Pensieri su UN'ALLEANZA PERICOLOSA di Jennieke Cohen

 

Lady Victoria Aston ha tutto ciò che potrebbe desiderare: una sorella maggiore felicemente sposata, il futuro della proprietà di famiglia assicurato, e la possibilità di perdere tempo gironzolando nei campi attorno a casa. 
Ma basta una notte per sconvolgere definitivamente la sua vita comoda e idilliaca. Suo cognato si rivela infatti un terribile mascalzone e adesso tocca a lei trovare un marito, o la sua famiglia perderà tutto. Armata solo di quello che ha imparato dai romanzi di Jane Austen, Vicky fa il suo debutto in società: ma nemmeno le parole della scrittrice sono in grado di aiutarla a capire se il meraviglioso e astuto signor Carmichael sia in realtà una canaglia; se il suo ex migliore amico, il bellissimo Tom Sherborne, sia più interessato alla sua dote o al suo cuore; né sono in grado di aiutarla a liberarsi delle attenzioni del lezioso signor Silby. 
Soprattutto, nei libri di Vicky non c'è nulla riguardo gli strani incidenti che iniziano a capitare attorno a lei. E che potrebbero non farla arrivare viva al giorno delle nozze.

Un'alleanza pericolosa 
di Jennieke Cohen
Editore: Mondadori 
456 pagine
Uscita: 15 febbraio 2022




Presentato come una rivisitazione moderna di Jane Austen, questo libro ne ha in comune (purtroppo) solo le citazioni (vere) aggiunte a inizio capitolo.

Per il resto è una storia noiosa e sconclusionata, che vira verso un fantasy storico (prendendosi tutte le licenze del caso), ma che poi, proprio sul più bello, ti pianta con un finale raffazzonato e per nulla soddisfacente.
Posso pensare che, per chi non legge HR, vedere balli, carrozze e corteggiamenti sia una ventata d'aria fresca (il successo televisivo di Bridgerton in salsa ventunesimo secolo lo dimostra); ma per chi li legge d'abitudine, è una serie di scenette viste e straviste, con una protagonista insipida (in tutta onestà, non riuscirei a descriverla fisicamente), comprimari buttati dentro e fuori per far numero, personaggi maschili con appeal inesistente.
Ma di cosa dovremmo appassionarci?

Alla fine del libro, peraltro, l'autrice si dilunga nel narrarci i suoi studi sulle difficoltà di ottenere il divorzio o sulla sottomissione femminile nel periodo: ebbene, credo che il 60% dei romance storici degli ultimi decenni siano incentrati o sulla triste condizione della protagonista, in balia di parenti e penuria di mezzi (in modo più credibile), o su qualche unione dove la protagonista non riesce a recuperare la libertà. 
Cosa può aggiungere la storia di una tizia ricca e bella e intrepida, a cui i genitori chiedono "ti è piaciuto qualcuno", "quello non è tanto male"???
E non parliamo degli inserti melodrammatici di serie B.

Piuttosto, la Cohen passa totalmente sotto silenzio la singola informazione che, alla morte del ricco padre, l'eredità andrà a una delle figlie: ecco, visto che una costante storica è che le figlie femmine NON potevano ereditare (tranne per eccezioni motivate), mi sarebbe piaciuto un approfondimento sull'introduzione di questa eccezione: frutto di studio o sua mera licenza?

Salvo solo per la scenetta con "Lady Tefft!"

Amarilli


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