Pensieri su "Il ladro linguanera" di Christopher Buehlman
In un mondo dove la morte è costantemente dietro l’angolo, l’onore è un lusso che pochi possono permettersi.
Kinch Na Shannack è debitore di una considerevole somma verso la Gilda dei Prenditori, che gli ha impartito un’impeccabile istruzione per diventare ladro, insegnandogli, tra le altre cose, a scassinare serrature, scalare muri, usare il coltello, raccontare bugie, piazzare trappole, nonché qualche piccolo incantesimo. Decide quindi di nascondersi nel folto della foresta per mettere in pratica quello che ha imparato contro il primo malcapitato che si troverà a passare di lì. Purtroppo per lui, però, si trova davanti Galva, ancella della dea della morte e abile guerriera, sopravvissuta alle feroci guerre contro i goblin; sta viaggiando in cerca della sua regina, scomparsa dopo che la città del nord in cui si trovava è caduta in mano ai giganti. È così che Kinch, a cui Galva risparmia la vita, viene costretto dalla Gilda a seguire la ragazza in un viaggio che unirà per sempre i loro destini. I due si troveranno coinvolti in un’epica avventura segnata da inaspettati pericoli e doppi giochi da svelare, in un paese devastato dalle guerre, dove i goblin sono affamati di carne umana e mostri leggendari si rifugiano nelle profondità del mare.
di Christopher Buehlman
Pagine 487
Fazi Editore
Uscita: 18 giugno 2024
La fortuna esiste per davvero e chiunque dica il contrario lo fa solo per attribuirsi tutti i meriti del proprio successo. La fortuna è un fiume. Io riesco a percepire quando vi sono immerso e ne sono fuori. Pensateci un attimo. La maggior parte delle persone tenta imprese difficili o improbabili senza la minima cognizione dell’esito che avranno. Io no. Quando avverto la calda luce interiore della buona stella proprio lì, al di sotto dello sterno, io so che, sì, posso rubare la borsetta di quella donna e che dentro troverò un diamante o tre leoni d’oro. So che posso raggiungere con un bel salto il tetto vicino e che il mio piede non atterrerà sulle tegole instabili. E so che quando mi siedo per mescolare un mazzo di Torri, l’altro giocatore sarà sommerso di Api e Pale e probabilmente riceverò una o due visite dalla nostra vecchia amica, la Morte.
In un continente impoverito e uscito più che malconcio da numerose guerre contro i goblin, l’unico sogno a cui può aspirare un ventenne come Kinch è, a parte andare in guerra o lavorare in miniera (obiettivi poco appetibili) e fare il mago (obiettivo troppo lontano), diventare un ladro, ma uno di quelli bravi, tanto da fare carriera all’interno della Gilda dei Prenditori.
Tuttavia, la Gilda chiede soldi per addestrarti e il debito troppo elevato diventa una mano sulla guancia, segno per tutti che il tuo destino è abbastanza segnato. A meno di non provare a rapinare la persona sbagliata e di non scoprire che c’è una regina, all’altro capo del mondo, da salvare.
Un fantasy diverso dai soliti, con vari debiti e vari spunti originali, narrato in prima persona (voce davvero simpatica).
Dalla Foresta degli Orfani alle terre nordiche dell’Oustrim invase dai giganti, un viaggio agrodolce, ricco di tatuaggi magici, animali stregati e miscugli, insieme a una compagnia strampalata (due su tutti, Galva, cavaliera virtuale e spadaccina, e Norrigal, maga pasticciona) che non promette finali rosa e che ti lascia pure più di un pizzico di malinconia.
Insegnamenti: non aprire libri decorati con tanti dentini se non conosci l’Alfabeto Assassino.
Bonus spezza-cuore: Billy il Bullo e i suoi rao.
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