Pensieri su "LA CORTE DI ROSE E SPINE" di Sarah J. Maas

"Un paio di occhi dorati brillavano nella boscaglia accanto a me. La foresta era silenziosa. Il vento non soffiava più. Persino la neve aveva smesso di scendere. Quel lupo era enorme. Il petto mi si strinse fino a farmi male. E in quell'istante mi resi conto che la mia vita dipendeva da una sola domanda: era solo? Afferrai l'arco e tirai indietro la corda. Non potevo permettermi di mancarlo. Non quando avevo una sola freccia con me." 

Una volta tornata al suo villaggio dopo aver ucciso quel lupo spaventoso, però, la diciannovenne Feyre riceve la visita di una creatura bestiale che irrompe a casa sua per chiederle conto di ciò che ha appena fatto. L'animale che ha ucciso, infatti, non era un lupo comune ma un Fae e secondo la legge "ogni attacco ingiustificato da parte di un umano a un essere fatato può essere ripagato solo con una vita umana in cambio. Una vita per una vita". Ma non è la morte il destino di Feyre, bensì l'allontanamento dalla sua famiglia, dal suo villaggio, dal mondo degli umani, per finire nel Regno di Prythian, una terra magica e ingannevole di cui fino a quel momento aveva solamente sentito raccontare nelle leggende. Qui Feyre sarà libera di muoversi ma non di tornare a casa, e vivrà nel castello del suo rapitore, Tamlin, che, come ben presto scoprirà la ragazza, non è un animale mostruoso ma un essere immortale, costretto a nascondere il proprio volto dietro a una maschera. 

Una creatura nei confronti della quale, dopo la fredda ostilità iniziale, e nonostante i rischi che questo comporta, Feyre inizierà a provare un interesse via via più forte che si trasformerà ben presto in una passione dirompente. Quando poi un'ombra antica si allungherà minacciosa sul regno fatato, la ragazza si troverà di fronte a un bivio drammatico. Se non dovesse trovare il modo di fermarla, sancirà la condanna di Tamlin e del suo mondo...


Autore: Sarah J. Maas
Titolo: La corte di rose e spine
Serie: A Court of Thorns and Roses #1
Editore: Mondadori
Uscita: Marzo 2019




Avevo lasciato questo libro a decantare in libreria in attesa degli altri due volumi e adesso mi sono decisa a iniziarlo.
Dunque, pur dandogli tutti i benefici del dubbio per essere il primo romanzo di una serie, posso tranquillamente dire che al momento c'è un baratro (in peggio) rispetto all'altra serie della Maas.

Volevo scrivere una recensione più articolata, ma ho buttato giù una serie di spunti:
- la prima persona; nell'altra serie non l'aveva usata; la prima persona ti permette di vedere tutto soltanto attraverso il filtro della protagonista; questo vuol dire poca libertà, visuali ristrette, pagine che vorrebbero essere introspettive e invece sono capitoli di pare mentali a dir poco noiose…
- se la protagonista se la tira, il libro ne risente;
- in questo sembra che ci sia solo Feyre, ed è la compagna di classe stronzetta e radiosa che sbatte le ciglia e ti dice "ma davvero, tutti mi trovano così bella? Io non ne avevo idea." Forse, se l'autrice ti disegna come una Barbie amazzone plurisnodata e a ogni festina fatosa vai in bikini, mentre il resto delle ragazze hanno la maschera sul viso e il vestitone alle ginocchia, anche i tizi con le orecchie appuntite ci fanno un pensiero…;
- i tre protagonisti maschili del libro sono piatti come cartoline: Lucien, il rossiccio sfrontato e sfregiato, poteva dare tanto; l'uomo bestia- bionda-ringhio d'oro pure, non parliamo del Sovrano del nord, tutto ombre e voce roca: al momento sono cartoline tutte muscoli, ringhi, magia, nonché ragazzi bonazzi da portarsi a letto (e spero vivamente che non sia tutto un giro per ricreare l'intreccio Dorian/Caol/Rowan, a mio parere gestito in modo scriteriato, a prescindere dall'esercito di beta e editor che ringrazia ogni volta);
- ovviamente, tutti sbavano per la ragazza umana della porta accanto (che - ovvio - ha poteri che derivano da nessuno sa dove: la sua famiglia è andata in rovina, suo padre non era certo un cacciatore, chi l'ha trasformata nel Rambo delle fate? La spiegazione "ho imparato imitando gli altri"  oppure "ho seguito l'istinto" non regge…);
- l'ambientazione è un po' claustrofobica: prima nel bosco, poi tutti a casa di Tamlin, poi tutti sotto la Montagna; dove solo la nostra, tra tanti esseri potenti e sovrannaturali, risplende (e bara, maledizione, bara… pure.)

Come dicevo, al primo libro rimango bassa in giudizio. 
Vero che sembro forse troppo severa rispetto ad altri autori e serie, ma credo si debba fare un distinguo: questa non è un'emergente che ci prova, è una scrittrice milionaria con una macchina editoriale che lavora per lei. Tutto viene pianificato e limato a tavolino per colpire il pubblico, tutto (o quasi) è artificiale. 
Quindi: si poteva fare di più? Io direi di sì, fino a metà libro la storia non decolla.

** Spero di ricredermi con il prossimo volume, che ho già iniziato.

Amarilli

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