Pensieri su “Domare un highlander” di Paula Quinn

Mairi e Connor sono cresciuti nelle Highlands e nei sogni d’amore di lei vi avrebbero trascorso insieme il resto della loro vita. 

Quando invece Connor viene chiamato da re Carlo II, suo cugino protestante, per servirlo nella guerra contro i ribelli, il giovane si trova costretto a lasciare Mairi che non vuole abbandonare l’adorata Scozia. 

Quando dopo sette anni Connor e Mairi si incontrano di nuovo a Londra per l’incoronazione di re Giacomo II, il nuovo sovrano cattolico, scoprono che il loro sentimento non è mutato, ma il passato può gettare ombre molto insidiose…

Paula Quinn
DOMARE UN HIGHLANDER
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi Classic n. 1197
Epoca: Inghilterra + Scozia, 1685
Uscita: Marzo 2020


LA SERIE "CHILDREN OF THE MIST"

1) SEDOTTA DA UN HIGHLANDER (Ravished by a Highlander);
2) STREGATA DA UN HIGHLANDER (Seduced by a Highlander)
3) DOMARE UN HIGHLANDER (Tamed by a Highlander)
4) Conquered by a Highlander



Dopo aver letto e apprezzato STREGATA DA UN HIGHLANDER, ero pronta a leggere la storia di un altro membro del clan, ovvero la misteriosa Mairi.

Purtroppo non è andata affatto bene.
Lo dico subito, a scanso di equivoci: questo è stato uno degli HR più barbosi letti in quest'ultimo periodo.

Se nei volumi precedenti, la Storia scorreva in sottofondo alle vicende, dando un corretto inquadramento a corredo della lettura, qui la Quinn si perde in decine e decine di dialoghi sulle lotte cattoliche/protestanti all'epoca di Giacomo II. Per carità, avrà voluto essere corretta e precisa, ma non è che fossi così impaziente di capire quale dei singoli nobili rientrava nell'una e nell'altra fazione... 
Soprattutto la vicenda si dilunga su dettagli minori, su un sacco di colloqui, balli e cene, dove Mairi e Connor s'incontrano e puntualmente litigano.

Di solito i battibecchi mi piacciono, ma qui sono artificiosi, anche perchè da subito si sa bene come andrà a finire tra i due ex-fidanzati: l'unico ostacolo al lieto fine, oltre al carattere di Mairi, cordiale come carta vetrata, è rappresentato dal Conte di Oxford, che è stato pure rovinato in faccia da un colpo di lama, indossa un parruccone ridicolo ed è descritto come uno "da cui rifuggono tutte le dame".
Ma seriamente dobbiamo sorbirci ben un centinaio di pagine dove lei stuzzica Connor sfruttando la sua gelosia per quest'uomo? Qualcuno ci crede?
Oltretutto va detto che, per quanto antagonista, il conte ha goduto della mia simpatia, perchè tra una sorella bisbetica e il suo amore (nonostante tutto) per Mairi, non riesce neppure a rivalersi, pur avendone in qualche modo un certo diritto.

Ma è proprio la ragazza che rovina tutto, contraddittoria oltre ogni ragionevole sopportazione: ipocrita come non mai, sospetta gli altri cortigiani di essere spie quando lei stessa conduce una doppia vita e invoca lealtà al re cattolico, quando lei è la prima a provare pregiudizi per protestanti e alleati del precedente sovrano. Insomma, non una bella persona.
Connor fa come può, ma è sostanzialmente un santo a cui è stata rifilata questa come comprimaria e la subisce...

A ciò si aggiunge appunto la straordinaria lentezza del romanzo: gli ultimi capitoli sono veramente frutto di acrobazie per trascinare il tutto per le lunghe.

Ovviamente il mio resta un giudizio personale, però nel complesso sono tanti sbadigli: come rovinare una serie gradevole.

Amarilli


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