Pensieri su "I chiostri di New York" di Katy Hays
Per Ann Stilwell passare l’estate a lavorare per il Metropolitan Museum of Art di New York è un sogno che si avvera. Ma il destino scompagina i suoi piani quando per un disguido si vede assegnata a una sede distaccata del Met: il Cloisters, una serie labirintica di chiostri spagnoli ricostruiti lungo le rive dell’Hudson, rinomato per la sua collezione di arte medievale e per un giardino ricco di piante medicinali.
La giovane studentessa trova ad accoglierla Patrick Roland, l’eccentrico direttore del museo, e Rachel Mondray, la sua magnetica e ricchissima assistente. Da subito i due la coinvolgono nelle loro ricerche sulla storia della divinazione, e Ann sembra disposta a tutto pur di entrare nelle loro grazie.
Ma tra gli incunaboli della biblioteca, mentre la curiosità accademica muta pian piano in ossessione, Ann scoprirà qualcosa capace di incrinare gli equilibri: un mazzo di tarocchi italiani risalente al Quattrocento, da secoli ritenuto perduto, in grado, secondo Patrick, di aprire una visione sul futuro a chi sa leggerlo. Mentre segreti e mire personali trascinano i tre studiosi in un gioco mortale di seduzioni e prevaricazione, Ann dovrà fare una scelta: credere in un destino già scritto o diventarne l’unica artefice.
Tra relazioni tossiche, arcani maggiori e codici miniati, Katy Hays mette in moto un meccanismo letterario spietato; un esordio brillante che racconta il lato oscuro della nostra fame di conoscenza, in una New York sospesa tra modernità e occulto.
I chiostri di New York
Autrice: Katy Hays
Editore: Rizzoli
Pagine: 360
Uscita: 13 giugno 2023
La morte mi ha sempre fatto visita ad agosto, un mese calmo, piacevole,
che abbiamo trasformato in qualcosa di febbrile e crudele.
Il cambiamento è stato rapido. Come un trucco con le carte.
Ho visto che molti lettori lo classificano come thriller, altri come fantasy, ma in realtà io l'avevo trovato in una lista di romanzi con vibes #darkacademia, e a mio avviso ci rientra bene, in quanto l'atmosfera gotica di un museo c'è tutta, come pure l'apprendistato della protagonista, lo studio e l'esaltazione della cultura classica, per non dire dell'arte medievale-rinascimentale, e anche il muoversi nel lato dark di persone e luoghi.
La giovane Ann, in fuga da un lutto doloroso e da un college di provincia, arriva, con davvero pochi spiccioli, in quello che risulta essere ancora, ai nostri giorni, il centro culturale del mondo, vale a dire New York, e ci arriva per frequentare un ambitissimo ed esclusivo stage estivo al Metropolitan Museum of Art (e già qui ero semi-conquistata, perché al MET io ci pianterei le tende tutta l'estate, se potessi).
Peccato che il suo posto non ci sia più.
Tuttavia, guarda cos'è il destino, viene cooptata all'ultimo per lavorare alla sede distaccata di arte medievale, ovvero al Cloisters, da un professore sexy e sinistro che sta preparando una mostra sui tarocchi e il loro uso esoterico nei secoli, assistito da una ricchissima, chiacchierata e conturbante collaboratrice.
La tesi della ricerca è che le figure dei tarocchi fossero note sin dal Quattrocento e che già le piccole corti italiane se ne servissero per sondare il futuro, prima ancora della moda successiva in età moderna. Presto, però, lo stage si tramuta in un gioco a quattro, con cigno, brutto anatroccolo e professore, più un giardiniere a scompigliare le carte del mazzo.
Tra manufatti che scompaiono e strani accadimenti nelle sale museali, tra arcani maggiori e minori che indicano linee ambigue, l'estate afosa si colora di sorprese, scoperte e morte.
E se la nostra vita e anche la nostra morte fossero già state scritte? Se un lancio di dadi o una mano di carte potesse svelare il finale, lo vorreste sapere? La vita può essere così labile, così inquietante? E se ognuno di noi fosse Cesare? In attesa del nostro lancio fortunato, rifiutiamo di vedere cosa ci aspetta alle Idi di marzo.
Mi è piaciuto moltissimo, anche se quando i personaggi facevano le stese con i tarocchi ho dovuto fidarmi delle interpretazioni dell'autrice (e alla fine c'è un'utile legenda sulle carte).
Lo stile è lento, ricercato, con richiami culturali, ma è un narrare ipnotico che ti prende e ti accompagna descrivendoti posti bellissimi da visitare o rivedere con occhi diversi.
Per dire, forse non potrò essere di casa al Cloisters, però mi sono già programmata un giro al Palazzo Schifanoia di Ferrara e un nuovo tour di Mantova.
Le donne sono state tessitrici per secoli.
E sono state capaci di vedere le trame e fare deduzioni e creare oggetti bellissimi.
Tutto quello che facciamo è tessere una vita. Cercare di vedere dove ci portano i diversi fili.
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