Review Party per "LA GUERRA DEI PAPAVERI" di R. F. Kuang



Rin ha passato a pieni voti il kējǔ, il difficile esame con cui in tutto l’Impero vengono selezionati i giovani più talentuosi che andranno a studiare all’Accademia. Ed è stata una sorpresa per tutti: per i censori, increduli che un’orfana di guerra della provincia di Jī potesse superarlo senza imbrogliare; per i genitori affidatari di Rin, che pensavano di poterla finalmente dare in sposa e finanziare così la loro impresa criminale; e per la stessa Rin, finalmente libera da una vita di schiavitù e disperazione. Il fatto che sia entrata alla Sinegard – la scuola militare più esclusiva del Nikan – è stato ancora più sorprendente.

Ma le sorprese non sono sempre buone.
Perché essere una contadina del Sud dalla pelle scura non è una cosa facile alla Sinegard. Presa subito di mira dai compagni, tutti provenienti dalle famiglie più in vista del Paese, Rin scopre di avere un dono letale: l’antica e semileggendaria arte sciamanica.

Man mano che indaga le proprie facoltà, grazie a un insegnante apparentemente folle e all’uso dei papaveri da oppio, Rin si rende conto che le divinità credute defunte da tempo sono invece più vive che mai, e che imparare a dominare il suo potere può significare molto più che non sopravvivere a scuola: è forse l’unico modo per salvare la sua gente, minacciata dalla Federazione di Mugen, che la sta spingendo verso il baratro di una Terza guerra dei papaveri.

Il prezzo da pagare, però, potrebbe essere davvero troppo alto.


R. F. Kuang
La guerra dei papaveri
Editore: Mondadori
Collana: Oscar Fantastica
** ringrazio la CE per la copia e l'opportunità!
ISBN: 9788804729747
516 pagine
Uscita: 6 ottobre 2020



Presto imparò che se avesse fatto una domanda sbagliata, 
non avrebbe ricevuto la risposta che voleva.
«Il fatto che stai facendo questa domanda» avrebbe detto Jiang «è la prova lampante che non sei ancora pronta a conoscerne la risposta.»


Seppur molto atteso, questo è un fantasy che ho letto con grande interesse ma che, ammetto, non è una di quelle letture che mi hanno galvanizzata (che poi è, per quanto mi riguarda, la prima cosa che cerco in un epic fantasy militare).
Gli riconosco di aver presentato una trama originale e, almeno nella prima parte davvero avvincente, e caratteri, terminologia e ambientazione particolari: tuttavia, nel complesso, se lo raffronto con un fantasy recente con un'ambientazione similare come "LA GRAZIA DEI RE" (peraltro, uscito sempre per i tipi di Mondadori), ho senza dubbio preferito il romanzo di Ken Liu a questo.

La prima parte del libro è a mio parere la migliore e si inserisce nel filone del giovane eroe misconosciuto e di umili origini (nel nostro caso l'orfana di guerra Rin) che viene selezionata in una moltitudine di coetanei per ricevuta un'educazione superiore nell'Accademia militare di Sinegard, la scuola dove viene addestrata l'elite militare del Nikan, un impero simil-cinese, con una certa debolezza politica interna (a causa di troppi signori della guerra) e perennemente sull'orlo di una crisi con i propri confinanti (tra cui la temibile Federazione di Mugen).
Dopo due guerre dei Papaveri, un po' tutti si aspettano una terza guerra imminente.

