A.I. Cudil e le sue altre vite: INTERVISTA ESCLUSIVA

Oggi, cari lettori,
vi parliamo di un'autrice che ha più sfaccettature e più personalità.

Potremmo dire che è un'unica entità con più estrinsecazioni esterne, una pianta rigogliosa che spinge le radici in molteplici direzioni, una mente sempre attenta e curiosa, una e mille mondi... mi blocco con le immagini, perchè in realtà è semplicemente una scrittrice che ama le sfide e tende a non farsi rinchiudere, al sicuro, in un genere predefinito.

Alcuni avranno già indovinato: stiamo parlando di A.I. CUDIL alias CLAUDIA TONIN alias ANTONIA CLAUDIA ROMANI = PAGHI UNA E PRENDI TRE :)
Pronti per scoprire i suoi segreti?

Ben ritrovata, cara Antonia!
Prima di tutto, approfittiamo della tua presenza per fare il punto della situazione.
In effetti, l’anno appena trascorso ha portato parecchie novità ai tuoi lettori.
Da una parte, l’uscita del tuo primo MM romance (che è stato tra le letture preferite del nostro blog 2017!) per una casa editrice prestigiosa (e non proprio specializzata nel genere), dall’altra l’avvio di una nuova serie (Provence), che è un po’ uno spin-off della tua celebre serie Six Senses. V
uoi parlarci della tua esperienza nel gay romance e svelarci difficoltà e soddisfazioni della scelta?

Ciao a tutti e grazie dell’ospitalità!

Mi fa davvero piacere trovarmi qui per parlare di libri. Hai detto molto bene Amarilli, il 2017 è stato un anno intenso, ricco di novità, alcune hanno sorpreso persino me. Non ultimo il fatto che “Solo la tua carezza” abbia riscosso così tanto consenso tra le lettrici. Mi fa particolarmente piacere parlare di questo libro, perché è il romanzo della serie Six Senses per il quale ho lottato di più.
Credevo di essere pronta per scrivere un gay romance e ho affrontato questa nuova sfida sia con entusiasmo che con timore. Dopo anni di letture di ottimi romanzi di questo genere ho ritenuto che fosse il momento giusto. Ne approfitto per dire pubblicamente che il mio amore per gli m/m è scoccato leggendo proprio le storie di Lara Haralds di S.M. May e i libri del compianto Eric Arvin.
Avevo scritto spesso di personaggi minori con amori gay, anche un piccolo racconto, ma affrontare un intero romanzo è stata una sfida stimolante. Cedric però richiedeva che dessi il massimo, perché si trattava di un personaggio che ho pensato bisessuale fin dal primo libro della serie Six Senses. Per lui serviva qualcuno di davvero speciale come David. Non ho mai fatto mistero che il tatto, Cedric, fosse il mio personaggio preferito e credo che le lettrici se ne siano accorte e abbiano apprezzato proprio per questo motivo il romanzo.
Intoppi nella stesura non ne ho avute, alla fine le vere difficoltà sono sorte con l’editore, per la prima volta mi sono imposta e non mi pento di aver preso posizione. Ne valeva la pena. Le soddisfazioni vere come sempre me le hanno date i lettori, ho ricevuto commenti entusiasti dalle lettrici, anche quelle che inizialmente avrebbero voluto una donna accanto a Cedric, alla fine mi hanno scritto dicendo che David era la persona giusta accanto al bel Cedric. Che potevo chiedere di più?

E la serie “Provence”? Vuoi svelarci qualche dettaglio in più?


In realtà la colpa è tutta di Cedric! Mi ha portata a casa sua, mi ha fatto conoscere la sua famiglia, Cavaillon, il paese in cui è nato, e io mi sono semplicemente innamorata della Provenza. Così ho iniziato a pensare alle vite dei migliori amici di Cedric: i gemelli Pauline e Paul Moreau. La storia di Pauline è la prima che è uscita, perché dovevo proprio parlare di lei e Stefan, ma ora sarebbe una crudeltà non proseguire e scrivere anche di Paul, vi pare? Soprattutto perché se non lo faccio alcune lettrici potrebbero strozzarmi! Diciamo che Paul, con quel suo aspetto sexy, l’atteggiamento scanzonato e dolce allo stesso tempo, ha riscosso molto successo. Posso dunque svelarvi che il prossimo romanzo della serie Provence avrà come protagonista proprio l’ex soldato Paul Moreau, si intitolerà “Sognavo solo te”. La speranza è di riuscire a pubblicarlo entro l’estate prossima.

