Pensieri su "LA DRAG QUEEN E IL RE DEGLI HOMO POMP" di TJ Klune

Credete nell’amore a prima vista?

Sanford Stewart proprio no. Anzi, crede nel suo esatto contrario, grazie al re degli Homo pomp, Sua Frociosità Pompato I. Sembra infatti che Darren Mayne non abbia altro scopo nella vita se non far piombare nel caos l’esistenza tranquilla e ordinata di Sandy, per il solo gusto di infastidirlo. Sandy lo odia e niente potrà mai fargli cambiare idea.
O almeno così vuol credere.

Ma quando il proprietario del Jack It – il club nel quale Sandy si esibisce nei panni della drag queen Helena Handbasket – gli si presenta con una proposta disperata, Sandy si rende conto che potrebbe essere giunto il momento di mettere da parte i suoi sentimenti per Darren; il gay bar dovrà infatti chiudere se qualcuno non convincerà Andrew Taylor, il sindaco di Tucson, a tenerlo aperto.
Qualcuno come Darren, il figlio illegittimo dell’uomo.
L’infallibile piano è il seguente: sedurre Darren e spingerlo a convincere il padre a rinnovare il contratto tra il club e l’amministrazione cittadina.

Semplice, no?
Sbagliato.


Autore: TJ Klune
Titolo: La Drag Queen e il re degli Homo pomp
Serie: A prima vista #2
Editore: Dreamspinner Press
Pages 483
ISBN-13 978-1-64080-440-1
Cover Artist: Reese Dante
Traduttore: Claudia Milani
Uscita: 12 dicembre 2017




Cosa avevo pensato di DIMMI CHE E ' VERO:
sono riuscita a leggerlo soltanto in seconda lettura: al primo tentativo, lo ammetto, avevo abbandonato dopo cinquanta pagine, perchè mi sembrava un'egregia cavolata all'American Pie.
Poi la mia social-in-tandem Lucia (che legge raramente gayromance) era arrivata in fondo entusiasta, e quindi ci ho riprovato. Ci ho riprovato e ho apprezzato la vena finto comica e piuttosto dolceamara che pervade questo romanzo.
Concordo con chi dice che merita, perchè merita.
Traduzione e resa in italiano strepitosa (non mi arrischio a dire se corrisponde all'inglese, ma in italiano il testo si legge che è un piacere).

*****

Come ogni altro superqueeroe, ho avuto anch’io un inizio.
Che forse aveva qualcosa di tragico, anche se il trauma non era il fulcro del racconto.
Però ha contribuito a forgiare chi sono diventato.
Non è stata la tragedia a plasmarmi.
Sono stato io, piuttosto, ad addomesticarla.
Perché c’è una cosa che dovete ricordare sopra tutto il resto.
Sono una Queen, figli di puttana.
E pretendo rispetto.
Siete pronti?

Dopo aver riscaldato i motori ripassando il primo romanzo e dopo essere entrata in sintonia con lo stile agro-comico di Klune, non mi sono neppure accorta di aver letto queste quasi cinquecento pagine se non all'epilogo finale.
Allora: il primo romanzo è stato insolito e divertente, questo secondo capitolo è stato superlativo.
Sandy/Helena Handbasket è una figura emblematica: tanto dolce, timida e con un sottofondo di grande generosità quando è Sandy, quanto pantera, sensuale, irriverente e acida quando indossa i panni di Helena. 
Già lo aveva fatto nel primo libro, ma qui l'autore è davvero bravissimo a rendere la bipolarità del personaggio, facendo modificare il suo modo di approcciare gli altri e persino di pensare a seconda della personalità che prevale in quel momento.

E io pensai che con ogni probabilità avrei preferito essere annegato. Nella candeggina. Il giorno del mio compleanno. In Kentucky. “Grande,” esclamai. “Fantastico. È l’idea più meravigliosa che tu abbia mai avuto.”
“Perfetto,” mi sorrise Paul. “Venerdì sera. Ho il posto giusto.”
Mi augurai di venir divorato da uno squalo entro due giorni.
Spoiler: non successe.

Tutto il racconto è strutturato come un continuo flusso di pensieri che ci permette però di spaziare dal passato (capendo così tante scelte di Helena e dolori passati di Sandy) al presente, conoscendo meglio anche Darren, e ritrovando la coppia Paul/Vince (i cui siparietti insieme ai genitori, alla nonna e al pappagallo sono fantastici...).
Non c'è mai un attimo di tregua o di calo del ritmo, è un continuo esplodere di situazioni, scoperte, malintesi e battute feroci. 
Perchè questa non è una storia comico-leggera, anzi: come al solito, sotto le parrucche, i vestiti da drag, le prese in giro di clichè e atteggiamenti (gli homo pomp, i paparini, persino il Club del Latte) ci sono persone con emozioni, speranze, sogni infranti e una grande paura di esporsi e innamorarsi.
E anche persone molte sole (se non sono fortunate come Paul e i suoi svalvolati parenti), e terrorizzate dal rivelarsi per ciò che sono.

Stava cercando di essere il miglior falso ragazzo. Trasudava sincerità e anche se io ero in grado di riconoscere la sua messinscena, dovevo ammettere che era tipo il Daniel Day-Lewis dei finti appuntamenti. Persino io gli avrei dato l’Oscar per una simile interpretazione.
Il che voleva dire una cosa sola. Solo una.
Dovevo essere più bravo.
Dove fare di tutto per raggiungere il mio scopo.
Perché c’era solo una cosa che poteva superare il Daniel Day-Lewis dei finti appuntamenti: la Meryl Streep dei finti appuntamenti.

Insomma, si ride TANTO, ma si ride spesso amaro.
E quindi sì, il finale ci regala un sospiro di soddisfazione. Senza contare che io ho trovato la coppia Helena-Darren estremamente romantica e vera.
Anche qui mega-applauso per la traduttrice (Claudia Milani), perchè deve essere stato un testo difficilissimo da tradurre, e il fatto che le battute anche in italiano continuino a far ridere è una prova innegabile della sua bravura.
Romanzo 5 stelle ++++++++++++++ DA LEGGERE!!!

Non fu come le altre volte. Non era un bacio che nasceva dalla necessità. Non nasceva dalla disperazione. Aveva il sapore del sollievo, un sollievo dolce e ubriacante perché forse, alla fine, ce l’avremmo fatta. Saremmo potuti stare insieme. Sarebbe stato vero. 
Senza inganni o mezze verità. Lo voleva lui e, dal modo in cui mi stavo arrampicando sul suo corpo, lo volevo decisamente anch’io.


Amarilli

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