Pensieri su "KULTI" di Mariana Zapata



Da piccola, Sal Casillas sapeva chi sarebbe stato l’uomo della sua vita: Reiner Kulti, l’icona del calcio, di cui aveva il poster appeso al muro.
A ventisette anni, però, Sal ha accettato che la realtà prendesse il sopravvento sulle improbabili fantasticherie di un tempo, ormai relegate in un passato lontano. O almeno così credeva, perché Reiner Kulti è appena piombato nella sua vita, e questa volta in carne e ossa o, meglio, in scarpini e fischietto: sarà il nuovo allenatore della sua squadra. Sembra un sogno che si realizza. Eh, già, sembra, perché la tensione tra i due non tarda ad arrivare... ed è tanto travolgente quanto proibita.
Giorno dopo giorno, il rapporto tra il mister e la sua giocatrice si trasforma in un estenuante pressing, in cui si alternano rivalità, odio, risate, tregue. Così, tra un battibecco e l’altro, Sal e Reiner vedono nascere tra loro un’amicizia speciale, che si fa via via più appassionata. Entrambi hanno paura di subire un gol, entrambi temono quel che potrebbe succedere se infrangessero le regole... Chi vincerà la partita?
Quando il tuo allenatore di calcio è anche il tuo primo amore, riuscire a concentrarsi in campo non è un’impresa facile...

Titolo: KULTI
Autrice: Mariana Zapata
Editore: Newton Compton
Pagine: 480
Uscita: 23 aprile 2024



Di solito la Zapata mi piace, specie con il binomio sport romance + slow burn, però stavolta ha trascinato le cose un po' troppo in lungo.

L'ambiente è quello del calcio femminile statunitense: la ventisettenne Sal (origini messicane) è ormai una veterana della squadra di Houston, quando, come mossa strategica e di marketing, piomba su di loro come aiuto allenatore uno dei più celebri calciatori del momento, il tedesco Reiner Kulti, ormai ritiratosi dalla professione, ma pur sempre un personaggio, dentro e fuori dal campo.

Inizialmente ci sono freddezza e incomprensioni (tutti i maschi usciti da questa penna sono str**** e con un pallone infilato su per il ****), ma poi i due sciolgono il ghiaccio, diventano amici e arrivano al lieto fine.
Tutto come secondo gli schemi della Zapata, dunque, solo che è un po' il solito ritornello; in più c'è l'elemento #agegap, perché Kulti è più vecchio di 12-13 anni ed era l'idolo di Sal fin da bambina, ma sentirlo chiamare "kulti", "il tedesco" o "mangiacrauti" sino al 60% me lo ha fatto apparire vecchio e antipatico, quasi una figura paterna e non certo appetibile.
A tratti mi sono pure annoiata, senza mai entrare di cuore nel romanzo.

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