Pensieri su "DI MORTE E D'AMORE. La prima indagine di Fortunata, Tanoesteta." di Stefania Crepaldi
Le mani di Fortunata sono magiche. Sanno prendersi cura di uomini e donne, con dolcezza e premura. Lavano, vestono, abbelliscono e rasserenano, passano delicate sulla pelle e sul viso. C’è solo un problema: i corpi cui Fortunata provvede sono quelli dei defunti. Lei è infatti l’ultima discendente di una stirpe di becchini, la più antica di Chioggia. Per questo suo padre, un uomo congelato nel dolore per la morte della moglie, vorrebbe che lei ereditasse l’impresa di famiglia. Per questo Fortunata è fin dall’adolescenza vittima dell’ignoranza e della superstizione dei suoi paesani. Il suo sogno sarebbe quello di diventare pasticciera, e mettere le sue mani così abili al servizio della gioia e della festa e non del lutto. L’occasione le si presenta quando viene assunta per uno stage nel catering dei fratelli Mengolin, famosi ristoratori veneziani. Per Fortunata potrebbe iniziare una nuova vita, ma il primo giorno di lavoro, durante lo sfarzoso matrimonio della figlia della famiglia Boscolo, il padre della sposa muore in circostanze poco chiare, e i sospetti sembrano convergere proprio sulla giovane tanatoesteta. Così Fortunata, per salvarsi, dovrà improvvisarsi investigatrice. E nel suo cammino così difficile il destino le offrirà uno strano alleato, un uomo misterioso quanto affascinante…
Un romanzo giallo che intreccia sorrisi e dolori, con una protagonista piena di voglia di vivere e di amare che fa i conti con la malvagità e l’avidità del mondo, sullo sfondo magico di Chioggia, città magnifica che a volte sembra vivere di vita propria.
Stefania Crepaldi
Di morte e d'amore. La prima indagine di Fortunata, Tanoesteta.
Editore: Io Scrittore - Gruppo editoriale Mauri Spagnol
* ringrazio la CE per la copia fornita
* ringrazio la CE per la copia fornita
Pagine: 197
Uscita: 24 marzo 2022
Il mare irrompe dalla finestra, spazza la solitudine,
impregna le pareti della stanza con il suo aroma salato e pungente.
Inspiro a fondo. Inspiro a occhi chiusi.
Lo sciabordio delle onde mi consola.
Assaporo. Rinasco.
Il mare è il mio migliore amico. Non mi giudica, comprende la mia paura.
Sa che voglio scappare da questo destino con tutta me stessa.
Da buona veneta, sono subito stata attirata da questa opera prima ambientata niente meno che tra Chioggia e Venezia.
Mentre tutto il mondo conosce quest'ultima, Chioggia è sempre stata per me un piccolo regno felice, una sorta di miniatura meravigliosa della Serenissima, lambita dalla laguna, ma defilata, se vogliamo, rispetto alle rotte principali dei turisti, e forse a volte un po' dimenticata (chi, invece, è cresciuto andando al mare a Sottomarina, la conosce bene). Per cui già sono grata a chi ha scelto di tributarle la giusta attenzione per scrivere un romanzo.
La Crepaldi sceglie un personaggio particolare per farne la protagonista di questa storia a sfondo giallo/rosa (e il fatto che si parli di "prima indagine" mi fa pensare che ci troviamo all'avvio di una vera e propria serie), una donna che è abituata a trattare cadaveri e che "puzza" di morte, non tanto perché è una serial killer o la (solita) medico legale, ma perché è una professionista delle pompe funebri.
Nella vita, Fortunata è una tanoesteta, ricompone le salme, le riveste, le trucca, restituisce loro la giusta dignità che meriterebbero (o almeno quella che i parenti si aspetterebbero: purtroppo anche questa professione viene lasciata al codice etico del singolo, con addetti più o meno competenti).
Magari non è il mestiere dei sogni di tutte le ragazze, e infatti non lo è neanche per Fortunata!
Lei non ci vuole restare relegata in questo ruolo, emarginata dal resto della comunità, con l'unico conforto di una nonna, di un padre amareggiato e ancorato alla memoria della moglie defunta, e di pochi amici (anziani) che la comprendono.
Il vero sogno è, infatti, quello della pasticceria: in quel campo le sue mani sarebbero davvero in grado di creare e dare forma a qualcosa che la renderebbe felice.
Ma quando sembra che la buona sorte voglia offrirle la sua grande possibilità, attraverso un apprendistato presso una delle ditta più importanti del settore locale, Fortunata scoprirà che il fato con una mano le tende il premio e con l'altra le richiede un contrappasso...
Mi è piaciuta molto Fortunata, la sua trasparenza nei desideri, la sua ansia di fuggire, senza però mai venire meno ai suoi impegni e ai suoi affetti. Credo che, se ben coltivata, questa neo-investigatrice potrà raggiungere la sua piena maturità, per la gioia dei lettori.
Bella, ovvio, anche l'ambientazione, così come ho trovato ben descritti anche i movimenti tra questi luoghi così caratteristici.
Forse la parte che ho trovato più debole è stata quella dell'indagine, perché mi sarei aspettata che la protagonista utilizzasse qualche suo "sapere" del mestiere per curiosare, mentre per ora è stata un po' troppo usata/sfruttata da altri, e non ho avvertito questa gran curiosità di scoprire il mistero.
Ma immagino che deve solo trovare il suo giusto posto nel mondo.
Il finale agrodolce mi è parso invece giusto e perfetto.
io voglio il seguito!
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