Rin è ben delineata come personaggio: determinata sino all'autolesionismo per imporsi come la migliore, insicura a volte ma dotata di grandi slanci coraggiosi, un misto di aspetti positivi e qualche ombra (diciamo che si presta bene a venire sedotta dal lato oscuro della forza, se questo potesse servire al bene del suo paese).
Tuttavia è anche vero che la Kuang le fa compiere un percorso discutibile. 
In particolare, sotto questo aspetto io l'ho trovato un libro fintamente femminista che, sotto sotto, è di un sessismo notevole: il messaggio che si trasmette è che una donna normale non potrà mai diventare un'eroina (né fare carriera, né eguagliare i maschi) se non privandosi chirurgicamente della propria natura femminile. 
Ho trovato a dir poco sgradevole la scena in cui, con grande paternalismo, il medico (maschio) le suggerisce la soluzione per poter competere con i maschi. E' un messaggio brutto, distorto, che Rin accetta supinamente e non c'entra nulla che "tanto siamo in un fantasy" (mi ricorda troppo certe mentalità reali e pure moderne, in cui, specie in ambito lavorativo, le differenze del corpo vengono viste come un alibi per impedire la parità di carriera).

La seconda parte è meno appassionante, rallentata, e ho trovato le descrizioni splatter un po' troppo insistite, con pagine intere di indicibili scene, in cui sembrava in atto una gara a risultare la più truculenta possibile. 
Ok, forse ci si è affidati molto al "mostrare, non raccontare", ma dopo un po' certe lunghissime descrizioni (e ripetizioni) non parevano avere una vera giustificazione a livello narrativo. 
Di contro, mi aspettavo di più dalle scene di battaglia, dopo la parte teorica in Accademia, ma le stesse si sono rivelate abbastanza stereotipate.

«Perché so che brami il potere.» La sfiorò nuovamente sulla fronte. «Ma come farai a ottenere il potere dagli dèi se non capisci cosa sono?»


Tra gli aspetti positivi, segnalo le parti suggestive e avvincenti in relazione al contesto delle tradizioni e capacità sciamaniche, così come i tanti temi affrontati e che non sempre sono argomento su cui i romanzi epici indugiano volentieri: l'idea del gruppo dei soldati-spie, strani ed emarginati, che lottano, pur circondati dai pregiudizi; la debolezza e vulnerabilità umana, la dipendenza dalle droghe, i traumi post-guerra; l'odio cieco e distruttivo che alimenta entrambi i fronti in guerra, senza che nessun combattente possa definirsi moralmente superiore rispetto al suo avversario.
In questo senso il lato crudele e spietato di Rin e degli altri ha una sua lucidità coerente, senza mai concedersi pause buoniste o romantiche. Così come sono molto più frequenti le volte in cui Rin appare impotente e inetta, che non quelle in cui riesce ad esprimersi in modo completo.

Il finale è provvisorio (ma, trattandosi di una trilogia me l'aspettavo), interrotto sul più bello per consentire l'aspettativa del seguito, anche se non ho chiuso il libro con chissà che ansia, bensì con una forte frustrazione. 
Nel complesso, un libro che vale senza dubbio la pena di leggere e su cui riflettere: ci sono luci e ombre e lo consiglio a lettori adulti e consapevoli.

 «Allora perché non venerano me?» si lagnò Rin. 
«Perché non combatti. E anche perché sei strana e non altrettanto bella.»

Amarilli




4 commenti:

  1. per me è stata una lettura completamente fuori dalla mia confort zone e ti dirò l'ho trovata incredibile. mi sono appassionata molto alle vicende narrate e non l'avrei detto. di sicuro non è un libro facile, ma per me è stata un'esperienza positiva

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    1. Forse io sono più abituata a leggere libri particolarmente violenti, però dopo la violenza cercavo un po' di conforto. Sapere di dover rimandare tutto a un secondo volume... mi è mancato un piccolo contentino :( Comunque di certo un libro particolare.

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  2. che bella recensione, è un po' la mia paura per questo libro, inoltre con gli autori asiatici ho sempre qualche difficoltà. Sono ancora indecisa se leggerlo o meno

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    1. Grazie, Chiara! Sai che non sono sicura che sia il tuo genere... magari però lo amerai alla follia (mi pare che a te non fosse piaciuto tanto Liu).

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