CLASSIFICA #TOP #FANTASY 2019



Chi mi conosce sa che il fantasy ha un posto preminente e speciale nel mio cuore di lettrice, e anche quest'anno, in effetti, ho letto molti libri rientranti nel genere: un po' di di tutto, dall'epic al paranormal, al più classico con draghi, fate e troll. 
Quindi è stato particolarmente difficile scegliere cosa inserire in questa classifica.
Ho deciso per un mix alternativo, adatto a tutti i gusti.

Forse non ci troverete i veri bestseller di quest'anno, ma ammetto che tante uscite osannate non mi hanno trascinata più di tanto. Se dovessi dire un autore, direi comunque DAVID GEMMEL, perchè ho finalmente completato la sua saga dei Drenai ed è stata una delle cose più belle recenti (spero di inserirlo nel 2020 con la saga che voglio leggermi prossimamente...).

Mi sono accorta adesso che ci sono 4 donne e un solo uomo in TOP. Sarà un caso?
Non so. Comunque Holly Black si conferma meravigliosa con i suoi elfi malvagi e #dark, la Schwab è superlativa in tutto ciò che scrive, la Arden mi ha fatto innamorare della sua epopea ispirata alle fiabe russe e Giuditta Ross è un'italiana capace di emozionarmi.
Su tutte, infine, svetta lui, il meraviglioso Joe della #FirstLaw, ritornato prepotentemente in auge con la riedizione della sua trilogia classica e il nuovo libro del seguito (Un PICCOLO ODIO).

Siete d'accordo? Dissentite?
Lasciatemi pure la vostra opinione.



IL RE MALVAGIO - Holly Black


Se c'è una cosa che amo nei fantasy (oltre ai duelli e alle grandi battaglie, of course) è la strategia tra le guerre e l'esercizio della sottile arte diplomatica.

Insomma, mi piace quando la gente complotta nell'ombra e pianifica intrighi...
Era quindi abbastanza logico che questo volume mi piacesse molto più del primo.
Se là c'era la classica ragazza umana che tenta di farsi accettare dai suoi pseudo-amici magici e doveva lottare con le proprie forze per emergere, crearsi un'identità e sopravvivere, qui troviamo Jude in fase post-conquista del potere.
Adesso è lei il Siniscalco del Sommo Re degli Elfi ed è letteralmente circondata da nemici.
Ma non solo quelli tradizionali: Nicasia, sua madre, Balekin e i cortigiani assetati di prestigio e favori.
La sua stessa famiglia trama contro di lei, invidiosa del suo potere. Il generale Madoc non si rassegna. Taryn è la gemella più odiosa e meno comprensiva che esista. Il suo quasi cognato Locke non vede l'ora di togliersela di torno.
Lo stesso Sommo Re si comporta come se fosse il suo più grande avversario: ok, Jude ha un po' gabbato Cardam e lo ha legato a lei con una tipica promessa elfica, lo tiene in pugno, però il nostro bellissimo sovrano morde il freno.
Perchè chiunque ha il potere, non lo vuole più mollare.
E quindi tutti aspettano il momento giusto. Pronti a colpire. Con Jude che si ritrova un bersaglio sulla schiena. ATTENDO IL TERZO VOLUME.



EVIL - V.E. Schwab

Se sino alla comparsa di Magic conoscevo Victoria Schwab solo di fama, ora sono già arrivata a leggere il suo quarto libro, e sono sempre più entusiasta.
Questo Evil, ad esempio, Vicious in originale, è un romanzo (primo di una duo-, forse trilogia) che sfugge a etichette rigorose e che può piacere ai lettori più disparati: è un contemporaneo, però con ampi squarci di fantastico, è un thriller, con inframmezzi paranormali e gotici, una storia che si ispira ai supereroi e che però di eroi non ne ha, perchè tutti i personaggi, chi su un fronte e chi su un altro, non sono certo dei buoni.
D'altra parte, viene detto sin da subito: "Non ci sono buoni in questo gioco".



