Pensieri su "Dim Sum Asylum" di Rhys Ford

Benvenuti al Dim Sum Asylum, il Manicomio dei Dim Sum, in una San Francisco dove un caso è noioso e banale quando la polizia deve inseguire una statuetta alta mezzo metro con degli impressionanti baffi alla Fu Manchu, che è scomparsa da un santuario e se ne corre in giro per Chinatown lasciandosi dietro una scia di magia sessuale e caos.

Roku MacCormick, ispettore della divisione Crimini Arcani di Chinatown, deve affrontare una quantità di sfide che vanno ben al di là del suo retaggio umano-faerie, dei draghi ringhianti che stanno a guardia dei portali di C-Town e dell’esplosione di una fabbrica di noodle. Infatti, oltre alle interferenze di una famiglia mafiosa che vuole tenere a distanza e a un serial killer esperto di incantesimi che deve assolutamente trovare, dopo un caso andato a rotoli, a Roku tocca accollarsi Trent Leonard, un nuovo partner di cui non si può ancora fidare.

Anche se preferirebbe restarsene a casa con Bob the Cat a riempirsi di whiskey fino ad addormentarsi, ogni giorno Roku indossa distintivo e pistola, deciso a servire e proteggere la città che ama. Quando l’oscuro e sotterraneo mondo magico di Chinatown rende la sua vita un inferno e il caso su cui lavora si rivela letale, è Trent che bada a coprirgli le spalle e, a detta del suo nuovo partner, anche a guarire il suo cuore. Per Roku, però, Trent è pericoloso quanto i mostri e i criminali che hanno giurato di abbattere.



Titolo: Dim Sum Asylum
Autore: Rhys Ford
Copertina: Anne Cain
Traduzione di: Sara Linda Benatti
Data di uscita: 27 agosto 2019
Genere: suspense, urban fantasy
Conteggio parole: 100.323
Pagine: 269
ISBN-13: 978-1-64405-668-4
Edizione originale: Dim Sum Asylum








Pareva che San Francisco non si sarebbe mai asciugata.

La pioggia all'ora di punta dopo il lavoro era un riversarsi di scuri lenzuoli setosi sul distretto, quando ne attraversai le branche più basse vicino alla Baia.
Le serate e i tardi pomeriggi umidi di pioggia erano i miei momenti preferiti, in quella città.
L'acqua si intrecciava in fili come di ragnatela, bioccoli di nebbia abbastanza sottili da finire intessuti nel complicato telaio di edifici sistemati sulle colline. Le insegne al neon stringevano nella nebbia imbrattando l'aria di rosso e giallo, il rossetto sbavato di una puttana dopo la fine di una lunga nottata di lavoro.


Sino a quest'estate, per me la Ford era  una di quelle autrici da scegliere a occhi chiusi, perché ho sempre apprezzato i tanti suoi libri arrivati da noi. 
Continuo ad averne un'ottima opinione, anche alla luce di questo, però se devo dare un giudizio schietto, devo ammettere che è stata la lettura più pesante dell'ultimo periodo. 
L'ho iniziato, mi sono persa, l'ho ripreso, l'ho abbandonato per leggere almeno altre tre o quattro cose nel frattempo, confidando che non fosse la serata giusta, ma proprio no: non è stato di mio gradimento, tanto che, arrivata alle ultime pagine, desideravo soltanto finirlo.


Il punto, paradossalmente, è uno: troppo ricco, ma in un modo che finisce per essere negativo, con l'effetto di risultare ridondante. 
Dal mio punto di vista, la Ford ha infarcito questa trama di talmente tanti richiami e citazioni, che finisce per dare vita a una tesi di laurea dedicata agli amanti del mondo orientale, dimenticandosi che sarebbe dovuto essere un romanzo accessibile (a lei piacendo) anche a lettori che magari non avevano il suo stesso bagaglio di nozioni. La sottoscritta, ad esempio, ha poca dimestichezza con questo mondo. Non è un pregiudizio, in altri libri della Ford i richiami orientali hanno sempre riempito di colore le sue storie. Qui invece hanno appesantito e creato confusione. 


Non ci sono note di nessun genere, neppure un qualche glossario (visto che era un fantasy, magari ci poteva stare); in certi punti la traduzione (pur mirabile, va detto: deve essere stato un lavoraccio immane, e la ricchezza di immagini e vocabolario è stata resa benissimo) si limita a lasciare i termini in originale: solo che io non ho compreso se fossero originali giapponesi (??) faerie (??) creati ah hoc per questo mondo fantasy (??) 
Spesso non ho compreso il senso di una battuta o della metafora (se lo erano). Esempio pratico: si usano il sale e le foglie di tè come arma, anche qui dando per scontato che uno sappia il loro utilizzo magico. Deriva dalla tradizione orientale per colpire gli spiritelli, è stato inventato appositamente? 
Roku si scontra con un tizio: dialogo di venti pagine con richiami alla mafia e a un linguaggio del corpo e a una gestualità orientale che evidentemente tutti (tranne la sottoscritta) colgono al primo colpo. E quest'incontro, che rilevanza ha nella narrazione? Sono rimasta con il dubbio.

Era umano, robusto, un po' stagionato, 
e aveva un tocco di severa autorità su quel bel viso forte. 
Era come una check list di tutte le cose che mi piacevano in un uomo, 
piena di segni di spunta.


Ci sono pagine con un certo fascino, ma nel complesso la lettura è risultata lentissima.
Io amo le descrizioni, spesso mi fermo a rileggerle e ad ammirarle. Però anche qui sono un eccesso.
Venti pagine per un inseguimento soffermandosi su ogni pensiero del protagonista su ogni respiro e movimento. Cinque pagine di lotta contro una scorpione di pietra, mentre Roku rivede tutta la vita passargli davanti. 


E le ripetizioni. Quante volte ci viene detto che Roku ha perso marito e figlie? Ogni due pagine ci viene ricordato in tutte le salse, come se ci fosse pericolo di dimenticarlo.
Va a finire che persino la storia tra i due protagonisti finisce in sordina, soffocata in tutto questo rigoglio di descrizioni. Ok, forse l'elemento romantico era il meno importante per la narratrice, ma anche qui viene dato molto per scontato: i due si infatuano e diventano coppia quasi senza un vero perché. 


Da lettrice di fantasy, non temo affatto la conoscenza di nuovi mondi con nuove regole da seguire, purché mi venga data una cartina per orientarmi.
Invece sono arrivata in fondo estenuata, dopo essermi sorbita dialoghi e incontri con personaggi di cui non ho compreso l’utilità narrativa.

Non posso consigliarlo, per coerenza. Spero di aver ben motivato le mie ragioni.

Amarilli


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