Pensieri su "La resa del duca" di Evie Dunmore (La lega delle donne straordinarie #1)


Inghilterra, 1879

La brillante Annabelle Archer è fra le prime donne a essere ammessa all'Università di Oxford, un privilegio rarissimo, soprattutto per lei, figlia di un parroco di campagna. In cambio della borsa di studio, però, dovrà sostenere la causa per il suffragio femminile, reclutando uomini influenti disposti ad appoggiare il movimento. Il suo primo obiettivo è Sebastian Devereux, il freddo Duca di Montgomery che la Regina Vittoria ha scelto come consigliere per la campagna elettorale dei Conservatori. Ma la sfida più grande per Annabelle sarà resistere alla potente attrazione che la spinge tra le braccia di quell'esasperante, caparbio e avvenente uomo che si oppone a tutto ciò per cui lei lotta.

La resa del duca
di Evie Dunmore
Serie: La lega delle donne straordinarie #1
Editore: HarperCollins Italia
Uscita: 14 luglio 2021
Pagine: 384


In superficie era lucido e impenetrabile come un ghiacciaio.
Annabelle ebbe un accenno di nausea.
Era a faccia a faccia con la più rara delle specie: un uomo assolutamente ingovernabile.


Pur leggendo tanti HR, a fine anno non giudico così tanti a punteggio pieno, però questo romanzo è bellissimo ❤️ uno dei migliori letti quest'estate.

Non mi capita spesso di entrare nel vivo della storia, così in sintonia con i personaggi, invece qui mi pareva di stare con loro, a Oxford, a Londra, nella campagna innevata.

Le donne del gruppo sono davvero notevoli, la causa suffragista non è vista con la solita ironia di nobildonne annoiate e un po' isteriche, che giravano con cartelli e blocchetti di petizioni, ma persone che semplicemente rigettavano la loro qualifica di serie B con la forza della logica, della ragione e della loro intelligenza, rischiando moltissimo.
Persone che contavano di loro e volevano contare.

Annabelle, Lucie, Hattie e Catriona sono, ciascuna a suo modo, donne straordinarie, in quanto dotate di un talento che rischia di restare soffocato soltanto perché portano pizzi e corsetto invece dei pantaloni, solo perché non possono studiare senza chaperon, lavorare da sole, vivere o viaggiare da sole senza perdere l'onore, enunciare le proprie idee senza essere tacciate o accusate di porre in pericolo il loro "fragile" cervello.
Al contempo lui, il Duca, è un uomo del suo tempo, fieramente legato a tradizioni secolari, abituato da sempre a decidere per tutti e a perseguire gli obiettivi che si è prefisso, consapevole di stare un gradino sopra gli altri e nulla lo costringe a scendere e a fare un passo indietro.

Era troppo bello essere capita. I suoi baci l'avevano liberata dal fardello di una solitudine che non si era neanche resa conto di portare.

Evie Dunmore scrive bene, sa imprimere ritmo, tiene avvinti.
Ci sono momenti buffi, certo, ma anche dolorosi, passionali e di amicizia.
Non ci sono buonisti, ma personaggi con segreti, ombre e crepe.
E quindi, se questo è l'inizio, spero di leggere presto i seguiti.

A un certo punto, nella vita di un duca arrivava il momento in cui di rado capitava di incontrare un'opinione sincera, in cui poteva trovarsi sull'orlo di un baratro, con tutti che si facevano educatamente da parte augurandogli di andare con Dio.

Amarilli



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