Pensieri e riflessioni su "LIBERATO" di Aleksandr Voinov

Titolo: Liberato
Titolo originale: Deliverance
Autore: Aleksandr Voinov
Traduttore: Martina Nealli
Lunghezza: 24 pagine
Prezzo: 1.49€
Data di pubblicazione: 10 ottobre 2015

Trama: Cavaliere imbattuto nei tornei e un tempo noto come “Leone di Kent”, William Raven si è unito alle file dei Templari in Terra Santa per sfuggire al passato e ai complotti dei suoi nemici. Chiamato a proteggere i pellegrini sulla via di Gerusalemme, qui si imbatte in Guy de Metz, suo amante del passato. Ma Guy non è più il damerino di allora.
Guy de Metz è riuscito a domare il famoso Leone, ma non a impedirne la fuga. Allontanato dalle voci e dagli intrighi, William finì per abbandonarlo senza l’ombra di un rimorso. Ora, dopo anni, l’uomo dichiara di aver dedicato la sua vita a Dio e Dio soltanto, ma Guy crede che nel cuore di William vi siano ancora la stessa fierezza e lo stesso orgoglio che conosceva lui, ed è deciso a dimostrarlo. 

Liberato è un racconto storico a tema gay dell’autore vincitore dell’EPIC Award e finalista al Lambda Award.

Il pensiero di Amarilli73

“Non cerco più il perdono. Era una follia. Se amarti è un peccato, sarò felice di bruciare all’inferno”. E’, non era. William si sentì quasi soffocare. 

Ho una grande passione per il racconto la novella, perché lì si può vedere la vera misura di uno scrittore: la capacità di condensare emozioni, storie e personaggi in poche pagine. Quindi con molte meno armi a disposizione per conquistare il lettore.
Qui Voinov ci offre appena uno squarcio nella vita di William Raven, il Leone del Kent, pochi giorni, poche ore, che però sono in grado di cambiare il corso di una vita. William è divenuto un monaco guerriero tra le fila dei Templari, ha rinunziato a ciò che era, ha rinnegato ciò che era, ha soffocato ogni sentimento che non fosse conforme alla sua nuova immagine. Eppure tutto si rivela così fragile e così artificioso non appena in Terrasanta giunge il suo Guy, con tutto il carico di ricordi rinnegati e soffocati…
Ho visto che qualche lettore si è interrogato sulla mancanza di un vero finale, o meglio sul non-finale. 
Personalmente sono convinta che questa potesse essere l’unica soluzione possibile: sfumare quando l’amore è ancora forte per poter dare un messaggio di speranza. 
E’ chiaro che una relazione così nella realtà storica non può aver avuto sbocco, sia perché in quel luogo e in quel contesto la morte era dietro l’angolo, sia perché troppe erano le pressioni esterne per poter ritenere credibile un rapporto di lunga durata. Dieci pagine ancora e Voinov sarebbe stato costretto per coerenza a rimettere il lettore di nuovo di fronte alla la sofferenza e all’isolamento dei due, forse persino alla scoperta del peccato e alla loro condanna. 
Quindi ho trovato stilisticamente perfetta la dissolvenza sulla presa di consapevolezza di William, sul suo sentimento al massimo grado d’intensità per Guy, sulla volontà di quel momento di voler vivere a modo loro, senza vincoli, senza divieti. In una parola, liberi. 
Del loro domani non ci viene detto nulla, ma in quell’oggi William e Guy sono liberi.

Voleva riassaporare la pelle di Guy, voleva sentirlo ridere. Voleva vederlo lottare, e guardargli il fianco in battaglia.
Amarilli73

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