Pensieri su "La mappa dell'altrove di Emily Wilde" di Heather Fawcett
Questa serie ha un taglio che si conferma molto particolare: pur parlando di fate e creature magiche, e pur presentandoci dei personaggi strampalati e "quasi" adorabili (la stessa Emily, la nipote ancor più svagata, i colleghi rivali e persino il suo fidanzato-re fatato Wendell Bambleby), non è così dolce e solare come si potrebbe pensare.
Anzi, Emily è più che conscia del lato oscuro e malvagio dei regni non umani, e persino il suo fascinoso compagno non esita a rammentarle di continuo che le creature di boschi, montagne e laghetti amano attirare gli umani per soggiogarli e anche per mangiarli. Persino Shadow, il morbido cagnolone, è in realtà un sinistro Black Dog del folclore celtico, e certo da non da sottovalutare.
Mentre Emily continua il suo lavoro, che comprende un'enciclopedia ragionata della fate, nonché saggi e cartografie dell'Altrove, ogni volume unisce un'indagine per risolvere un vecchio mistero o una leggenda locale e una nuova tappa nella missione della riconquista del trono perduto di Wendell. Stavolta, dopo le terre del nord e le lande ghiacciate, la ricerca ci porta sulle Alpi austriache, terra di snodi e portali invisibili, in cui si sono persi, decenni prima, ben due colleghi dell'università. Ovviamente, Emily si impunta a cercare una spiegazione, mentre escogita a come rimandare le proposte di matrimonio e a orientarsi tra nemici, mostriciattoli e guerrieri di nebbia grazie ai trucchi imparati dalle fiabe.
Lettura amabile, anche se confesso di aver gradito di più il primo volume: qui avrei voluto maggior spazio per Bambleby, il mio personaggio favorito, e uno scatto più rapido nell'evoluzione del rapporto tra i due, che resta sempre molto #slowburn e tentennante, anche se rischiano la vita di continuo.
In ogni caso, medito di completare la trilogia.


























Nessun commento: