Pensieri su "Divini rivali" di Rebecca Ross



Mentre una sanguinosa guerra tra divinità infuria nel paese, la diciottenne Iris Winnow cerca di rimettere insieme i pezzi della sua vita. Il fratello è partito per la guerra e non dà notizie di sé, la madre annega i dispiaceri nell’alcol, il lavoro da giornalista non le dà soddisfazioni. Sogna un futuro in cui la sua scrittura farà la differenza grazie alla promozione a editorialista, ma per ottenerla deve competere con l’affascinante e scontroso Roman Kitt. L’unica valvola di sfogo, per Iris, è la sua macchina da scrivere, dono dell’amata nonna, con cui spera di mettersi in contatto con il fratello scomparso, ma le lettere che infila sotto al guardaroba finiscono proprio nelle mani di Roman, che decide di risponderle anonimamente avviando così un rapporto epistolare. Questo legame speciale e inaspettato farà nascere tra i due complicità e attrazione, trascinandoli nel vivo di un conflitto che deciderà le sorti non solo del loro paese ma anche del loro amore.
Due giornalisti rivali uniti da un legame magico intrecceranno per sempre i loro destini attraverso l’inferno della guerra e l’incanto della passione. Si dice che l’amore vinca su tutto, ma può trionfare anche in uno scontro tra divinità?

Nessuna divinità
Nessuna creatura
Nessuna guerra
Potrà mettersi tra di loro.

Divini rivali
Autrice: Rebecca Ross
Editore: Fazi
Pagine: 421
Uscita: 7 novembre 2023



Tolgo un pezzo di armatura perché mi fido di te.


Grandi aspettative non del tutto rispettate.
Divini Rivali si è rivelato una lettura discreta, con una prima parte lentissima (e forse inutile?), e con una seconda parte migliore, ma allungata per arrivare al prevedibile cliffhanger che ti molla sul più bello, obbligandoti a leggere il seguito.

Aspetti negativi (leviamoci subito i sassolini): un'ambientazione più che confusa, che prende vari elementi già visti e cambia qualcosa qua e là, inserendo ora aspetti di magia (non spiegati), ora di divinità che si fanno la guerra (e non si capisce perché la dolce dea Eva, così affranta per il destino dei mortali, si prenda la briga di adunare la miglior gioventù da mandare al massacro), ora scene di film da prima guerra mondiale (tranquilli, nessuna battaglia; solo soldati che aspettano, e poi feriti e feriti); una classe dirigente formata da nobili (boh) e ricchi che parteggiano per il dio malvagio (boh).

Dimenticavo: una protagonista povera/orfana/sola/ e che al suo primo lavoro va a fare la corrispondente di guerra, letteralmente allo sbaraglio, con il blocchetto e la penna per raccontare le "emozioni" dei soldati; una specie di fiammiferaia triste, insomma, che non vede la fortuna dell'amore, piazzato DAVANTI AL SUO NASO - A CARATTERI GIGANTI per trecento pagine.
Iris mi ha davvero prosciugato le energie: ero davvero esausta anche solo quando apriva bocca.

Aspetti positivi: LUI. Roman Kitt.
Se Iris è depressione, lui è il sole; se lei è ottusa ingenuità, lui è il classico Eroe romantico, bravo a scrivere e sveglio in azione; simpatico, buono, paziente. Bello, gentile, premuroso.
Un eroe di carta, appunto :) su cui poggia l'intero libro (diciamolo, se non ci fosse Kitt, non ci sarebbe un vero motivo per leggerlo).

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