Pensieri su "LE SETTE MORTI DI EVELYN HARDCASTLE" di Stuart Turton




A Blackheath House ogni cosa è ormai pronta per accogliere i facoltosi invitati al ballo in maschera indetto da Lord Peter e Lady Helena Hardcastle. In quella stessa tenuta, diciannove anni prima, si era verificato un tragico evento: il giovane lord Thomas aveva sventuratamente perso la vita, segnando il declino ineluttabile degli Hardcastel. Ecco perché dopo molti anni questa è la prima occasione in cui i padroni di casa radunano di nuovo i vecchi amici. Ma la morte a Blackheath House è destinata a presentarsi ancora: alle undici della sera, mentre trionfano in cielo i preannunciati fuochi d'artificio, la giovane e bella Evelyn, figlia di Lord Peter e Lady Helena, scivola nell'acqua del laghetto, a seguito di un colpo di pistola nel ventre.

Il macabro evento è solo il primo di una serie: l’invito al ballo si rivela infatti un gioco spietato, che invita a giocare in particolare uno degli invitati alla festa: «Qualcuno verrà ucciso al ballo di stasera. Non sembrerà un omicidio e quindi l’assassino non verrà catturato. Risolvi quell’ingiustizia e ti mostrerò la via d’uscita». Il messaggio è destinato a Aiden Bishop, a cui tocca di rivivere la morte di Evelyn in loop, fino al momento in cui non sarà in grado di individuarne il colpevole. Solo così potrà lasciare la tenuta. Ma non è tutto, perché come se non bastasse Aiden rivivrà l'omicidio di volta in volta nei panni diversi di ciascuno degli ospiti presenti.

Le sette morti di Evelyn Hardcastle
di Stuart Turton
Editore: Neri Pozza
Traduttore: Oddera F.
Data di Pubblicazione: marzo 2019
ISBN: 8854518115
Pagine: 526



Quanto bisogna sentirsi sperduti per lasciare che sia il diavolo a condurci a casa?


Titolo di esordio di Stuart Turton, una partenza davvero brillante, intatti ci troviamo a leggere un libro con una struttura originalissima, anche se non facilissimo da seguire, ma ben costruita e più si legge più si apprezza. Le difficoltà risiedono sia nei i tantissimi personaggi sia nell’ordito della trama, fittissimo e articolatissimo.
Quindi un libro da affrontare con molta buona volontà ma che a mio avviso premia la costanza e la curiosità della lettrice.

Di fatto parliamo di un giallo, ed è chiamato a risolverlo un personaggio che a sua volta non ricorda nulla di sé, il misterioso Aiden Bishop.
I tantissimi tasselli di questa storia ci verranno svelati pagina dopo pagina, a mano a mano che l’anima di questa storia vive nelle spoglie di ben otto dei tanti personaggi presenti a Blackheath, la tenuta che è teatro di questo mistero.

Le varie “reincarnazioni” del protagonista sono uno degli elementi che mi ha entusiasmato di più, oltre alla risoluzione dei tanti lati oscuri e segreti che nasconde questa magione.
Bishop deve rivivere lo stesso giorno per otto volte, nel corpo fisico di un personaggio sempre diverso, nonostante questo non ci saranno inutili e noiose ripetizioni, perché la struttura dei giorni è tutt’altro che lineare e saranno vissuti da punti di vista diversi.
Ad ogni risveglio il protagonista si ritrova in un corpo nuovo, ma oltre al corpo l’anima che effettuerà le trasmigrazioni eredita anche la personalità del corpo, questo mi è risuonato particolarmente visto che mi ha richiamato lo schema della costruzione settenaria dell’uomo, la divisione tra l’essenza di se stessi e la parte più bassa, più terrena e come l’una influisce sull’altra.

Così mi sono trovata a guardare con molta curiosità oltre agli indizi e ipotesi come l’anima sempre uguale del protagonista fosse di volta in volta un po’ cambiata dalle passioni, dalle arguzie, dalle pulsioni più grette, interessante vedere la lotta dell’anima per non farsi sopraffare dal corpo materico dei suoi ospitanti.

In questa confusione di personalità si deliano tantissime piste diverse di cui è stato impervio seguire le tracce, infatti presto si affastellano domande su domande, tante e complesse e molte che sembrano slegate dal fulcro, invece, ecco che nella parte finale tutto inizia a collegarsi, sarà una corsa a svelare i segreti di tutti i comparenti, con cambi di rotta, dubbi e colpi di scena, fino a un’ipotesi interessante e inquietante che mi ha convinta e che ho molto gradito.

Un finale che è una rivalsa dell’amore su tutte le brutture di cui abbiamo letto, sugli assassinii, sulle vendette, su tutto ciò che alla fine i protagonisti riescono a lasciarsi alle spalle, nel girone infernale che è stato per loro e anche un poco per noi lettori Blackheat.

Lucia


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