Pensieri su "Romanzo d'estate" di Emily Henry



UN'AUTRICE DI ROMANZI ROSACHE NON CREDE PIÙ NELL'AMORE
UN AUTORE DI ROMANZI LETTERARI COL BLOCCO DELLO SCRITTORE
UNA SCOMMESSA CHE CAMBIERÀ LE LORO VITE... E I LORO LIBRI

Augustus Everett è un autore amato dalla più intransigente critica letteraria.
January Andrews invece scrive deliziose commedie romantiche che scalano regolarmente le classifiche.
Lui è uno scrittore serio, ma non riesce a parlare di sentimenti. Lei è una sostenitrice dell’amore per sempre e del lieto fine. Non hanno niente in comune.
A parte che per i prossimi tre mesi saranno vicini di casa.

January ha infatti deciso di rifugiarsi nel cottage del padre sul lago Michigan e pensa di trascorrere l’estate raccogliendo le idee e scrivendo un romanzo pieno della felicità che non sa più immaginare: ha da poco scoperto un segreto sui suoi genitori e non crede più nell’amore. Nella veranda accanto alla sua c’è però un vicino di casa inaspettato: Augustus Everett, suo ex compagno di college e soprattutto autore di fama. Anche lui colpito da un paralizzante blocco dello scrittore.

Da sempre i due non si sopportano, ma decidono di lanciarsi una sfida per cercare di darsi una mano, o più probabilmente di punzecchiarsi. Si scambieranno il romanzo. E così Augustus dovrà dimostrare di saper scrivere anche un lieto fine e January di sapersi cimentare nella scrittura del Grande Romanzo Americano. E questa scommessa cambierà inevitabilmente tutti i finali…
Emily Henry ci regala una storia poetica ed effervescente che ha conquistato lettori e librai indipendenti. Romanzo d’estate è un’irresistibile e sofisticata commedia indie sugli opposti che si attraggono e sulle seconde occasioni, che regala leggerezza e buonumore e che ha scalato per mesi la classifica del New York Times.

Titolo: Romanzo d'estate
Autore: Emily Henry
Editore: HarperCollins Italia
Genere: narrativa/romance
Uscita: 1 luglio 2021



«Che genere di cose scrivi, January Andrews?» 
 «Romanzi rosa, per lo più.» 
Gus inarcò un sopracciglio. «Ah.»
«Ah, cosa?» dissi, già sulla difensiva. 
Lui scrollò le spalle. «Soltanto “ah”.»


Nel darvi il benvenuto dopo la pausa estiva, vi parlo di un libro 5 stelle che non era in lista e in cui mi sono imbattuta per caso.

In effetti, l'ho iniziato a leggere perché mi faceva ridere l’idea che fosse intitolato proprio "Beach Read", lettura da spiaggia, l'appellativo che i lettori maschi (tutti) e le lettrici femmine (la tipologia che legge solo cose "serie" e quella che legge anche questi romanzi, ma che non lo confesserebbe manco sotto tortura) sono soliti attribuire ai romanzetti femminili, i romanzi rosa, da ombrellone, eccetera.

January è una scrittrice americana (talentuosa) che si è davvero specializzata in questo genere, perché crede nel lieto fine come strumento salvifico in una realtà spesso troppo grigia e dolorosa: un romanzo rosa l'ha salvata in una sala d'aspetto di un ospedale, mentre il resto del suo piccolo mondo andava in pezzi, e lei vuole continuare a offrire alle sue lettrici questa fuga/premio, questa voglia di speranza.
Peccato che ora sia in pieno blocco creativo, dopo aver perso il padre adorato ed essere stata scaricata dal fidanzato d'oro con cui era convinta di mettere su famiglia.

Non aggiungo altro per non rovinare le sorprese, ma la nostra January si ritrova a trascorrere un'estate in un cottage sul lago, in un minuscolo e sperduto paesino del Michigan. Con in più un vicino sexy intellettuale tormentato, che è una sorta di nemesi per chi si ritiene un autore pur scrivendo appunto romanzi da spiaggia.

Però il libro non è solo lo scontro/scontro (peraltro arguto e con battute illuminanti) tra due visioni creative; non è solo la scoperta di segreti familiari, la perdita di un padre sostenitore e primo fan, la riverifica degli obiettivi raggiunti e mancati alla boa dei trent'anni. 
O, meglio, lo è, ma non è solo questo.
Il tutto è amalgamato, con vari filoni sotterranei che si può scegliere di seguire o meno, e viene immerso in un paciugo agrodolce, che a volte strappa un sorriso, altre commuove un po'.

Personalmente adoro i romanzi rosa e ringrazio tutti quelli che li scrivono perché lo considero davvero un servizio di speranza per il prossimo.


«Considero il romanzo rosa un genere serio. E mi piacciono le protagoniste femminili. Ma ho un pessimo rapporto con i lieto fine.»
 «Un pessimo rapporto?» ripetei, come se potesse dare un senso alle sue parole. «Hai un pessimo rapporto con i romanzi… a lieto fine?»
Gus annuì, pensieroso. «È sempre più difficile scrivere quando devi farlo. È come se… la pressione lo facesse diventare un lavoro come gli altri, e allora tanto vale vendere assicurazioni. È come se all’improvviso la storia perdesse l’urgenza di essere raccontata.»

Amarilli

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