Pensieri su "Come il giorno e la notte" di Sara Coccimiglio

Lucas Baroni ha disperatamente bisogno di un lavoro. Non importa quale o dove: non ha niente da lasciarsi alle spalle, tranne un monolocale grande quanto un granello di sabbia e una vita che gli ha tolto più di quanto gli abbia restituito. Cresciuto in una famiglia adottiva che gli ha gentilmente aperto la porta della propria casa alla fine del liceo, ha solo un rimpianto: non essere riuscito a trovare il fratello minore, adottato da un'altra famiglia dodici anni prima.

Leon Stonecraft sembra avere tutto: una famiglia che lo supporta, una bellezza da mozzare il fiato e un conto in banca che non riuscirebbe a dilapidare neanche se lo volesse. L’unica cosa che gli manca è un segretario tuttofare che per cinque mesi lo aiuti a gestire le innumerevoli banche di cui è a capo.

Per Lucas sembra l’occasione perfetta per ricominciare da zero, ma quando arriva a casa del Signor Stonecraft, pronto a riprendere in mano la propria vita, scopre che l'uomo è tutto tranne come lo aveva immaginato. Leon infatti è sexy, ricco, stacanovista, serio, brusco, bello da morire... e cieco. Ma Lucas, nonostante la giovane età, non è disposto a lasciarsi mettere i piedi in testa da nessuno, tanto meno da un burbero uomo d’affari che potrebbe rivelarsi la dimostrazione pratica che gli opposti possono attrarsi in maniera devastante.



Titolo: Come il giorno e la notte
Autrice: Sara Coccimiglio
Genere: Contemporaneo
Lunghezza: 480 pagine
ISBN ebook: 978-88-9312-662-5
ISBN cartaceo: 978-88-9312-665-6
Uscita: 14 febbraio 2020




Il motivo per cui ho scelto di leggere e recensire questo libro sta nella sinossi, ho da sempre una particolare propensione per storpi, sfregiati, difettati, varie ed eventuali tarature… sono nelle mie corde. 
Mi piace la drammaticità che un difetto fisico o psichico importante possono dare alla trama, rendendo la nascita del sentimento tanto più difficile e quindi forte ed esaltante. Ahimè, non sempre ciò che viene premesso e promesso nella sinossi viene poi mantenuto, ho letto di tipi che dovevano essere orrendi ma avere in realtà affascinanti quanto banali cicatrici o, come in questo caso, in cui il protagonista, da cieco che doveva essere, rivela di avere una vista solo ombreggiata e addirittura tendente alla guarigione nel giro di poche settimane. 

La storia si svolge in un’atmosfera da libro di tempi antichi con tanto di maggiordomo e servitù, una sorta di storico in cui però l'autore non ha creduto abbastanza, tanto che alla fine ne è uscito un contemporaneo che ammicca a fasti e abitudini retrò. 

Fa la sua entrata in questo mondo dorato Lucas, solo e povero in canna, il cui unico amico è un pesciolino rosso, ottiene un posto che descrive ambitissimo: alloggio nella principesca magione, un lauto compenso e l’opportunità di ricominciare; unica pecca un datore di lavoro da cui sono scappati ben dodici segretari prima di lui, e ribadisco 12!! 
Queste informazioni mi facevano già pregustare un capo davvero impossibile, ero impaziente di leggere tante belle pagine di lotte e battibecchi, ma tutta questa accesa lotta non si è assolutamente verificata. Da una parte Lucas è remissivo e tremolante, dall’altra Leon, il temutissimo capo, è sì stacanovista, ma sempre e comunque civilissimo, cosa che ha cozzato con la dozzina di tizi che hanno lasciato lo stipendio di due anni in soli cinque mesi, come si quantifica nel testo. 

Comunque i due iniziano a lavorare insieme, all’inizio abbiamo solo il punto di vista di Lucas, e senza che ci siano avvisaglie dall’altra parte, dal nulla scatta l’amore… e praticamente io non mi sono accorta del come e del perché, non ho visto scintille di sentimento, e senza che quasi me ne accorgessi già si dicono fidanzati. 

Per fortuna a guastare un poco l’armonia di questa neo coppia che più che capriole del cuore fa capriole tra le lenzuola, arriva la seconda parte: ho trovato le pagine in cui sono divisi molto più appassionanti, mi è piaciuta la comparsa del fratello in serie difficoltà e la lenta e dolorosa ricostruzione di un rapporto tra i due, anche se avrei gradito molto sapere di più sulla famiglia di origine e sulle vicissitudini del dopo adozione. 


“Ho ancora qualche problema a contenere l’emozione quando mi rivolge la parola ma devo dire che mi sto abituando al fatto che non mi consideri più come una parte dell’arredamento.” 


Il libro si chiude con tutti gli interrogativi sul fratello di Lucas, Kyle (nomi insoliti nonostante siano italiani, ma così è), ancora irrisolti, e visto che quella della riunione dei due orfani è la sola parte del libro che ho apprezzato questo mi è alquanto dispiaciuto.
3 stelline per me.

Lucia 

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