Altra novità, la più clamorosa: hai finalmente svelato la tua doppia identità (A.I. Cudil = Claudia Tonin) , annunciando ai tuoi lettori che non sei soltanto una penna raffinata nell’erotico e nel romance, ma anche una scrittrice con esperienza decennale nella fantascienza (non proprio un settore femminile…) e in altri ambiti. 
Cosa ti ha portato al grande passo? Te ne sei pentita o i tuoi lettori hanno risposto con entusiasmo?

Vuoi davvero conoscere la risposta? Potrebbe non piacerti. Per pigrizia ahahah.
Vivere una doppia vita è molto faticoso se non si hanno superpoteri o ricchezze infinite come Batman. Ero stanca di avere due profili FB, più pagine autore, due profili Twitter. Così ho chiuso tutti i social di Claudia e mi sono concentrata su Antonia. Ha reso più semplice la mia vita e mi ha anche permesso la stesura di “Aspettavo solo te”. 
Il grande passo è stato poco ponderato, come molte scelte nelle mia vita, ho seguito l’istinto. Ho pensato che ormai i lettori fossero pronti ad affrontare senza avere pregiudizi scrittori che si destreggiavano su più generi.
In effetti è stato proprio così, le poche lettrici che si sono avventurate nel genere Sci-Fi sono state quelle a cui il genere piaceva da prima. Il mio “outing” non ha destato molto scalpore e questo mi ha fatto capire di avere compiuto la scelta giusta. 

Sempre sull’onda del rinnovamento, negli ultimi mesi hai anche ripubblicato la tua serie sci-fi (CRONACHE DI GAIA), con un restyling di forma e cover. Hai sottolineato spesso che questa serie rimane l’opera più amata da parte tua. Cosa ha significato crederci ancora, lavorando a una nuova edizione?

Senza nulla togliere ai miei romanzi di intrattenimento, penso che uno scrittore debba anche lasciare un messaggio e se, bene o male, in tutti i miei romanzi cerco di dire qualcosa, nelle Cronache di Gaia ci sono le tematiche che mi stanno più a cuore. La famiglia, i figli, il rispetto tra uomini e donne, la salvaguardia dell’ambiente. Non finirò mai di credere che i libri possano far riflettere le persone e anche cambiarle. Non finirò mai di credere che le Cronache di Gaia non debbano essere lette. Sono i miei libri più belli perché non sono legati al momento attuale, ma hanno un respiro più ampio. Spero che quando i miei figli saranno più grandi possano leggerli ed essere orgogliosi della loro mamma che li ha scritti. Sono la mia vera eredità intellettuale. Penso che la fantascienza abbia il grande merito di farci riflettere e vedo che nell’ultimo anno c’è una bella ripresa, almeno nelle serie televisive, di questo genere letterario. Chissà che la visione de Il racconto dell’ancella spinga anche a leggere il libro, che è stupendo e faccia capire quanto possa esser ancora avvincente la fantascienza e la distopia in particolare.

E arriviamo al presente: una nuova opera e un nuovo cambio di “pelle”. Stavolta arriva Antonia Claudia Romani e ci regala GALLICA, un romanzo ambientato nel 49 a.C. 
Intanto: chi è Antonia Claudia? 
Un mix tra le tue due alter ego? Una nuova personalità?

Antonia Claudia Romani è il nome con il quale ho voluto firmare Gallica per far capire subito ai lettori che si trovavano davanti a un romanzo differente dagli altri scritti da me. Non ci sono scene bollenti, ma nemmeno drammi sociali, c’è invece l’amicizia con la A maiuscola, quella che va oltre le distanze, le origini e anche le idee politiche. E poi c’è quel pizzico di giallo che non avevo mai sperimentato prima.
Come hai intuito è un mix tra i miei due precedenti alias, c’è la leggerezza di Antonia e la serietà di Claudia. Se il connubio sia riuscito saranno i lettori a dirmelo.

Sette anni per scrivere GALLICA. Cosa ti ha spinto a farlo? Quanto ti è costato? Cosa speri di comunicare ai tanti lettori che ti hanno seguita sino a qui?

