Review Tour per "LAVINIA" di Ursula K. Le Guin
Titolo assai celebre della Le Guin, e dopo tutti questi anni ancora mi meraviglio della versatilità di quest'autrice, in grado di passare dal fantasy alla fantascienza, e poi di familiarizzare con Virgilio in questo modo, tanto da restituircelo con una freschezza senza pari.
Va anche detto che, persino per chi fa il liceo classico, i testi dell'Iliade e dell' Odissea sono approfonditi molto di più (almeno questa è la stata la mia esperienza) dell'Eneide, nonostante essa si proponga di svelare i miti leggendari della nascita di Roma e di una civiltà che ci è molto più vicina.
L'autrice riscrive/modella la narrazione virgiliana dal punto di vista di Lavinia, figlia del re Latino e futura seconda moglie di Enea.
Se in Virgilio la penna è di un poeta maschile, e maschi sono tutti gli eroi, qui l'arrivo dei Troiani, stranieri giunti dal mare, nella frammentata zona del centro-Italia (Lazio/Toscana) dove poi sorgerà l'Urbe più famosa del mondo, viene presagito e narrato con un occhio più attento alla compagine femminile dei locali: Lavinia stessa, la madre Amata, serve e nutrici, l'amica Silvia.
Essendo l'unica figlia ed erede del re, Lavinia è cresciuta imparando le tradizioni religiose e della corte, sa da sempre che dovrà sposarsi in nome della ragione politica e, tuttavia, pretende di scegliere da sola, dopo aver soppesato rischi e benefici per la propria gente: quando è sul punto di sposare Turno o un altro re confinante, viene portata a cambiare idea, sia attraverso i segni inviati dagli dei sia dopo l'incontro con un uomo venuto dal futuro, una visione onirica relativa proprio a Virgilio.
L'intera trama, del resto, è ispirata ai temi cari del poeta dell'età augustea: l'unione predestinata tra gli eroi classici e gli antenati romani, la ricerca della pace e dell'armonia tra i popoli italici, l'idea che sarà Roma, per stessa decisione divina, a fare da collante contro le faide tribali per compiere un fato glorioso, e che la linea di sangue passerà da Enea a Rea Silvia e quindi alla gens Iulia.
Bella anche la parte della vedovanza di Lavinia, quando la ormai regina Lavinia, senza perdere la propria indole fiera, deve difendere il proprio potere, contrastando i pregiudizi e la gelosia di Ascanio, figlio di Enea.
Una narrazione densa, scritta con uno stile particolare, consigliata soprattutto a lettori già provvisti di una base umanistica.
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