Review Party per "LE IMPURE" di Kim Liggett



Nessuno parla mai dell'anno di grazia. È proibito. 
Nella Garner County, tutte le ragazze, al compimento del loro sedicesimo anno, vengono bandite dalla comunità e obbligate a vivere nella foresta per un anno, affinché sfoghino la loro magia nella natura selvaggia per poi tornare nella civiltà, sempre che sopravvivano, purificate e pronte per il matrimonio. Nella società patriarcale in cui sono cresciute, infatti, si è convinti che a quell'età le ragazze abbiano il potere di persuadere gli uomini ad abbandonare i loro letti coniugali, di far perdere la testa ai coetanei e di far impazzire di gelosia le mogli. Si crede che la loro stessa pelle emani un forte afrodisiaco, l'essenza potente della gioventù, delle ragazze sul punto di diventare donne. Tierney James, però, non si sente potente. Né si sente magica. Ma, questo sì, sente che dietro l'esperienza che la attende si cela qualcosa di più spaventoso dei pericoli nascosti nella foresta o dei bracconieri pronti a rapire lei e le altre ragazze per ucciderle, farle a pezzi e venderle al mercato nero. La minaccia più grande e terribile potrebbe arrivare proprio dalle sue compagne di sventura, ma Tierney non è disposta a subire passivamente la sorte che le è stata assegnata... 
Con prosa tagliente e crudo realismo, "Le impure" racconta i complessi legami che uniscono tra loro le ragazze – e le donne che saranno – e la necessità di opporsi con forza a una società troppo spesso ancora misogina e patriarcale che impedisce loro di esprimere in totale libertà i propri talenti.

Autrice: Kim Liggett
Le impure
Titolo originale: The Grace Year
Editore: Mondadori *
* ringrazio la CE per la copia fornita
Pagine: 312
Genere: distopico
Uscita: 12 aprile 2022


Oggi sono lieta di inaugurare un nuovo evento, dedicato all'uscita di un romanzo distopico di grande successo, e a cui partecipano altre blogger con cui ho spesso occasione di condividere le letture.
Perciò Vi invito, sino al 30 aprile a seguire le altre recensioni seguendo il CALENDARIO qui sotto:



Pensavo che la mia magia consistesse in questo: 
nella capacità di vedere cose precluse agli altri, 
cose che non volevano nemmeno ammettere con se stessi.
Ma basta solo aprire gli occhi.
I miei occhi sono spalancati.

Il primo motivo che mi ha indotto a leggere questo romanzo è stato il richiamo a un mix tra "Signore delle mosche" e "Il racconto dell'ancella", due romanzi che mi sono molto piaciuti in passato, anche se soltanto il secondo si avvicina a "The Grace Year" per l'ambientazione distopica e il messaggio femminista. 

LE IMPURE ruota principalmente intorno all’idea che spesso le donne sono discriminate perché non riescono a sostenersi e a a esercitare una forza comune, finendo per farsi male da sole; è la classica ipotesi del gallo nel pollaio, a cui basta mettere in competizione le sue pollastre per avere una massa adorante, obbediente e asservita, senza muovere un dito…
Nella società immaginata dalla Liggett le donne vengono considerate niente più che un mezzo di riproduzione e perciò divise in trecce bianche (pre-pubertà) ancora innocenti, trecce rosse (quando entrano nell'anno di grazia) e trecce nere (mogli/madri oppure lavoratrici).
Tutte le ragazze, quando non possono essere ritenute più bambine, vengono "scelte" come spose o "scartate" e inviate tutte in un luogo esterno, dove trascorreranno un anno lontane dalla comunità a purificarsi dalla propria pericolosa magia femminile, per tornare pronte a servire i maschi della classe dominante (gli altri sono ridotti al rango di guardie oppure emarginati nelle fattorie o nei sobborghi).

Anche se il tema non è il massimo dell’originalità (Il racconto dell'ancella, Vox, tanto per fare qualche esempio), la storia è sviluppata in modo interessante e con una tensione crescente, soprattutto nella prima parte. Invece il ritmo si indebolisce durante il periodo dell'accampamento, in cui le scene diventano talora ripetitive e inutilmente allungate.

La mia impressione è che l'autrice abbia approfittato un po' troppo delle atmosfere da Rave Party, tutto sogno, confusione psichedelica e vertigini, usandolo come stratagemma narrativo per evitare di dover fornire spiegazioni precise o per svicolare da più di qualche incongruenza.

In effetti, pur essendomi piaciuta la storia di Tierney e aver tifato per lei durante tutto l'anno di isolamento forzato, ho patito molto la mancanza di un contesto più specifico e di un vero antefatto. 
Credo che uno dei punti di forza di un distopico sia la creazione di una storia/società alternativa che risulti in qualche modo credibile; ma qui l'autrice è molto parca nel fornire dettagli sull'origine di Garner County e sul perché, a un certo punto, si sia deciso, di instaurare un regime così brutale, quasi contro gli stessi interessi della comunità. 
Siamo circondati da paesi reali dove le donne non hanno accesso all'istruzione, alle cure mediche, dove sono nascoste sotto un vestito imposto e private delle più elementari libertà e non serve lavorare di fantasia per immaginarlo; quindi avrei voluto comprendere il motivo di un'aggiunta consuetudinaria tanto brutale con cui, oltretutto, si rischia la perdita dei "migliori" esemplari che dovrebbero poi consentire alle famiglie dominanti di generare eredi.

Tante, troppe cose, sono lasciate nebulose, soprattutto verso la fine. 
L'elemento romantico si è rivelato piuttosto superfluo e non c'è un vero momento catartico che ti faccia dire: abbiamo sofferto, ma poi abbiamo trovato il nostro riscatto. 
Si chiude il libro più colme di mestizia, che di speranza, anche se il messaggio è inquietante e fa riflettere. 

Amarilli

4 commenti:

  1. Lo sto leggendo adesso e sono in sintonia con il tuo pensiero

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  2. Manca una buona costruzione del world building

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  3. Il finale mi ha lasciato un po' così, ha un suo senso proiettato nel futuro ma mi sarebbe piaciuto più aggressivo. Per il resto alcune mancanze nella costruzione del worldbuilding che però non mi hanno fatto rallentare la lettura

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