Pensieri su "Oliva Denaro" di Viola Ardone



La colpa e il desiderio di essere liberi in un romanzo di struggente bellezza. 
«Io non lo so se sono favorevole al matrimonio. Per questo in strada vado sempre di corsa: il respiro dei maschi è come il soffio di un mantice che ha mani e può arrivare a toccare le carni». 
Dopo "Il treno dei bambini", Viola Ardone torna con un’intensa storia di formazione. Quella di una ragazza che vuole essere libera in un’epoca in cui nascere donna è una condanna. Un personaggio femminile incantevole, che è impossibile non amare. Un rapporto fra padre e figlia osservato con una delicatezza e una profondità che commuovono.

Titolo: Oliva Denaro
Autrice: Viola Ardone
Editore: Einaudi
312 pagine
Uscita: 28 settembre 2021



«La donna singolare non esiste. Se è in casa, sta con i figli, se esce va in chiesa o al mercato o ai funerali, e anche lì si trova assieme alle altre. E se non ci sono femmine che la guardano, ci deve 
stare un maschio che la accompagna».
La maestra aveva fermato a mezz’aria le dita dalle unghie laccate di rosso e aveva arricciato il naso, come sempre faceva quando pensava.
«Io una donna femminile singolare non l’ho vista mai», avevo proseguito timidamente.



Regole regole regole.
Sin dalle prime pagine di questo titolo ci troviamo ad ascoltare elenchi di regole per ogni cosa, un modo chiaro e sintetico per descrivere la costrittiva situazione delle donne e in un secondo sguardo anche degli uomini di quel tempo e quel luogo.

Un romanzo ben scritto e ben narrato, con tanti comparenti e tante sfumature, un po’ di storia d’Italia e molto teatro umano.

Tra le belle pagine di questo racconto anche accenni ad altri meravigliosi testi, come quel “non lo preferisco” detto sempre dal padre di Oliva che è un chiaro richiamo a quel racconto straordinario che è “Bartley lo scrivano” di Melville e come non collegare la “Marsina stretta” di Pirandello in quella scarpa zoppa che rompe gli indugi, spezza gli intontimenti, fa prendere coscienza e fa agire con consapevole volontà, che spezza le catene dei condizionamenti in cerca di una falsa convenienza per seguire l’impervia ma insostituibile via della libera scelta.

Il titolo nasce dall’anagramma del nome dell’autrice. 
Una scelta significativa, che ho interpretato come un’immedesimazione della donna Viola Ardone, nella donna di cui scrive, che è parte della sua storia sociale e parte della sua attuale identità femminile.
Dall’anagramma delle sue lettere prende vita questa altra donna, Oliva, che è Viola, che è anche me, che è tutte noi.

Un percorso di emancipazione, piccole e anonime scelte disperatamente coraggiose che hanno portato alla rivalsa simbolica e concreta sia nella narrazione sia nella realtà, nella storia delle donne del passato, le presenti e quelle del futuro


Lucia

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