BLOG TOUR per "LA MAREA TOSSICA" di Chen Quifan: recensione e approfondimento sul tema "guerra"


LA GIOVANE MIMI VIVE letteralmente sommersa dall’immondizia del mondo: è una delle “ragazze dei rifiuti” che lavora tra gli imponenti cumuli di spazzatura elettronica di Silicon Isle, dove i frutti marci del capitalismo e della civiltà del consumo giungono alla loro rapida fine. La sua casa è l’immensa discarica che occupa l’isola, al largo della costa cinese meridionale. Come migliaia di altri migranti, è stata attirata lì dalla promessa di un lavoro sicuro e soprattutto di una vita migliore.

La realtà però è ben diversa: Silicon Isle è un luogo tossico per il corpo e l’anima, dove l’aria, l’acqua e la terra sono irrimediabilmente inquinate, i lavoratori sottoposti all’arbitrio dei potenti mentre gang di malviventi lottano per il controllo del territorio, ecoterroristi minacciano attentati e capitalisti senza particolari scrupoli sono disposti a tutto in nome del profitto. E c’è anche qualcuno che tra i veleni di Silicon Isle cerca le proprie radici.

Ora la tempesta perfetta si sta preparando, le forze in campo sono troppo violente, troppo determinate a imporsi, e presto scoppia il conflitto: una guerra tra ricchi e poveri, tra passato e futuro. E quando la situazione esplode, Mimi deve decidere se rimanere una pedina o cambiare le regole del gioco.


Chen Qiufan
Marea tossica
Editore: Mondadori
Collana: Oscar Fantastica
ISBN: 9788804723950
384 pagine
Prezzo: € 18,00 - cartaceo
Uscita: 10 marzo 2020


Chen Qiufan Shantou, Cina, 1981. Pluripremiato scrittore di fantascienza (ha vinto tra gli altri ben dodici Nebula), ha pubblicato decine di racconti, tra cui, in Italia, l'antologia L'eterno addio.
Marea tossica è il suo primo romanzo ed è stato tradotto in molti paesi. Laureato in letteratura, lavora per Google China.



«Vivo da quasi un secolo e non ho mai lasciato Silicon Isle. Ho visto le risaie seccarsi e appassire, il nostro suolo tramutarsi in una landa avvelenata; ho visto gli esplosivi affondare isole di corallo, baie riempite di terra per reclamare nuovi territori, porti e ponti sorgere più veloci delle coltivazioni; ho visto navi da guerra sollevare i dorsi grigi all’orizzonte, e i banchi di pesci ritirarsi sempre più lontano, sempre meno numerosi; ho sentito altoparlanti, stazioni radio e canali televisivi trasmettere torrenti infiniti di canzoni festose, ma le opere popolari sulla sofferenza dell’uomo comune trovano pochi finanziatori e stanno scomparendo. «Silicon Isle è afflitta da una profonda, gravissima malattia, ma non è un morbo che si possa curare semplicemente con una dose massiccia di farmaci amari. Al contrario, per dirla con il linguaggio della medicina popolare, un tentativo simile potrebbe fare in modo che il cuore venga aggredito da una lingua di fuoco ancora più virulenta e nociva.»

Ho iniziato a leggere questo romanzo pensando che si inserisse nel filone del cosiddetto “ecoterrorismo” e mi incuriosiva vedere l’approccio di uno scrittore cinese, quindi per una volta al di fuori della classica matrice anglosassone/occidentale.

In realtà l’autore sembra aver costruito la storia traendo spunto dallo stesso tema trattato: come il luogo in cui si svolge MAREA TOSSICA è una grande isola cinese trasformata (nel futuro) in un’immensa discarica di rifiuti elettronici, dove rifiuti indesiderati, spesso nocivi, talora infettati da virus batteriologici, si accumulano in una massa confusa, così il romanzo risulta un assemblaggio di idee e spunti di ogni genere (l’inquinamento, appunto; lo sfruttamento del mondo occidentale a danno del terzo mondo; l’indifferenza dei ricchi ai danni dei poveri; l’incapacità della stessa civiltà orientale a trarre insegnamento dal passato e a disperdere tradizioni in nome dell’accaparramento di risorse), molti già ampiamente visti e anche in maniera più incisiva, a mio avviso. 
Però come la discarica di Silicon Isle tutto rimane parecchio confuso, disordinato, oserei dire trattato in modo molto superficiale (dando l’idea di dover accontentare tutti, per non accontentare abbastanza nessuno).

