Pensieri su "OUT ON A LIMB" di Hannah Bonam-Young


 
Ok, forse vestirsi da pirati a una festa di Halloween non è l'idea più originale del mondo, ma che probabilità ci sono che ci sia un'altra persona vestita da pirata e che, come te, abbia un ottimo motivo per farlo? Win è nata con una malformazione alla mano e l'uncino le è sembrata un'idea spiritosa per sdrammatizzare. Bo ha subito di recente un'amputazione al ginocchio e quale scelta migliore di una gamba di legno per una festa in maschera? Forse il loro incontro non è una semplice coincidenza... Certo, Win ha deciso che dopo la sua ultima relazione fallimentare non si legherà più a nessuno. Bo, però, è simpatico, sexy e tenero. Nasce tra loro un'intesa immediata e irresistibile, e dopo quella che avrebbe dovuto essere solo l'avventura di una notte, Win scopre di essere incinta. Ora deve affrontare una decisione che potrebbe stravolgere la sua vita. E Bo è pronto a sostenerla. Insieme, decidono di conoscersi meglio, come amici e niente di più. Ma, come ormai entrambi dovrebbero sapere, la vita raramente va secondo i piani. Con un'intervista esclusiva all'autrice.

Titolo: Out on a limb. Un amore in bilico.
Autrice: Hannah Bonam-Young
Editore: Rizzoli
Pagine 400
Uscita: 11 febbraio 2025





Immagino che la vita non sia stata sempre facile o gentile con te, ma tu non ti sei lasciata abbattere. Non sei diventata roccia, ma acqua. 
Ti adatti a tutto. Sei dolce… ma potente.


Ritengo che, a volte, il gioco attira-simpatie  di un autore debba avere un limite, specie quando il messaggio che arriva è che si è scritta una storia incentrata su determinati trope, soltanto per guadagnarti un posto al sole in qualche sottogenere del romance, e poi fai cadere il palco della finzione a fine libro.

Mi spiego. Sulla carta, e anche sulla base delle scene iniziali, questo doveva essere un inno alla disabilità, ovvero all'Amore (con la A) nonostante la disabilità. Lo è? Non troppo, dopo poche scene la questione sfuma e il lettore se ne ricorda a malapena. Forse è vero che si può "nonostante tutto", ma chi ha vicino una persona con disabilità fisiche conosce bene le fatiche quotidiane, e qui non si avvertono granché.

Win resta incinta a una festa (e già qui l'autrice bypassa alla grande la questione del sesso sicuro e di tutte le implicazioni che ciò comporta; ricordo che appena qualche anno fa venivano biasimate le scene spicy senza protezioni, proprio per la loro influenza negativa: forse soltanto i normodotati possono trasmettersi malattie sessuali?) ed è... come se avesse vinto la lotteria.

La sua vita volge DECISAMENTE al meglio:
- nuova ampia casa (villetta in stile al posto di un bilocale al quarto piano)
- giardinetto e spazi dove coltivare il pollice verde
- libertà nello scegliere arredamento e colori nella villetta altrui
- zero preoccupazioni economiche (non si divide a metà, tanto lui è benestante)
- lui adorabile, devoto e pronto a dire sì a tutto
- padre di lui adorabile
- amici (ricchi) che supportano eventuali richieste eccentriche e sponsor pronti a finanziare i sogni nel cassetto
- gravidanza no stress con bimbo in salute.

Una trama lineare, senza neppure un'incrinatura, dove la perfezione del primo giorno resta la stessa dell'ultimo, dove si bisticcia e si fa subito la pace, dove per ogni dubbio di lei c'è la comprensione di lui, dove per ogni timore arriva all'istante la soluzione felice.
Insomma, se considerate che il tutto viene tirato avanti, senza colpi di scena, per 400 pagine, capirete perché può essere eccessivo. 
Più che cozy e rilassante, direi stucchevole. 

(Sul finale, poi, un'assurda excusatio non petita, dove l'autrice quasi si vergogna per aver scritto un #pregnancyromance e ci ricorda che comunque esiste il diritto all'aborto. Ma cosa c'entra con la storia? Perché mai scrivere di una gravidanza felice dovrebbe mettere in pericolo la legislazione in vigore? Ho avuto l'impressione che l'autrice avesse il timore di non apparire abbastanza "progressista", ed è la definitiva conferma di un romanzo finto, confezionato a tavolino.)

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