Pensieri e riflessioni su "ZITTA E FERMA, MISS PORTLAND!" di Viviana Giorgi

Titolo: Zitta e ferma, Miss Portland!
Autore: Viviana Giorgi
Editore: EMMA BOOKS
Collana: VINTAGE
Formato: L
Prezzo: 4,99 euro

Trama - Nel 2015 si è festeggiato l’ottantesimo anniversario di ‘Regency Buck’, considerato il primo romanzo storico ambientato durante il periodo della Reggenza (1811-1820): firmato da Georgette Heyer nel 1935, dava inizio a uno dei generi più popolari di tutti i tempi, il regency. Per celebrare quel romanzo e la sua autrice, Viviana Giorgi ha scritto per Emma Books un divertissement affettuoso che fin dal titolo riecheggia gli umori del genere e si ispira a quel mondo, all’apparenza popolato solo da duchi e conti e marchesi – spesso arroganti e libertini – e da ingenue debuttanti in cerca di marito o prede di cacciatori di dote. La Giorgi lo ripercorre a suo modo, con i toni ironici che caratterizzano la sua scrittura e cambiando un po’ le regole del gioco… In ‘Zitta e ferma, Miss Portland!’ ci sono, come è giusto che sia, un conte refrattario al matrimonio (addirittura due, per la verità); una giovane donna (Miss Portland, naturalmente) indifferente alle regole del ton e per nulla desiderosa di accasarsi; la season londinese in tutto il suo splendore e pure “un’estate da ricordare” (come direbbe Mary Balogh) nella campagna del Sussex. E infine, tra qualche scaramuccia, un duello mancato e un tentativo di fuga verso Gretna Green, l’immancabile happy ending.

Il pensiero di Amarilli73

«Ora zitta, miss Portland, lasciatevi baciare.» 
E lei obbedì. Si abbandonò completamente alla bocca di Maylon lasciandosi trasportare in paradiso, o forse all’inferno. 
Dunque era quella la passione di cui aveva tanto letto e di cui, senza alcuna cognizione, aveva scritto? 
Oh, nella realtà era di gran lunga più eccitante che nella fantasia, tanto che di finire all’inferno a quel punto non le importava un accidente.

Premessa: ho iniziato a leggere il libro senza sbirciare la sinossi, sapendo soltanto che si trattava di un regency. e devo dire che - fatta salva la partenza un po' confusa - ho ritrovato il solito stile frizzante di Viviana Giorgi, arrivando in fondo più che divertita.
Devo però avvertire che forse la mia è stata una chiave di lettura un po' fuorviante, perchè per tutto il libro ho pensato di ritrovarmi nel mezzo di una storia che facesse il verso (in modo intelligente) agli stereotipi del romance, a cominciare dalla protagonista, l'odiosa Miss Portland.
Altrimenti non avrei saputo come interpretare un'eroina così perfetta e così detestabile nella sua innaturale perfezione: Sophie ha un passato inusuale e avventuroso alle spalle, ma riesce anche a finire sotto l'ala protettiva di amici potenti e munifici, ha un parterre di fan che l'adorano, è intelligentissima, coltissima, ha il dono della scrittura, è una ribelle ma ha anche un animo da samaritana, è peperina ma una fortuna sfacciata, ed in più (senza accorgersene) è bella da togliere al fiato e riesce ad attrarre non solo lo scapolo d'oro più ambito, ma anche il libertino numero due in carica.
Insomma, va bene un'eroina con qualche qualità, ma qui si esagera: tutto è così portato all'eccesso, da scatenare una sorta di prurito al comparire della "nostra" in azione (fino al limite della sopportazione: zitta e ferma, mia cara, e lasciaci godere la lettura senza di te!).
Di contro, il nostro eroe, lo scapolone d'oro, con fama di arcigno/riluttante alle danze d'amore, si dimostra sin da subito un orsacchiotto brontolone che non ne combina una di giusta, pasticciando corteggiamenti, battute, entrate in scena, ecc. Meravigliosamente adorabile.
Tanto lei è stata per me incomprensibile, tanto Lord Maynlon è il classico maschio che immaginavo in pantaloni da cavallerizzo, ciucciati sui muscoloni delle cosce, con cui sarei stata felice di perdere il parasole e fuggire a Gretna Green.
Alla fine - ops - ho scoperto che questo voleva essere un omaggio celebrativo ai romanzi di una scrittrice nota e che non conosco, e sono stata assalita dal dubbio d'avere interpretato il romanzo a modo mio. 
Ma tant'è. Una commedia romantica, dove tutti recitano la parte di qualcuno che ci sembra familiare, e dove il lettore s'aggira con l'aria saputella di conoscere già vizi e virtù di tutti.

Lei lo interruppe con un gesto secco della mano. Nessuno, a sua memoria, aveva mai osato farlo.
«Grazie abbastanza per il vostro generoso giudizio, my lord, ma credo proprio di non capire. Perché dovrei pensare che voi vogliate scappare da me? Io non ho nessuna ragione di inseguirvi.
A quelle parole, un sospiro incredulo gli sfuggì dalla gola.
Aveva passato buona parte della notte a soppesare le parole con cui avrebbe chiesto a Miss Portland di sposarlo, e ora quella donna, prima con la sua bellezza, poi con il suo atteggiamento così sarcastico, lo stava mandando in confusione.
E lui odiava sentirsi confuso.
«Sophie Portland» sbottò afferrandole le mani e alzando minaccioso il tono della voce, «vorreste usarmi la compiacenza di rimanere zitta e ferma, per Giove?»
Amarilli73

3 commenti:

  1. Grazie Amarilli, hai la capacità di scrivere recensioni ottime, originali e molto acute. Sono così felice che tu abbia amato Lord Maylon, con tutte le sue pecche caratteriali e le sue debolezze!
    In quanto all'ironia di cui è permeato il libro, sono convinta che si possa amare qualcosa (come io amo il regency) e ironizzare sui suoi stereotipi. Ma con affetto.
    D'altronde, onestamente, non riesco a scrivere se non in chiave ironica. Non riuscirei a fare altrimenti.
    Ancora grazie per aver letto il romanzo e per averlo recensito.
    Sono lusingata che tu l'abbia fatto.
    Un abbraccio
    Viviana

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  2. Grazie a te, Viv! Intanto ho scritto Lord Maynlon e non Maylon :) L'ebbrezza suscitatami dal tipo mi ha fatto girare proprio la testa! Come sai, scrivo recensioni di cuore e di pancia, ma è tutto vero.
    L'ironia è salvifica per molti romanzi, specie se è un'ironia intelligente.
    Tutti i lettori che amano l'ironia apprezzeranno questo libro come la sottoscritta.

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