REVIEW TOUR per "UN GIOCO DA RAGAZZI" di Erica Katz

Quando Alex Vogel, studentessa modello laureatasi con il massimo dei voti, riceve un'offerta di lavoro da un prestigioso studio legale di Manhattan, Klasko & Fitch, pensa che tutti i suoi sogni stiano per diventare realtà. Il salario è ottimo, il lavoro è entusiasmante e l'alcol scorre a fiumi ogni venerdì sera. Alex non si è mai sentita così potente e così sicura di sé. 

Ma sotto quella patina luccicante dell'azienda si nascondono segreti accuratamente celati. Gli avvocati scompaiono nel bagno per fare uso di cocaina, i soci dormono in ufficio e il loro cliente più importante molesta sessualmente una serie di colleghe, nessuna delle quali ha intenzione di denunciarlo. 

Man mano che le aspettative e le richieste dei clienti nei confronti di Alex aumentano, lei si rende conto ben presto che per adattarsi in quel mondo deve chiudere un occhio su ciò che accade e che non le piace. Tuttavia, mentre inizia a perdere il controllo sulla sua vita e sulle sue relazioni, la verità le appare lampante: quel club per soli uomini è un posto pericoloso, dove per raggiungere la vetta del successo devi seguire regole ben precise. Ma chi le ha decise? 
E se quel sistema fosse stato costruito in modo tale che una donna non possa mai vincere? 

Un romanzo coraggioso, capace di dar voce alle donne che in tutto il mondo lavorano in ambienti in cui le regole del gioco vengono decise dagli uomini.

Titolo: Un gioco da ragazzi
Autore: Erica Katz
Editore: Piemme **
** ringrazio la CE per la copia e l'opportunità!
Data di Pubblicazione: Ottobre 2020
Pagine: 416
ISBN-10: 8856675048
ISBN-13: 9788856675047



Gli uomini sono creature semplici, pensai.

Anche per formazione personale, amo i legal-books, che siano testi tecnici, thriller o anche solo romanzi d'ambientazione legale/forense (così come sono una patita di tante serie televisive simili): per questo non appena ho letto la sinossi del libro ho sentito un'istantanea e innegabile attrazione. 
E a conti fatti posso dire che sono state tre serate di lettura appassionante: se anche voi siete patiti del genere di cui parlo, questa è una lettura consigliata!

Forse la cosa che mi è piaciuta di meno è il titolo, perché "un gioco da ragazzi" sembra semplicemente un'impresa facile da realizzare, mentre il titolo originario rendeva meglio l'idea del "club dei maschietti".
Quando Alex, giovane neolaureata di Harvard (non proprio l'ultima delle scuole di legge) viene assunta in una gigantesca law firm internazionale, nel cuore di New York, sa già di gettarsi tra gli squali e che dovrà sgobbare per imporsi, farsi notare e risalire i gradini della carriera forense.
Mi è piaciuto che non fosse presentata come la solita Cenerentola capitata lì per caso: diventare un avvocato con i fiocchi è il suo obiettivo ed è disposta a iniziare a lavorare anche 24 ore al giorno, dormire su stuoie per terra (quando riesce a trascinarsi senza crollare sulla scrivania), partecipare a corsi e riunioni, prendere appunti, assorbire notizie, suggerimenti, trucchi del mestiere. Anche se questo vuol dire deludere le aspettative della famiglia e trascurare il fidanzato.

Ma un grande studio significa anche compiacere i clienti, frequentare i bar giusti, cenare con i soci che ti possono aprile le porte di quello che è il dipartimento più ambito da tutti i legali, ovvero "M&A", il remuneratissimo "Fusioni & Acquisizioni", un dipartimento i cui posti sono però occupati al 99,9% dai maschi e dove le donne sono viste ancora (forse) come un complemento d'arredo.

Precisetti (come viene soprannominata) è ingenua/smaliziata il giusto, quanto è veloce ad adeguarsi e a crearsi una corazza, nel bene (lei adora il suo lavoro ed è fatta per questa professione, impara a fare squadra, a dedicarsi totalmente alle sue scadenze, approfondisce, s'impegna) e nel male (bere senza limiti per festeggiare, sniffare per carburarsi, godersi il sesso clandestino pur sapendo che sarà uno sbaglio, dimenticare gli amici, mentire, annullare gli affetti in nome della carriera).

Nel complesso, mi sono divertita molto e ho tifato per lei (e di solito io tifo di rado per i personaggi femminili. 
Un po' "Il diavolo veste Prada" in versione "lawyer", un po' "Il socio" di Grisham ma in versione femminile, questo libro tiene incollati, avvincente come un film. Ed è vero, purtroppo, così realistico pur nel nostro 2020. Ci sono ancora tanti, troppi, territori professionali in cui le regole del gioco vengono decise solo dagli uomini.


 «Non possono permettersi la presenza di donne. Le donne restano incinte e vanno in maternità, e il gruppo è troppo indaffarato per assorbire il lavoro di un socio assente. 
O perlomeno, è quel che si dice in giro.»

Amarilli

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