Pensieri su “Fuoco proibito” di Madeline Baker
Titolo: Fuoco proibito
Titolo originario: Forbidden Fires
Autrice: Madeline Baker
Edizioni: Mondadori
Collana: I Romanzi – Introvabili 105
Ambientazione: America, Stati Uniti, 1880 circa
Ambientazione: America, Stati Uniti, 1880 circa
Premetto che questo romanzo ha risentito dell'ordine di lettura in cui è capitato: vero che amo molto i romance a tema #western, ma l'ho iniziato subito dopo un libro che mi aveva travolto.
Di conseguenza, pur non essendo malvagia, questa storia mi è parsa piuttosto di circostanza.
Lupo in Agguato è un mezzosangue, irlandese da parte di padre (non uno stinco di santo) e con sangue nativo da parte della madre. Dopo essere stato accolto, comunque, in una tribù Cherokee, ne viene bandito a causa di una contesa amorosa (per la bella Vento d'Estate).
Catapultato nel mondo "bianco", viene quasi impiccato, poi assoldato come lavorante in una fattoria, quindi coinvolto nelle vicende economico-familiari dei proprietari e nella dura vita dell'allevamento di mustang da addestrare e rivendere.
In un mondo lacerato da rivalità di ogni genere, tra pregiudizi sia bianchi che pellerossa, e imboscate sempre incombenti, l'amore con Caitlyn nasce in modo ruvido e sopravvive con fatica.
La trama è piena di azione e ci propone tutte le atmosfere del genere, dalla vita in fattoria ai villaggi polverosi del west, sino alle fughe nella prateria e agli accampamenti indiani.
Però l'intero libro si regge, praticamente, sulla stupidità della protagonista (mi si passi il termine): ogni singolo accadimento è dovuto al fatto che la nostra disobbedisce al padre e si caccia nei guai, vuol fare di testa sua e si caccia nei guai, vuol dimostrare cosa vale e finisce per cacciarsi nei guai, è circondata da pericoli e pensa di andare a farsi un bagno, è in mezzo a nemici di cui non conosce lingua e tradizioni e pensa di fare l'altezzosa...
Alla prima ingenuità la perdoni, all'ennesima cominci a chiederti perché ancora l'eroe rischi la vita per salvarla.
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