Pensieri su "IL PIANETA DI GHIACCIO" di Andrea Scavongelli (Il ciclo di Rizor #1)

Sullo sfondo dello scacchiere galattico, dopo una partita durata secoli, gli uomini di potere si apprestano a compiere le mosse decisive. Non hanno calcolato che alcune pedine potrebbero però agire in maniera diversa da come desiderano. E rivoltarglisi contro... 

Rickard Hill è un uomo tormentato dal suo passato più di quanto vorrebbe. Disperso in un deserto di ghiaccio sul pianeta Rizor 4, entra in contatto con uno strano e semisconosciuto popolo che lo conduce alla consapevolezza del suo enorme e inesplorato potenziale, facendogli intravedere una possibile via di uscita dai sensi di colpa che lo attanagliano. Contemporaneamente, Romeo Davis, giovane e idealista soldato del corpo scelto dei Volmarix, è costretto a fare i conti con la violenza distruttiva dell'universo e compiere un personale e non facile percorso per salvare le persone che ama. 

Nell'ombra, intanto, un cinico agente segreto è disposto a qualsiasi cosa pur di portare l'eterno conflitto con una belligerante razza aliena a vantaggio dell'umanità, anche a costo di sacrificare parte di quest'ultima. 

Le forze in campo si ritroveranno su Rizor 4, il pianeta di ghiaccio, per il confronto finale. E la natura selvaggia e incontrollabile giocherà la propria carta.


Autore: Andrea Scavongelli
Titolo: Il pianeta di ghiaccio
Saga: Il ciclo di Rizor #1
Copertina flessibile: 384 pagine
Editore: Fanucci (5 giugno 2019)
Collana: Narrativa
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8834737857
ISBN-13: 978-8834737859


Dormi, bella ragazza, dormi tranquilla. 
Dormi è buio, adesso è notte, 
ma non temere, in cielo c’è una stella che brilla 
e lo farà, finché non vi separi la morte. 

Canzone Volmarix 


Ho desiderato leggere il primo volume di questa duologia (credo) dopo aver assistito alla presentazione del libro a Torino, al Sal19. Mi aveva infatti colpito il richiamo dell’autore alle saghe di Gemmel e al ciclo di Dune, come fonte di ispirazione, romanzi che rientrano anche nelle mia top ten di predilezioni. 

Il ciclo di Rizor è in effetti una saga scifi (nello specifico, una space opera), dove però si fondano perfettamente anche tanti elementi del fantasy epico, a cominciare dall’ambientazione di Rizor, con la ricostruzione di usi e costumi dei suoi abitanti, che sfidano i ghiacci combattendo le fiere a cavallo di giganteschi lupi addomesticati. 

Più ancora, lo definirei un romanzo corale, dove, almeno all’inizio, il lettore viene posto davanti a tanti singoli tasselli di esistenza (personaggi diversi, in diversi mondi e ruoli) apparentemente slegati, che però vengono a poco a poco unificati dal filo conduttore, che è appunto il mistero che si cela in questo remotissimo pianeta inospitale, Rizor 4, utilizzato per lo più come centro di detenzione forzata per i condannati della società civile dei vari pianeti. 


Hai mai messo la mano in un covo di serpenti? 
Ti sei mai chiesto perché tra loro non si mordono?

Principalmente il primo libro segue le storie di Hill, uno di questi condannati che riesce (per suoi meriti oppure volutamente?... il dubbio è ancora pendente...) a fuggire dal centro di prigionia e a nascondersi nelle zone più selvagge del pianeta, dove viene accolto e “adottato” dai membri di un’hibernia, una delle comunità locali, imparando a combattere come un loro guerriero e a sviluppare poteri particolari. 
Il secondo filone principale segue il soldato Davis, un appartenente all’élite militare dei Volmarix, corpo di soldati leggendario, che ha a sua volta proprie tradizioni, propri riti e un sistema di guida segreta. I Volmarix vengono impiegati al momento nella guerra contro una popolazione aliena, infida, sconosciuta e quasi invincibile, che muove sulle rotte umane, puntando anch’essa a Rizor 4. 
Insomma, tutti ambiscono a questo pianetino, tremendo e brutale, ma anche selvaggio e affascinante al contempo, e si arriva alla fine di questo primo romanzo con qualche nozione in più, ma anche con moltissima curiosità per il proseguo (non ultimo il fatto, che gli stessi politici umani hanno innescato una lotta sotterranea a colpi di intrighi, agguati e agenti segreti).

Il ritmo narrativo è sempre sostenuto e l’alternarsi degli episodi legati alle varie storie permette di avere un quadro narrativo variegato e sempre in crescendo. 
Inoltre l’autore arricchisce il libro sia con momenti di forte introspezione, sia con momenti di battaglia (spaziale e terrestre), aggiungendo citazioni tratte da un bibliografia da lui stesso creata, nonché interessanti appendici a fine libro come ulteriori chiavi per decifrare meglio le società descritte. 

Nel complesso, un prodotto italiano che non sfigura per nulla con gli esempi esteri nel suo genere. 

Amarilli





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