La prima volta che ho parlato di Gallica era il 2011, allora ero una donna inconsapevole e ingenua e affrontai con entusiasmo la sfida che mi veniva posta: scrivere un romanzo storico su commissione.
A questo punto so già che vi aspettate il “purtroppo” e infatti eccolo qui: purtroppo l’editore non era tale e sparì dopo che avevo scritto già sette capitoli, discusso per due mesi con lui sulla trama e raggiunto un accordo per il compenso. Il bello è che la brutta avventura non mi servì come esperienza perché di lì a poco tempo mi capitò un altro editore che agì nella stessa maniera... Ma questa è un’altra storia!
Quella di Gallica invece inizia come gadget natalizio. Sì, avete capito bene, il libro avrebbe dovuto essere un regalo di Natale di una ditta per i propri clienti. Legio III era infatti il marchio di un’azienda che voleva pubblicizzare i propri capi di abbigliamento e scelse me (che fortuna!) per scrivere un romanzo storico che desse una patina di autorevolezza a qualcosa di frivolo come una T-Shirt.
A causa della crisi, delle idee confuse del proprietario, della mancanza di vendite, di una serie di sfortunati accidenti, l’azienda fallì e il mio committente si ritirò, scusandosi con una breve telefonata. In realtà, non gli ho mai portato rancore perché la famosa “congiuntura economica” non era certo favorevole, di fatto però mi ritrovai senza editore e senza compenso. Questo avvenne in un momento cruciale della mia vita e con il senno di poi ora lo vedo chiaramente; avevo per le mani la prossima pubblicazione di “Rouge Club”. Il successo di quel romanzo mi catapultò nel mondo del self e del romanzo erotico, così rinchiusi nel cassetto il romanzo storico incompiuto. Due anni dopo scoprii il concorso Io Scrittore, così pensai di partecipare con il mio Gallica che era lì che languiva nel dimenticatoio. Finii di scriverlo e inviai Gallica al torneo dove superò la prima fase. In quei mesi però era iniziata la collaborazione con Giunti Editore così, quando Gallica non superò la seconda fase, lessi con attenzione le critiche, ma riposi tutto in un altro cassetto. Era appena uscito “Solo il tuo sapore” e la promozione della nuova serie Six Senses richiedeva ogni mia energia.
Sembrava proprio che l’universo mi dicesse che quel romanzo non sa da pubblicare…
Gallica uscì dal cassetto nel 2016 quando, dopo avere sistemato il testo seguendo le indicazioni dei lettori del concorso Io Scrittore, chiesi a un gruppo di valorose beta reader di cimentarsi nella lettura di questa nuova versione del romanzo. All’inizio del 2017 avevo tutti i suggerimenti del caso e una favolosa editor, Solange Mela, che mi seguiva, dovevo solo completare le correzioni. In febbraio arrivò l’editing di “Solo la tua carezza” poco dopo scrissi e pubblicai “Aspettavo solo te”. 
Il povero romanzo Gallica sembrava non trovasse mai il momento giusto, ma non si può sempre aspettare a un certo punto bisogna agire. Il messaggio che vorrei che i lettori cogliessero di Gallica è che l’amicizia è un cardine fondamentale sul quale costruire la propria vita. E che da soli non si può andare da nessuna parte. 

Ultima domanda con la sfera di cristallo: cosa vedi nel tuo futuro? Self o CE? Erotico o storico? Sci-fi o romance? Quali altre sfide nel 2018?

Visto che ho iniziato l’anno pubblicando il romanzo eterno incompiuto, spero che sia di buon auspicio per le altre storie che ho incomplete.
Con “Aspettavo solo te” ho decretato il mio definitivo passaggio al self che al momento mi consente quella agilità di movimento tra un genere e l’altro che un editore non può darmi. Nel 2018 vedo infinite possibilità, come ogni nuovo anno, la sfida sarà concludere almeno tre dei molti progetti aperti. Devo, ho preso un impegno con i lettori, pubblicare un altro capitolo della serie Six Senses che avrà come senso protagonista l’odorato e si intitolerà “Solo il tuo profumo”. Poi ci sarà il romanzo “Sognavo solo te”, la seconda storia della serie Provence. Ci sarebbe un terzo obiettivo ma vedremo che accadrà, ci sarebbero tali Dame Blanche che attendono da un po’...

Eh, direi che la carne al fuoco è tanta.
Un grande in bocca al lupo e mille grazie alla nostra A.I. per la sua sincerità e simpatia.

Amarilli

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