Pensieri su "IL REGNO CORROTTO" di Leigh Bardugo (Grishamverse #2)

Kaz Brekker e la sua banda di disperati hanno appena portato a termine una missione dalla quale sembrava impossibile tornare sani e salvi. Ne avevano dubitato persino loro, a dirla proprio tutta. 

Ma rientrati a Ketterdam, non hanno il tempo di annoiarsi nemmeno un istante perché sono costretti a rimettere di nuovo tutto in discussione, e a giocarsi ogni cosa, vita compresa. Questa volta, però, traditi e indeboliti, dovranno prendere parte a una vera e propria guerra per le buie e tortuose strade della città contro un nemico potente, insidioso e dalle tante facce. 

A Ketterdam, infatti, si sono radunate vecchie e nuove conoscenze di Kaz e dei suoi, pronte a sfidare l’abilità di Manisporche e la lealtà dei compagni. Ma se i sei fuorilegge hanno una certezza è questa: dopo tutte le fughe rocambolesche, gli scampati pericoli, le sofferenze e le inevitabili batoste che hanno dovuto affrontare insieme, troveranno comunque il modo di rimanere in piedi. 
E forse di vincerla, in qualche modo, questa guerra, grazie alle rivoltelle di Jesper, al cervellone di Kaz, alla verve di Nina, all’abilità di Inej, al genio di Wylan e alla forza di Matthias. 

Una guerra che per loro significa una possibilità di vendetta e redenzione e che sarà decisiva per il destino del mondo Grisha.

Leigh Bardugo
Il Regno Corrotto
Serie: Grishaverse #2
480 pagine
Prezzo: € 19,90
Uscita: 29 ottobre 2019




«Sono contento che Van Eck non ti abbia fatto passare la voglia di fare la sentimentale.»
«Che bello essere tornata, Kaz.»
«Che bello che tu sia tornata, Spettro.»


Il secondo volume della duologia, pur ripresentando le stesse atmosfere cupe, sporche, affollate e umide di Ketterdam, mi è parso meno riuscito del primo.
Molto risiede nello stile adottato: se il primo libro era partito in media res, catapultando il lettore nel cuore di vicende già avviate, con personaggi già definiti e con una missione da compiere, per cui la conoscenza si faceva per strada, questo secondo volume è quasi un salto indietro.
Dopo che i personaggi dal regno di ghiaccio sono tornati a Ketterdam, a leccarsi le ferite, da Ketterdam si ricomincia e a Ketterdam si rimane.
Non che mi sia dispiaciuto: amo questa città immaginaria e le sue atmosfere (anche se io ci visto molto più richiami olandesi, che non russi). Tuttavia è come se all'improvviso la Bardugo avesse sentito l'esigenza di approfondire i personaggi, raccontandoci il passato di un po' di tutti: forse lo avrebbe fatto già nel primo libro, man mano che la storia proseguiva. Qui certi flashback mi sono sembrati tardivi, visto che eravamo ormai alla fine. Senza contare che in parecchi punti hanno finito per ammazzare il ritmo.
Faccio solo l'esempio di Inej ai silos: siamo nel pieno di una scena di tensione, la lettura ti consente di catturare ogni movimento. E poi... tac... ecco che parte con una spiegazione di pagine e pagine sull'infanzia e sull'addestramento come acrobata... Se nel primo libro non mi era accaduto, stavolta sono stata tentata di saltare vari punti un po' prolissi.

«Sarei venuto a prenderti» disse e, quando vide lo sguardo diffidente che lei gli lanciò, lo disse di nuovo. «Sarei venuto a prenderti. E se non fossi stato in grado di camminare, sarei arrivato da te strisciando, e non importa se ci avrebbero ridotti a pezzi, noi ne saremmo usciti vivi battendoci insieme: con i pugnali sguainati e le pistole fumanti. Perché è così che funziona per quelli come noi. Noi non smettiamo mai di combattere.»


Seconda cosa: il secondo volume ha lo stesso schema del primo. Missione, vittoria in pugno, tutto va in malora. Sempre lo stesso cerchio che gira. Salvo poi ripartire con una nuova geniale strategia di Kaz.

Ecco, Kaz. Credo meritasse un finale migliore, qualcosa di finalmente liberatorio.
Ma tutta la parte finale l'ho trovata lenta, confusa, come se non ci si volesse davvero congedare o dare una meta ai vari personaggi. E sì, la tristezza ha inciso abbastanza sul giudizio: d'accordo è un fantasy, questo finale ci sta, però il fatto che fosse uno YA mi aveva comunque fatto sperare in un congedo un po' meno mesto.

Lei faceva bene a essere prudente. Anche con lui. Soprattutto con lui. 
A essere prudenti si sopravviveva.


Adesso ho visto che un probabile terzo volume riguarderà i nostri Corvi anni dopo e già tremo, per la vagonata di tristezza che mi prenderà.

«E questo vuol dire che dovrai stare due volte attento.»
«Lo splendore ha sempre un prezzo.»

Amarilli

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