Pensieri su “Schiavo del tuo cuore” di Mirta Drake

 

Roma, 43 a.C. Viridis è uno schiavo guerriero, determinato a riconquistarsi la libertà attraverso la gloria nell’arena. Diventa così uno dei gladiatori più celebri di Roma, ma la ludus gladiatoria cade in disgrazia e le cose peggiorano ancora quando il suo padrone subisce un attentato. 
Torna allora nella capitale l’unica figlia del suo signore, Zenobia, con l’intento di risollevare le sorti della ludus, sfidando regole e convenzioni. Prigioniera di un matrimonio infelice, la giovane è decisa a dimostrare al padre che può essere orgoglioso di lei quanto di un figlio maschio. 
Ma quando incrocia il magnetico sguardo di Viridis, ogni suo piano vacilla sotto le sferzate di un’attrazione tanto proibita quanto pericolosa, una lussuria da tenere segreta a ogni costo…

“Schiavo del tuo cuore” 
di Mirta Drake
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Extra Passion 137
Uscita: maggio 2022



Con questo nuovo cambio storico (dalla Londra di metà ottocento al primo secolo avanti cristo), Mirta Drake dimostra una notevole versatilità nel sapersi muovere tra epoche diverse, così come ci conferma ancora una volta l'accuratezza con cui riesce a ricostruire il contesto sociale, tra ambienti, costumi e oggetti. 

A volte, leggendo storici, resto delusa dal poco approfondimento di ciò che fa da contorno alla storia, ma non è questo il caso. Anzi, da subito si viene trasportati in una domus romana, non patrizia ma comunque di un ceto abbiente, anche se piccoli indizi ci fanno capire che qualche imprevisto ha portato la famiglia protagonista sull'orlo del tracollo finanziario.

E qui c'è il primo colpo di scena: ci troviamo nella casa di un lanista.
Ora, se fino a una decina d'anni fa pochi conoscevano il termine, dopo il successo mondiale del serial "Spartaco", un po' tutti ci siamo fatti l'idea del mestiere di addestratore di gladiatori, impresari che mantenevano una vera e propria squadra di campioni (a volte schiavi, a volte no), per farli combattere nelle arene o far partecipare a giochi e cerimonie durante feste o in onore di eminenti politici. 
I gladiatori erano un po' le celebrità sportive del tempo, per quanto ciò non risparmiasse loro le dure condizioni in cui si allenavano, combattevano e morivano (spesso per ferite mal curate durante l'addestramento o anche a seguito di una vittoria). In effetti, i romani ne subivano il fascino e scommettevano su di loro, le matrone più intrepide aspiravano ai loro favori.

La giovane Zenobia, figlia di un lanista, è stata mandata a Capua da un parente per intercettare un buon partito, anche se il matrimonio non si è rivelato e felice ed è a rischio ripudio. Al contempo, quando rientra in fretta a Roma, scopre che l'attività del padre è in pericolo e lui stesso è gravemente ferito.
Ma Zenobia è cresciuta osservando i gladiatori, ha appreso i segreti e l'arte di compiacere clienti e pubblico offrendo grandi duelli, e ha l'occasione di stipulare un patto di rivincita con lo schiavo più forte e temuto della ludus, il possente Viridis. 

Se lei è ostinata, impulsiva e leggermente superba (anche se occorre concedere che l'appartenenza a una classe superiore potesse influire su mentalità e comportamenti), lui è intelligente, acuto e leale. Non si è rassegnato al proprio destino, ma vuole sopravvivere ad ogni costo perché ha un ultimo obiettivo da perseguire. 
Quindi, anche se i loro interessi sono completamene diversi e all'inizio non riescono a fidarsi l'uno dell'altra, dovranno comunque cercare un compromesso.

L'autrice è coerente e non edulcora la violenza e spietatezza di un momento storico violento e spietato. Nel complesso, ne deriva una storia intrigante e vivace, dove forse l'elemento avventuroso prevale su quello romantico (anche a causa della concentrazione degli eventi), ma che comunque colpisce e ci regala figure originali e complete.

Bonus uno: leggerei/vedrei di tutto con i gladiatori.
Bonus due per la cover: mentre lo leggevo, mi figuravo Viridis proprio così.

Amarilli


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