Pensieri su “Lo sceicco” di Connie Mason



Jamal conosce il suo dovere: consegnare la principessa Zara al sultano e catturare il padre di lei, ponendo fine alle razzie delle carovane da parte dei berberi. La bellezza dell’indomita guerriera, però, lo confonde: è la prima volta che si trova davanti un nemico tanto seducente. Divenuta sua schiava, Zara si ritrova in balia del fascinoso sceicco che la tenta in ogni modo. Lei prova a resistergli, ma la promessa di piacere che intravede fra quelle braccia possenti la spinge ad abbandonarsi a un’estasi sconosciuta. Finché, in una notte stellata, la ragazza fugge con l’aiuto del padre. Jamal, furioso per essersi lasciato raggirare, parte all’inseguimento della giovane. E quando la raggiungerà fra le dune del deserto incandescente, sarà lui ad avere la sua focosa vendetta…

“Lo sceicco” 
di Connie Mason
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Introvabili 83
Ambientazione: Marocco, 1673


LO SCEICCO (Sheik) è una delle opere più famose di Connie Mason, celebre autrice di oltre cinquanta romanzi storici di varia ambientazione.



Di solito riesco quasi sempre a trovare qualcosa di buono nei recuperi di romanzi con un ventennio sulle spalle, tipo che da allora i gusti delle lettrici e lo stile narrativo sono cambiati, ecc., ma francamente per questo dovrei davvero fare uno sforzo notevole.

[POSSIBILI SPOILER - NON PROSEGUITE SE VOLETE LEGGERLO]
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Già di per sé la storia è assurda: uno sceicco è incaricato di eliminare la minaccia di una tribù berbera che assalta le carovane, ma nel farlo imprigiona la figlia del capo e i suoi ormoni vanno prontamente in corto circuito, per cui è tutto un "donna, ti piegherò al mio volere", "sei una schiava, farai ciò che dico". 
Il canovaccio è semplicemente irritante 😣, con scene di soprusi e machismo di lui: per carità, è una prigioniera e la violenza avrebbe anche potuto apparire realistica, ma al solito lui "convince" le donne a piegarsi solo con il tocco sapiente delle dita nei punti giusti e lei è tutta un uggiolare al nemico. 

A questo si aggiunge la banalità dei dialoghi e un appellativo ("mia dolce virago") ripetuto circa 150 volte. Ma si può sentire "dolce virago", detto da uno sceicco a una sua schiava, nel 1673?
E poi si lavano, in continuazione. Passano le giornate a passarsi la schiuma e a profumarsi: un tocco di civiltà, e anche qui potrebbe starci, ma il fare il bagnetto alla schiava diventa in alcuni capitoli il picco di vivacità della trama, quindi  la pazienza di chi legge viene messa a dura prova.

Tuttavia è il resto del contesto storico che mi ha fatto decidere per un no totale: passi che il sultano riceva lo sceicco (un altro maschio, dunque) attorniato dalle donne del suo harem, tutte ben visibili e stese languide sui cuscinoni (forse solo in qualche film di serie B ricordiamo simili rievocazioni); ma quando salta fuori che i titoli nobiliari inglesi vengono tranquillamente tramandati per linea materna e anche da chi è nato da matrimonio non cristiano (e perciò neppure riconosciuto dalla legge...)

Insomma, più che uno storico, un fantasy. 
Consigliato a chi amava quel certo tipo di romanzoni Mille & una notte e "caro sceicco, fai di me la tua favorita".

Amarilli

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