Pensieri su "IL SOLE NUDO" di Isaac Asimov

Giallo e fantascienza si fondono in questo romanzo del geniale Isaac Asimov, l'autore di "Anni senza fine" e di altri romanzi di successo. 

Da una povera Terra, umiliata al punto che i suoi abitanti vivono vergognosi nel sottosuolo, viene chiamato a Solaria, pianeta della Galassia, un intelligente poliziotto perchè svolga le indagini relative a un delitto. Solaria è un mondo perfetto, i suoi abitanti sono pochissimi, rigorosamente selezionati, ricchissimi e padroni di uno stuolo di perfetti robot capaci di eseguire qualsiasi lavoro. Da duecento anni non succedeva un atto criminoso a Solaria, dove la polizia è ritenuta superflua. Ora, un uomo viene ucciso in circostanze misteriose. Un uomo potente, un perfetto Solariano. Chi è il colpevole? I Solariani che vivono nelle loro torri d'avorio non si frequentano l'un l'altro, ma si "vedono" solo a distanza grazie a ingegnosi visori. Chi dunque ha ucciso il dottor Delmarre? Sua moglie, la piccola Gladìa dagli occhi verdi, che inconsciamente si ribella al rigido formalismo solariano? Il vecchio Thool, tremulo e bonario medico? Il rigido Leebig, o la esperta Klorissa? Tutti avevano l'occasione e il movente per uccidere, ma chi di loro è il colpevole? Ciò che i superuomini non sono riusciti a fare, lo fa il modesto poliziotto della Terra perchè è più umano, e può comprendere meglio i tortuosi meandri del sentimento. E dà una grande lezione ai superuomini di quel mondo perfetto: l'uomo deve restare uomo, le macchine non potranno mai sostituirlo del tutto.

Isaac Asimov
IL SOLE NUDO
Editore: Mondadori
Pagine: 252
Genere: scifi
Ultima edizione Oscar: 1995



Continuo il ciclo Asimoviano dei Robot.
Ho letto con molto piacere i racconti che mi hanno introdotta alla psicorobotica e ho iniziato i primi due libri di gialli galattici firmati da Asimov, Abissi d’acciaio, ambientato su una terra soffocata per popolazione e per infrastrutture che relegano tutti i suoi abitanti sottoterra e ho appena finito Sole Nudo.

È proprio nell’ambientazione che vi sono le maggiori e interessanti differenze tra i due libri, infatti la coppia Baley e la sua spalla robotica Daneel Olivaw saranno chiamati su Solaria, pianeta di poche migliaia di individui, sempre meno umani a risolvere il primo caso di omicidio della storia del pianeta.
Chi meglio di un terrestre per trovare l’assassino?

Un giallo classico , una sorta di delitto della camera chiusa ambientato agli usi di questo strano astro, in cui l’interpretazione delle dinamiche e del modo di vivere e in generale la società dei solariani sarà una parte assai intrigante e di vitale importanza per la risoluzione del caso.

A Solaria non ci sono città sotterranee, anzi non ci sono proprio città, ognuno vive solo, senza avere quasi mai contatti con altri, e brilla il sole, un sole senza barriere, un sole nudo che terrorizza e affascina Baley.
A Solaria è tabù stare in presenza con altre persone, ci sono parole oscene come “affetto” o “bambini”, e le nuove generazioni vengono allevate da amorevoli robot in apposite fattorie dove sin dalla giovane età si combattono i naturali istinti di aggregazione e contatto umano, così da creare dei freddi perfetti Solariani.

Che mettano filtri al naso e indossino guanti. Che disinfettino l'aria. E se vedermi in carne e ossa offende la loro morale pulitina, che chiudano gli occhi e arrossiscano pure

Mascherine, guanti, distanza sociale, video chiamate… Come spesso avviene la realtà si avvicina pericolosamente alla fantasia.

Un libro appassionante nella sua parte investigativa, ma ancor di più è stato interessante sbirciare la società solariana con le sue regole e tabù, e mi è venuta molta curiosità di atterrare nel prossimo capitolo dove le indagini si svolgeranno su Aurora.

Belle le conclusioni, con il difficile bilanciamento della convivenza con le sempre più massicce presenze robotiche, e seppur penso di aver letto una versione censurata, bella anche la tenue ma significativa tensione sensuale con Gladia, unica sospettata, figura intrigante e controversa simbolo dell’innata insofferenza alle innaturali imposizioni solariane.

Infine c’è quel pensiero del piccolo terrestre, quella voglia di uscire allo scoperto di affrontare le sue ansie di fronte all’infinito, di rivedere il sole, il sole nudo.

C'era il sole che brillava su di loro. 

Lui guardava in su e si vedeva solo la base degli ultimi piani, riparati dalla cupola, eppure il sole brillava, illuminando allegramente ogni cosa, e lui non aveva paura.


Lucia

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