Altra cosa che ho amato moltissimo è la struttura narrativa del libro, un'altalena che va tra presente e passato e ancora presente, creando un gioco di incastri di scene, dove gli elementi si scoprono pian piano e il lettore è accompagnato per mano a prendere consapevolezza di cosa è accaduto e perchè.
Inutile dire che il ritmo è mozzafiato e ho fatto due notti alzata per poterlo finire e scoprire cosa mi aspettava in fondo. E sì, pur essendo un finale che rimanda a un seguito, mi ha molto molto soddisfatta.
Ma veniamo ai due, il male e il male (come ho detto, qui non c'è il bene): Eli e Victor sono due studenti universitari, amici, entrambi innamorati della stessa ragazza, eppure avversari e in competizione nella loro ricerca sui segreti degli EO, gli esseri ExtraOrdinari, dotati di poteri speciali.
Grazie a una sorta di classico patto con la morte (o con il diavolo) anch'essi riescono a diventarlo, ma a quale prezzo? Un costo devastante per entrambi e per tutti quelli che li circondano.



Un romanzo carico di emozioni, abilmente congegnato, che vi terrà in sospeso, con personaggi minori altrettanto interessanti (Angie, Sydney, Mitch), ravvivato dalla scrittura incisiva di quest'autrice che ama le atmosfere oscure/nebbiose/ambigue.
Per me uno dei più appassionanti del 2019 - attendo il seguito.



L'ORSO E L'USIGNOLO di Katherine Arden


Quando i lettori si lamentano che il fantasy si è ormai consolidato in pochi filoni narrativi, senza mai aggiornarsi, dovrebbero cominciare semplicemente a leggere anche testi diversi, magari basati su mitologie e folklore di altre civiltà che non siano sempre e solo legate al trio elfi/nani/troll (e da lì non ci si schioda).

Questo romanzo, ad esempio, per me è stata una piacevole scoperta. O meglio, ammetto che ho voluto iniziarlo, convinta da tutti i pareri positivi che mi erano arrivati nel frattempo: quindi io stessa sono stata una lettrice convinta da precedenti recensioni.



Ma la storia, anzi, il primo libro di questa trilogia merita parecchio.
Innanzitutto per l'ambientazione.
Vi troverete da subito sospesi in un mondo fiabesco-gotico-horror, balzato fuori direttamente dalle leggende russe, con un villaggio al limite delle grandi foreste, dove gli uomini hanno sempre coabitato con gli spiriti del bosco e le altre creature soprannaturali (alcune protettive, altre semplicemente dispettose, altre malvage) legati ad animali, acqua e vegetazione.
Il periodo storico è quello della Russia medievale, meglio ancora la Rus', quando gli zar non avevano stabilizzato il loro potere e dipendevano dai capricci del Khan delle steppe.



In questo villaggio isolato, ricco di una magia buona/cattiva ancestrale, Petr il latifondista è costretto a far convivere il desiderio di vedere i propri figli cresciuti e felici, con le esigenze della propria gente, ma soprattutto con le imposizioni del potere civile di Mosca e le intromissioni religiose del clero.
Se lo scopo è trovare una sorta di nuovo equilibrio, l'arrivo di una moglie devota e di un prete ortodosso particolarmente rigoroso finiranno invece per destabilizzare il villaggio, rompendo quelli che erano antichi patti uomo/natura non scritti, ma millenari.



L'unica che può - forse - salvare tutti e fermare l'Orso, l'ombra che incombe, sembra essere Vasilisa, la sua figlia più piccola e strana, da sempre in odore di "strega". Ma lei è appunto una femmina, una ragazza che si muove da sola, che pensa, che resiste, che non si accontenta né di diventare moglie né monaca in convento.
Una ragazza in grado di vedere cose, esseri, mondi alternativi e di attirare a sé persino il re dell'inverno....



Ecco un romanzo che fonde tradizione e modernità, folklore ed emancipazione, brutture e repressione insieme alla poesia più pura, fede assoluta insieme a bigottismo e oscurantismo.
Il tutto con una prosa fluida, attenta ai paesaggi, ai colori del bosco e della tundra, capace di farti sentire il gelo ma anche la sofficità della neve.
Normalmente un finale così non lo avrei tollerato, invece mi è piaciuto. Mi ha lasciata con una sensazione struggente, MOLTO e MOLTO curiosa di leggere il secondo volume (IN LETTURA).




CUORE DI FOGLIA, RADICI DI PIETRA di Giuditta Ross


Personalmente capisco se un libro mi è piaciuto dal numero di citazioni che mi sono segnata durante la lettura. Per questo libro sono state molte, a decine.

E la spiegazione è semplice: una bellissima scrittura. Suggestiva. Intensa. Elegante. A tratti così ipnotica e coinvolgente da farti sentire sotto un incantesimo.

