Pensieri e riflessioni su "IO TI APPARTENGO" di Pepper Winters


Autrice: Pepper Winters
Titolo: Io ti appartengo. The indebted series
Traduttore: Cesa M. C.
Editore: Newton Compton
Collana: Anagramma
Data di Pubblicazione: Settembre 2015
ISBN: 8854180327
ISBN-13: 9788854180321
Pagine: 283

Trama - "Tu sei una mia proprietà. Ho un documento che lo dimostra. È innegabile. Tu sarai mia fin quando non avrai pagato il tuo debito". La famiglia di Nila Weaver è obbligata a rispettare un patto di sangue stretto in tempi antichi con la famiglia Hawk e, in quanto primogenita, la ragazza sconta ancora le colpe degli antenati. I secoli bui sembrano essere passati, ma i debiti non sono stati cancellati. E Nila ha poca possibilità di scegliere il suo futuro. Jethro Hawk, ultimo primogenito dei creditori, affascinante quanto agghiacciante, riceve Nila in eredità per il suo ventinovesimo compleanno. La sua vita gli apparterrà finché lei non avrà pagato il debito secolare. Jethro può fare di lei quello che vuole, senza porsi limiti, e Nila non può difendersi, né sperare in alcun aiuto. Può solo obbedire.

Il pensiero di Amarilli73

Ho acquistato questo libro consapevolmente, conosco il genere che poi non è così nuovo (alla fine pure il Conte de Dolmancé che inizia sessualmente e corrompe la giovane Eugenie che pure lo adora – in La filosofia nel boudoir – o l’amore-dolore che perseguono i protagonisti nella trilogia Risveglio di Anne Rice hanno alla base questo amore oscuro), non disdegno a priori i libri con scene forti o sopra le righe. 
Questo per indicare subito che la mia insoddisfazione di lettrice deriva proprio dal non aver trovato ciò che mi aspettavo. (AVVISO SPOILER) 
I personaggi: lui/lei dovrebbero essere creature con molte sfaccettature, intriganti, capaci di ispirare forti emozioni. Qui ci viene presentata una ventiquattrenne stilista in carriera, con una grandissima voglia di c… ma tenuta sotto una campana di vetro da padre e fratello iperprotettivi. E’ talmente a secco che la sua vita ruota intorno a una chat dove si scambia messaggini da adolescente con ormoni a palla. Oh, oh, che personaggio femminile intrigante. E poi la sua parola chiave è “barcollare”: ha le vertigini, si sente svenire, cade. Insomma, datele i sali. Questa Nila sono-in-calore-ma sono-tanto-per-bene mi è stata antipatica sin dall’inizio. 
Poi arriva l’angelo caduto, col solito corredo di aggettivi (gelido/crudele/arrogante, ecc.) e il kit del bad-boy (completo elegante, diamantone in vista, segreti oscuri, rivalità familiari, motorona nera e lucida che mai e poi venga il dubbio che il gioiello nascosto sotto la patta non sia meno che “MASSICCIO”) e mostra il suo biglietto da visita. 
Oplà, l’amato padre sbianca in volto e si limita a dire “Mi dispiace. Vai con lui.” 
Perché, come scopriamo da subito e ci viene ripetuto sino alla nausea, da 600 anni le primogenite dei Weaver hanno un’ipoteca sulla testa (in senso letterale). Qualche dubbio sulla credibilità dei passaggi: perché non smettere di fare figli e lasciar estinguere il patto? Avvisare la figlia, darla in adozione? 
Ma diciamo che questa lettura non è adatta a chi vuol cavillare o cerca un po’ di coerenza. 
In realtà il libro si snoda attraverso l’alternarsi delle estenuanti riflessioni dei due: Nila trema, prova sconcerto, poi capisce di dover reagire, non si arrenderà, salvo che al capitolo successivo già si trova a pensare quanto però Jethro possa essere affascinante e come potrebbe essere fare sesso con lui, ecc; lui continua ad essere scocciato, annoiato e poi, ahimè, è turbato perché non è la ragazza che pensava. Teme di non apparire abbastanza cattivo (probabilmente è uno che si esercita allo specchio per studiare il ghigno giusto). 
Un tira e molla protratto per capitoli interminabili dove lui la vuol portare via ma non la vuol forzare, lei scappa ma ci ripensa, lei non vuole salire sulla moto ma ci ripensa, lei vuole un caffè ma ci ripensa, lei vuole un bacio ma ci ripense, lei vuole con tutta se stessa dargli il buongiorno in gola ma non ci riesce e il suo ego ne è distrutto (“mi faceva sentire una ragazzina rifiutata”). 
Alla fine (se si eccettua una scena con tutta la famiglia – umiliazione collettiva già vista in parecchi libri BDSM) c’è un cliffhangher con caccia al cervo che dopo tanta noia suscita pure involontaria ilarità: Bambi nella radura. Dopo la moto, lui tirerà fuori pure il cavallo? 
La mia impressione complessiva è quella di un brodo allungato, di una storia stiracchiata per riempire un po’ di libri, di uno stile che non mi ha lasciato alcuna emozione (soprattutto “forte”). 
Visto che poco tempo fa ho letto il libro di Chiara Cilli, direi che tra i due non c’è paragone per intensità narrativa: la Cilli stravince 4 a 0.
Amarilli73

2 commenti:

  1. avevo preso questo libro con un'offerta in ebook ma mi sa che aspetto ancora a leggerlo.

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    1. Pure io in offerta, ma è stato un acquisto non soddisfacente :(

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