Pensieri su “Qualcuno da onorare” di Mary Balogh (Westcott #6)



Dopo Waterloo, il tenente colonnello Gilbert Bennington accompagna a casa in Inghilterra il suo amico e commilitone Harry Westcott. Ospite nella tenuta di campagna di quest’ultimo, vi incontra la sorella di Harry, Abigail.
Sebbene sulle prime non si sopportino, ben presto si renderanno conto di non poter fare a meno della reciproca compagnia. E quando Gil parla ai due fratelli della battaglia legale che sta sostenendo per recuperare la custodia di sua figlia, Harry gli suggerisce di sposare Abigail per aumentare le sue chance di successo. 
I due decidono così di legarsi senza aspettative romantiche, ma questa unione basata sull’onore li porterà presto a fare i conti con un’attrazione incontrollabile…

“Qualcuno da onorare” 
Autrice: Mary Balogh
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Classic 1234
Ambientazione: Inghilterra, 1818 circa (periodo regency)
Premi e riconoscimenti della critica: All About Romance DIK (Desert Isle Keeper)
Uscita: marzo 2022

La serie WESTCOTT:
1) QUALCUNO DA AMARE (Someone to Love),
2) LA MAGIA DI UN ABBRACCIO (Someone to Hold),
3) LA MAGIA DI UN INCONTRO (Someone to Wed)
4) QUALCUNO DA DESIDERARE (Someone to Care)
5) QUALCUNO DI CUI FIDARSI (Someone to Trust)
6) QUALCUNO DA ONORARE (Someone to Honor)
6.5) Someone to remember
7) Someone to romance, di prossima pubblicazione.





La vita era una sfida. 
Una grande sfida, che si frantumava di continuo in sfide minori, proprio come un tronco d’albero sotto i colpi dell’accetta. E se ci si faceva male, ci si leccava la ferita, la si fasciava se non smetteva di sanguinare e si continuava a fare a pezzi il tronco, riducendolo a ciocchi di legna da ardere… finché non ne veniva giù un altro e si ricominciava tutto da capo.


In una serie per me altalenante, finalmente è arrivato un gran bel volume, di quelli che ti scaldano il cuore e ti fanno ricordare perché tieni una cinquantina di cartacei di quest'autrice in libreria e continui a leggerli quando hai momenti di sconforto letterario.

Se si eccettua l'inizio lento, con la curiosa mania di propinarci il recap di tutti i parenti, coniugi, figli, nipoti, con relativi titoli e residenze (lo sta facendo a ogni inizio di libro, mangiandosi almeno un 10% di pagine, ma stavolta posso ammettere che mi è servito), la storia scorre e coinvolge che è un piacere.

Harry Westcott torna finalmente a casa: Harry è forse il perno principale attorno a cui ruota lo stravolgimento che hanno affrontato i Westcott; era l'erede, il futuro conte, il bellissimo ragazzo d'oro, ma è divenuto un signor nessuno, un illegittimo, un soldato triturato dalla guerra.
Tuttavia la famiglia lo ama e lo protegge.

Quando però tutti se ne vanno, dopo averlo abbracciato, accanto a lui resta solo Abigail, l'ultima delle sorelle, anch'essa macchiata ed emarginata senza sua colpa, e Gilbert, il compagno d'armi che non lo ha abbandonato e con cui ha molto in comune, tra cui l'origine illegittima e profonde disarmonie familiari.
Tre anime ferite si curano e riprendono a vivere nella solitudine della campagna. E riprendono a vivere: da qui parte la vera storia che spero apprezzerete quanto me.

Gil e Abby sono stati una sorpresa.
La Balogh ce li fa conoscere ed amare gradualmente, e adoro come Gil ad un certo punto comprenda che lei è come un iceberg che mostra soltanto la punta di sé al mondo ("Il fatto che Harry sia tornato a casa ha permesso anche a me di farlo"), mentre lui è un ragazzo divenuto adulto troppo presto, senza innocenza e senza veri legami.
In questo senso, Beauty è la sua coscienza, l'unica che gli è affine, anche se i loro dialoghi sono silenziosi. Beauty vale molto di più di tanti coach life.

Finale giusto e corale, e sto rivalutando i Westcott, libro dopo libro, pure Avery ingioiellato, perché lui e Alexander sono i perfetti capifamiglia. 
E ora attendo il libro di Harry, che temo sarà però in fondo.

PS. Attraverso il mio monocolo rivolgo un appello: non saltate "Someone to Remember" (#6.5), so che è una novella, ma lady Matilda merita!!!!


Si sentiva una bacchettona. E forse lo era. Ma lui la faceva sentire a disagio.
Che parola inadeguata: “disagio”. Però non riusciva a farsene venire in mente una migliore. Voleva riuscire a pensare a lui unicamente come l’amico di Harry. E voleva vederlo, ogni volta che lo incontrava o pensava a lui, con i vestiti addosso.
Voleva cancellare l’inquietante ricordo di intensa virilità.

Amarilli

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