Preciso che non avevo letto il primo volume e mi sono decisa per questo grazie alla cover da applauso. Ecco, già la cover per me anticipa le atmosfere e la magia intrinseca alla storia contenuta.
Quel volto giovane, eppure triste, consapevole di troppi pesi, ti introduce da subito in un regno, quello di Pietrabuia, appena uscito da un periodo di sofferenza e oblio, e che lentamente tornando alla vita e alla normalità.
Il nuovo sovrano è ancora confuso, ma al contempo consapevole delle sfide che lo attendono.
Ho trovato ben delineato Mo nelle sue sfaccettature di "buono" che deve però mantenere l'autorità e apprendere in fretta i compromessi della politica, sia agli occhi dei sudditi, sia nel gioco delle alleanze con le famiglie nobiliari, le altre creature, gli altri governanti.

Alice e il suo vampiro-killer sono un valido aiuto, molto divertenti con le loro incursioni romantico-surreali (non li conoscevo, ma l'autrice è abile nel regalare al lettore un breve ripasso delle vicende precedenti per mettersi alla pari).
Ma è il Luminoso che mi ha dato i veri tremori di delizia. Personaggio potente ma tormentato, in un'aura d'oscurità, eppure dolce, generoso, protettivo. Nairnering è una creatura che non si dimentica facilmente.

Nel complesso, il romanzo mi è piaciuto in ogni sua parte.
Una storia originale, che delinea almeno tre coppie, attorno cui ruota un universo buono/cattivo, luce/ombra, in cui è stato piacevole immergersi e da cui è stato troppo veloce uscire.


LA TRILOGIA DELLA PRIMA LEGGE di Joe Abercrombie


"La lama stessa induce alla violenza" diceva Omero, e il mondo in cui viene catapultato il lettore, fin dalle prime pagine, è una serie di molteplici scenari di guerra, dal nord (dove Bethod, il Re degli Uomini del Nord vuol muovere guerra all’Unione e da dove il pericolo degli Shanka incombe) al sud (dove il territorio dei Gurkish è in fermento e dove il Profeta e i suoi Mangiatori sfidano le Prime Leggi), fino al centro dell’Unione, che si sta sfaldando sotto i colpi di una burocrazia miope e corrotta, in balia dello strapotere di gilde mercantili sempre più avide e corruttrici.

E molteplici sono i personaggi di cui via via facciamo conoscenza, ciascuno nel proprio ambiente, ciascuno con qualche pregio e molti, parecchi difetti. Perché questo va subito detto: Abercrombie non ama gli eroi senza macchia e senza paura, ma predilige invece personaggi imperfetti e con svariate ombre nel loro passato, nel loro presente e nel loro futuro.



Si potrebbe dire che i primi due volumi siano in realtà una fase di preparazione alla grande resa dei conti del terzo, dove i pezzi vengono disposti man mano sulla scacchiera.
Mentre le minacce si fanno più vicine Bayaz (che forse è il primo Mago di cui parlano le leggende o forse un cialtrone che gli assomiglia molto), raccoglie intorno a sé un piccolo gruppo, quasi una strampalata compagnia di tolkieniana memoria, con il capitano Jezal, ricco, bello e viziato, Ferro Maljinn, l’ex-schiava guerriera, e soprattutto Logen Novedita, una formidabile figura di condottiero selvaggio, ricoperto di cicatrici dentro e fuori. A parte, ma non in disparte, si muove poi Sand dan Glokta, una volta un ufficiale ammirato (anzi, la stella più luminosa del firmamento) e ora, dopo la caduta, la prigionia e la tortura, un Inquisitore dell'Impero, storpio e distrutto nel corpo, sospinto avanti dal rancore e dalla sete di riscatto, ma ancora capace di incredibili gesta pur pregne di cinismo.



Dunque personaggi formidabili, un intreccio che conquista e che ti costringe a divorare migliaia di pagine senza neanche accorgertene, uno stile concreto, fresco e tuttavia pieno di reminiscenze che non potranno non deliziare chi è cresciuto con il fantasy classico (oltre a Tolkien, io ci ho visto ad esempio spunti del ciclo di Dune di Herbert, del Conan di Howard e anche qualcosa del Vazkor di Tanith Lee).
Serie consigliatissima.


Amarilli

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