Pensieri su "Amori di tre ragazze impresentabili - Vera" (Unfit #3) di Miss Black

 

La Stagione 1889 sta per finire e due delle tre sorelle Vassemer si sono sistemate. E, come tutte le malelingue della capitale hanno notato, si sono sistemate molto bene, sposandosi ben al di sopra del loro rango.
Resta solo Vera, la sorella di mezzo, che continua a ripetere a tutti di voler diventare una scrittrice di successo e di non essere interessata al matrimonio. Si è mai sentito qualcosa di più scandaloso? Chi mai potrebbe volere una ragazza del genere?
E, a proposito di scandali, le Vassemer non sono l’unica fonte di pettegolezzi della capitale. La famiglia dell’amata Regina Vittoria è sempre prodiga di comportamenti discutibili e anche il resto dell’aristocrazia non scherza. Peggio ancora, una piaga particolarmente odiosa rischia di venire alla luce. No, non si tratta delle solite quisquilie: adulterio, ricatto, figli illegittimi o evasione fiscale. No, non è neppure l’annoso problema dei nouveaux riches che pretendono sempre più posti al sole. E chiaramente non ha nulla a che fare con l’assurda richiesta delle suffragiste che anche le donne possano votare.
Questo è peggio. Si prepara lo scandalo più gigantesco dell’epoca. O forse no.
In fondo, se c’è una cosa che la nobiltà del Regno sa fare bene è nascondere la polvere sotto il tappeto.

Unfit è una trilogia sulle disavventure di alcuni rispettabilissimi gentiluomini, che alla vita non chiederebbero altro che pace, tranquillità e le sacrosante gioie del patriarcato, vessati dalla mancanza di tatto di tre ragazze con il cervello pieno di sciocchezze, ambientata in un tempo migliore in cui gli uomini erano uomini e le donne erano piante da interno.

Autrice: Miss Black
Titolo: Amori di tre ragazze impresentabili - Vera
Unfit Vol. 3
pagg. 204
* ringrazio molto l'autrice per la copia fornita



«Cioè?» 
«Cioè, miss Vassemer, gli uomini sono come pistole antiche. Dopo aver sparato un colpo, non ne hanno un secondo, un terzo o un quarto nel tamburo».


Terzo e conclusivo episodio di una serie un po' inusuale per Miss Black, ovvero una storia familiare che si snoda negli ambienti dell'Inghilterra vittoriana, seguendo le orme di tre sorelle, abbastanza ricche ma non altrettanto titolate, che si ritrovano all'improvviso orfane e prive di tutore.
Affidate a tre diversi conoscenti del padre, le Vassemer affrontano con un certo piglio determinato e "moderno" il mondo inquieto della Londra nobiliare, destreggiandosi tra balli, corteggiamenti, nuove istanze femministe e la ricerca di quella meta neppure troppo segreta chiamata "matrimonio".

Eh, sì, perchè dopo tanti proclami sul "noi siamo diverse", sul "noi abbiamo avuto una certa educazione" e su "i nostri sogni sono più luminosi", sempre lì si va a parare.
Individuare il giusto partner di vita, meglio ancora se ricco e bello. Obiettivo che tutte le Vassemer raggiungono, sposandosi ben al di sopra del loro rango.

Ho trovato un po' discontinua questa serie: pesantuccio e triste il primo capitolo dedicato a Rachel, sfavillante e divertente il secondo per Fortune (ancora la mia preferita), carino ma un po' fumoso quello per Vera.
In effetti, più che il solito romanzo incentrato su una coppia, questo risulta un romanzo corale, molto corale, dove varie storie vengono in qualche modo definite, come se l'autrice non avesse cuore di piantarle lì. 
Il risultato è una girandola di vicende che tengono sempre alta l'attenzione del lettore, ma portano inevitabilmente in secondo piano Vera e il suo bersaglio-marito. Tanto che lei non lo considera neppure tale per 3/4 di libro e negli ultimi capitoli è un po' difficile credere all'innamoramento repentino ed eterno.

Alla fine non sono riuscita a farmi una vera idea di lei, a parte il fatto che era partita come la più disinibita delle tre ma gareggia in ingenuità con Rachel. Peccato, perché avrei voluto conoscerla di più.
I due veri motivi per leggere l'intera serie restano Fortune, ovviamente, e Kayal (per cui Miss Black non avrà il mio perdono...).

Amarilli

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