vero lavoro, abita a scrocco dal cugino, fa volontariato per "uscire di casa"...
A metà libro non ne potevo già più, soprattutto perché la narrazione è filtrata attraverso il suo POV, con una sorta di incertezza/piagnisteo interiore/depressione continua... Oltretutto R. Cooper abbonda nell'uso di "il fragile Chico", il "povero Chico". Magari la prima volta va bene, ma poi sarebbe gradito un lieve cambio di registro, tanto per riscuotere chi legge dal proprio torpore.
Il co-protagonista, Rafael, al contrario, è una specie di bellissimo ballerino, più paziente di Giobbe, che sembra apprezzare il trascinarsi infinito di Chico. Forse perché siamo in un paesotto e non c'è altra scelta all'orizzonte?
Sono arrivata in fondo, avendo visto recensioni che parlavano di dolcezza, e poi mi stregava la cover, a dir poco meravigliosa e suggestiva... Ma, per me, nel complesso resta un no.
Certo, qualche scena tenera c'è, però il tutto non giustifica l'incedere lentissimo e senza veri colpi di scena. Si incomincia il libro sapendo già dove si andrà a finire, con 133 pagine che sembrano due tomi.
Il protagonista, Chico, è a dir poco estenuante.
All'inizio, confesso che pensavo si trattasse di un ragazzo giovanissimo, un post-adolescente, che aveva subito un qualche grosso trauma e che quindi era andato a vivere col cugino per cambiare aria e riprendere a vivere.
Invece ho scoperto poi che è un uomo fatto e finito di trentaquattro anni, che tuttavia si muove e ragiona come un ragazzino.
L'evento drammatico della sua vita è - addirittura - l'essere stato lasciato dal suo precedente compagno prima delle feste (dove il particolare più commovente è che aveva già comprato il regalo e non poteva più chiedere il reso...). Ciò sembrerebbe averlo gettato in una sorta di depressione e catatonia sentimentale, per cui il nostro ha letteralmente perso la voglia di vivere. Non ha un vero lavoro, abita a scrocco dal cugino, fa volontariato per "uscire di casa"...
A metà libro non ne potevo già più, soprattutto perché la narrazione è filtrata attraverso il suo POV, con una sorta di incertezza/piagnisteo interiore/depressione continua... Oltretutto R. Cooper abbonda nell'uso di "il fragile Chico", il "povero Chico". Magari la prima volta va bene, ma poi sarebbe gradito un lieve cambio di registro, tanto per riscuotere chi legge dal proprio torpore.
Il co-protagonista, Rafael, al contrario, è una specie di bellissimo ballerino, più paziente di Giobbe, che sembra apprezzare il trascinarsi infinito di Chico. Forse perché siamo in un paesotto e non c'è altra scelta all'orizzonte?
Sono arrivata in fondo, avendo visto recensioni che parlavano di dolcezza, e poi mi stregava la cover, a dir poco meravigliosa e suggestiva... Ma, per me, nel complesso resta un no.
Certo, qualche scena tenera c'è, però il tutto non giustifica l'incedere lentissimo e senza veri colpi di scena. Si incomincia il libro sapendo già dove si andrà a finire, con 133 pagine che sembrano due tomi.
la cover in effetti è molto bella. Ma non basta
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