Pensieri su "IL MEZZO RE" di Joe Abercrombie

Yarvi non aveva mai pensato che sarebbe potuto salire al trono. Nato con una mano deforme è inadatto al combattimento e, nel disprezzo del padre, il re del Gettland, il suo destino è diventare uno dei "ministranti", l'ordine di potenti sacerdoti consiglieri della corona. Ma, proprio la notte che precede l'ultimo esame, Yarvi e la sua maestra, Madre Gundring, sono raggiunti dalla notizia: il padre e il fratello di Yarvi sono morti, uccisi in un agguato ordito da Grom-gil-Gorm, sovrano del Vansterland, regno confinante e nemico. 
Adesso il re è lui. O mezzo re, per lo meno. 

Ma la sua vendetta dovrà essere intera. 

Spinto anche dal volere della madre, la bella e inflessibile Laithlin, Yarvi giura che farà giustizia contro gli assassini di padre e fratello e parte per Vansterland, pronto a dare battaglia. Ma subito cade vittima di un'imboscata e, salvatosi miracolosamente in mare, viene portato al mercato degli schiavi. Qui viene venduto per prestare servizio sulla nave capitanata da Shadikshirram, mercantessa dal cuore nero e la lingua affilata. 
Solo, nel mare ghiacciato, spogliato del suo lignaggio e incapace di reggere un'ascia o uno scudo, Yarvi potrà contare su una squadra di compagni improbabili e su un'unica vera arma: la sua mente. 
Basterà per ritornare a casa e portare a compimento la sua vendetta? 

"Il mezzo re" inaugura la "Trilogia del mare infranto".


Titolo: Il mezzo re
Serie: Trilogia del mare infranto #1
Joe Abercrombie
Editore: Mondadori
Collana: Omnibus
Traduttore: Rialti E.
Data di Pubblicazione: ottobre 2014
EAN: 9788804644262
ISBN: 8804644265
Pagine: 298

Fantasy

4,5 stelle

«Cosa c’è?» gracchiò Yarvi, la gola serrata dalla paura.
Suo zio cadde in ginocchio, le mani sulla paglia unticcia. Chinò il capo e pronunciò due parole, profonde e crude. «Mio re.»
E Yarvi seppe che suo padre e suo fratello erano morti.


Io amo Joe. Punto.
E sinora questa trilogia era l'unica sua opera, pubblicata in Italia, che mancava all'appello delle mie letture.
In effetti, all'uscita nel 2014, ero rimasta frenata dal fatto che fosse stata bollata "per ragazzi" e che poi tanti lettori avessero storto il naso, sostenendo che non era il solito Abercrombie. 
Però il mese scorso ho letto "Tredici Lame" e alla fine ero così in astinenza, che non ho resistito e ho voluto provare anche questa. 

Sgombro subito il cambo dai dubbi, dicendo che a me il primo volume è piaciuto molto, tanto che ho già sul comodino il secondo.
Ho adorato il fatto che il protagonista non fosse il solito ragazzo ganzo, che sembra normale e poi racchiude in sè mille poteri, ma un erede scartato, di seconda scelta, che si forgia soltanto perchè gli eventi lo calpestano, lo scrollano, lo costringono a crescere.
Un mezzo eroe con tante ombre, sino alla fine.
Ho adorato che - una volta tanto - il motore della saga non fosse l'ambizione, il raggiungimento di uno scopo nobile, ma la vendetta. Vendetta sporca e cattiva. (E qui come non fare un paragone con Monza Murcatto e il suo bagno di sangue vendicativo?)
Yarvi soffre e lotta per riprendersi lo Scranno Nero e il proprio regno, nonostante questo non sia mai stato il suo sogno e il destino per cui si è preparato. 
E quello che era prima, lo rimane. 
Non è che un nuovo re riluttante, un ragazzo che diventa uomo, divenendo via via un ingenuo tradito, un prigioniero, uno schiavo, un rematore, un fuggitivo ed infine anch’egli un traditore. O no?

Una saga a tratti cupa, quasi senza speranza, dove anche il più buono sa essere molto cattivo.
E vogliamo parlare dello stile?
Forse si è trattenuto sul sangue, ma la violenza delle immagini di Joe c'è tutta, la potenza che si scatena in due frasi e ti dice tutto.


Un re deve vincere. 
Tutto il resto è polvere.


Amarilli


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