Pensieri su "DUE VITE" di Emanuele Trevi



«L’unica cosa importante in questo tipo di ritratti scritti e cercare la distanza giusta, che è lo stile dell’unicità». Così scrive Emanuele Trevi in un brano di questo libro che, all’apparenza, si presenta come il racconto di due vite, quella di Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori prematuramente scomparsi qualche tempo fa e legati, durante la loro breve esistenza, da profonda amicizia. Trevi ne delinea le differenti nature: incline a infliggere colpi quella di Rocco Carbone per le Furie che lo braccavano senza tregua; incline a riceverli quella di Pia Pera, per la sua anima prensile e sensibile, cosi propensa alle illusioni. Ne ridisegna i tratti: la fisionomia spigolosa, i lineamenti marcati del primo; l’aspetto da incantevole signorina inglese della seconda, così seducente da non suggerire alcun rimpianto per la bellezza che le mancava. Ne mostra anche le differenti condotte: l’ossessione della semplificazione di Rocco Carbone, impigliato nel groviglio di segni generato dalle sue Furie; la timida sfrontatezza di Pia Pera che, negli anni della malattia, si muta in coraggio e pulizia interiore. Tuttavia, la distanza giusta, lo stile dell’unicità di questo libro non stanno nell’impossibile tentativo di restituire esistenze che gli anni trasformano in muri scrostati dal tempo e dalle intemperie. Stanno attorno a uno di quegli eventi ineffabili attorno a cui ruota la letteratura: l’amicizia. Nutrendo ossessioni diverse e inconciliabili, Rocco Carbone e Pia Pera appaiono, in queste pagine, come uniti da un legame fino all’ultimo trasparente e felice, quel legame che accade quando «Eros, quell’ozioso infame, non ci mette lo zampino».


Due vite
Autore: Emanuele Trevi
Editore: ‎ Neri Pozza
128 pagine
ISBN-13‏ : ‎ 978-8854522633
Uscita: 11 febbraio 2021
Premi: Strega 2021



Perché noi viviamo due vite, entrambe destinate a finire: la prima è la vita fisica, fata di sangue e respiro, la seconda è quella che si svolge nella mente di chi ci ha voluto bene.


Apro questa recensione in un modo un po’ inconsueto, ovvero con una libera associazione di idee, forse poco adatta, ma così sono le libere associazioni, vengono un po’ a caso.

Questa storia mi ha fatto pensare a Tolkien e al suo “Un Anello per domarli, un Anello per trovarli, un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli”, questo libro mi ha ricordato quell’anello che in questo caso non doma e non trova, ma unisce, ho pensato questo è “un libro per unirli”.
Ad essere uniti da questo testo sono ovviamente le due vite di cui si parla, e la vita dello stesso scrivente.

Libro per questo un po’ autoreferenziale.
I protagonisti sono Rocco Carbone e Pia Pera, ma le opinioni che leggiamo sono solo il punto di vista soggettivo dell'autore, la sua personale visione di eventi e di persone, d'altronde è un libro che narrando d'altri, parla anche tanto di sé, quindi un'autoreferenzialità assolutamente scusabile, specie visto il grande affetto che sgorga da queste poche pagine.

Trevi usa ciò che è nelle sue corde, la scrittura, per non dimenticare due compagni, usa la parola scritta per tenerli stretti e legarsi a loro in quest'oggetto a tutti e tre così congeniale, l’oggetto libro.

Ho trovato la scrittura di Trevi fluida e allo stesso tempo colta, piena di rimandi alti ma mai pesanti e sempre interessanti, facile da capire nonostante fosse costellata da tante parole non comuni che mi ha fatto piacere incontrare e imparare.
Ma quello che mi ha colpito di più di questo titolo, molto più della forma, è stata l’emozione che ne scaturisce, il suo tangibile affetto nei confronti di Rocco e Pia, due amici, due scrittori, due sprazzi di vite.

Un libro-ricordo che ripercorre parti della loro vita in comune ma anche le origini e le traversie di questi due autori, si parla molto delle loro opere e del loro modo di scrivere, e pur non avendo letto nulla della loro bibliografia, questo non ha tolto piacere alla lettura, anzi si ha voglia di recuperarne gli scritti e leggerli.

L’unica cosa importante in questo tipo di ritratti scritti è cercare la distanza giusta, 
che è lo stile dell’unicità.

Lucia

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