I tre personaggi principali – Scott, Kaizong, Mimi – dovrebbero impersonare i vari messaggi che l’autore vuole esprimere, ma non si riescono mai a stagliarsi e risultare nitidi. Sono pallide controfigure, a cui non ti affezioni, che non comprendi, e di cui soprattutto io non ho capito la rilevanza.

Se il messaggio consisteva nel mettere in guardia dai pericoli dell’inquinamento, dalla rapida distruzione di massa a cui stiamo portando il pianeta, ammorbando l’umanità con virus generati dagli stessi rifiuti, io non sono riuscita a ricollegarlo con Mimi, che da povera raccoglitrice di rifiuti diventa… cosa?  Una guerriera vendicatrice? L’incarnazione di un personaggio del passato? Una fusione tra due dimensioni?

Tra Mimi e la morte c'era la distanza di un bacio.

In certi punti sembra un ritorno alla letteratura cyberpunk di Gibson o Morgan (specie con l’idea dell’umanità dipendente dalle protesi, schiava dei funghi digitali, totalmente immersa in una rete di dati) e il lettore si entusiasma; ma poi il ritmo è troppo frustrante, un attimo lento, didascalico nei dettagli sino ad essere pedante, l’attimo dopo talmente veloce che non riesci a capire chi stia facendo cosa e soprattutto perché. 
Immaginate uno studioso di ecosistemi, pacifismo, nonché un nerd amante dei mondi digitali, che parte con l’idea di scrivere un manuale divulgativo e poi s’inventa un romanzo, rimanendo studioso e nerd, e tutto insieme.

Insomma, per me è un mezzo sì.

Come detto, nessun personaggio è positivo perché alla fine ciascuno ha un tornaconto (che sia l’amore o la vendetta), il messaggio finale non mi è pervenuto (potrebbe essere: anche la gente dei rifiuti ha un cuore?), ho fatto fatica a digerire tutto.

Salvo, come detto, le parti immaginifiche su un futuro fatto di chirurgia potenziata e para-militare, e quelle sulla paliromanzia praticata dagli abitanti dell’isola e che resta un aspetto estremamente affascinante.

La palirromanzia era una tecnica divinatoria le cui origini si perdevano nelle nebbie del tempo.  L’antico popolo di Silicon Isle credeva che le creature, durante l’affogamento nelle acque mareali, entrassero in comunione con il mondo degli spiriti e diventassero estremamente sensibili e ricettive ai messaggi dal futuro, trasformandosi in potenti strumenti da cui l’indovino poteva ricavare visioni precise di quanto sarebbe avvenuto.


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IL TEMA DELLA GUERRA NEL LIBRO

Uno dei temi affrontati da Chen Qiufan è la guerra, che viene affrontata da vari punti di vista, tutti interessanti:

1) La guerra tra la stessa madrepatria e l’isola; la Cina vuole rendere il territorio mansueto, vuole sfruttarlo senza avere al contempo proteste o rigurgiti di coscienza; quindi Silicon Isle viene isolata, non solo fisicamente controllata, ma anche sottoposta a un regime a bitrate limitato. Il flusso di dati è discontinuo, la navigazione digitale lenta. Così si tagliano le informazioni e si addomestica un popolo, senza far sapere al mondo cosa accade.

2) La guerra tra classi sociali, ricchi e poveri, nativi sfruttatori e lavoratori migranti, spinti dalla disperazione a un’esistenza tra i rifiuti e a una conseguente morte per virus, cancri o incidenti. 

3) La guerra tra mondo occidentale evoluto (anche nel futuro) con uomini potenziati e dalla vita allungata, e il mondo inferiore, che sopravvive ma che viene anche necessariamente sconvolto, annichilito e rovinato dalle scorie produttive e dagli effetti del progresso,

«Questa è una guerra, una guerra tra noi e loro. Mimi è una di noi. È la nostra famiglia, nostra sorella, nostra figlia. Dobbiamo proteggerci l’un l’altro, così come proteggiamo la terra, l’aria e l’acqua che ci appartengono.» 

Amarilli

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