Pensieri su “Il volo del falco” di Ornella Albanese

 

Nella tormentata Italia del Duecento, Federico II ha scelto proprio Sassovivo per costruire uno strano castello. I feudatari sperano sia per dilettarsi nella caccia col falco di cui è appassionato, invece al suo arrivo l’imperatore impone al fidato cavaliere Angus di Yeslick di sposare la figlia del duca di Sassovivo. Ma chi è la vera Beatrice? La scialba nobildonna alla quale Angus ha rivolto la sua domanda di matrimonio o l’ardente fanciulla inseguita nel bosco, che ha colpito i suoi sensi e acceso la sua fantasia? E per quale motivo lei ha accettato di sposarlo? Perché lo ama o perché ha bisogno di una spada che la difenda dal crudele cugino Lodovico? Il loro rapporto è subito burrascoso, ma il destino ha in serbo delle sorprese…

“Il volo del falco” 
Autrice: Ornella Albanese
Collana: I Romanzi – Oro 261
Ambientazione: Italia, 1245
Uscita: settembre 2024



Questa è una seconda lettura, perché ricordavo una trama simile e infatti, se non ricordo male, devo aver letto questo libro circa quindici anni fa, quando approfittavo dei libri che si passavano mia madre e le mie zie.

Detto questo, ho sempre amato la figura di Federico II di Svevia, anche se qui lo troviamo solo sotto forma di fugace apparizione per dare vita a quello che sarà il motore della storia.
Dopo aver combattuto a lungo per il suo imperatore, il cavaliere Angus aspira a rientrare in Germania per godersi finalmente i propri possedimenti. Ma l’imperatore ha piani diversi: per stabilizzare il regno, vuole organizzare matrimoni di stato (idea vecchia, ma spesso vincente) tra i propri soldati e le eredi delle famiglie potenti del luogo.
Tra queste fanciulle papabili rientra anche l'unica figlia del duca di Sassovivo, ragazza scaltra che sta cercando a sua volta di difendere la propria libertà e autonomia rispetto a concorrenti, nemici e vicini che ambiscono le terre paterne (essendole preclusa ogni possibilità di mantenere il castello senza una protezione maschile). 
In effetti, prima per caso e poi per necessità, i due continuano a incontrarsi/scontrarsi, detestandosi e poi amandosi, sino a coalizzarsi contro il pericolo comune e ad arrendersi all’inevitabile risultato delle nozze.

Si tratta di un romanzo gradevole e ben scritto, antesignano storico degli enemies to lovers che tanto ci piacciono oggi, e sono felice di aver recuperato un’edizione nuova e tutta mia.
L'unico piccolo neo resta la brevità, che non consente un adeguato approfondimento dei personaggi, anche perché ogni sviluppo è confinato nello spazio di pochi giorni.  
In buona sostanza, è bello ma finisce presto. Come desiderio personale, avrei voluto vedere Beatrice e Angus insieme anche dopo, magari alle prese con la vita del castello o a confronto con l’imperatore (di cui non mi stancherei mai di leggere). 

Peraltro, se volete respirare le stesse atmosfere e prendervi un ulteriore vacanza virtuale nel mondo dello Stupor Mundi, vi consiglio assolutamente un altro romanzo di Ornella Albanese, IL FALCONIERE DEL RE.

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