Review Party per "SOLE NERO" di Rebecca Roanhorse

 

NELLA CITTÀ SACRA DI TOVA, il solstizio d’inverno è un momento di celebrazioni e rinnovamento, ma quest’anno coincide con un’eclissi di sole, un evento astronomico raro che i Sacerdoti del Sole vedono come una rottura dell’equilibrio globale.
Nel frattempo, una nave proveniente da una città lontana sta per arrivare a Tova proprio per il solstizio. La sua capitana, Xiala, una Teek caduta in disgrazia, ha il dono di un Canto in grado di placare le acque e sconvolgere le menti; trasporta un passeggero, Serapio, un giovane cieco, sfregiato, totalmente innocuo. Ma Xiala sa fin troppo bene che, di solito, quando un uomo è definito “innocuo”, finisce per diventare il malvagio della storia.
Animata da una serie di personaggi indimenticabili, l’avventura narrata da Rebecca Roanhorse esplora temi come la decadenza del potere, il peso della storia, la lotta degli individui contro le convenzioni sociali e le ferite del loro passato.

Rebecca Roanhorse
Sole Nero
Serie: Between Earth and Sky Series #1
Editore: Mondadori
 * ringrazio la CE per la copia e Franci (Coffee&Books) per l'evento
588 pagine
Uscita: 16 maggio 2023
PREMI: Hugo Award Nominee for Best Novel (2021), Nebula Award Nominee for Best Novel (2020), Locus Award Nominee for Best Fantasy Novel (2021), ALA Alex Award (2021), Goodreads Choice Award Nominee for Fantasy (2020), Ignyte Award for Best Adult Novel (2021), RUSA CODES Reading List Nominee for Fantasy (2021)





«Gli uomini sono come vongole» le aveva detto una volta sua madre. 
«Lascia che si aprano da soli, e ti regaleranno una perla.»


Ho iniziato questa lettura "al buio", tant'è che ero convinta che fosse fantascienza (forse la cover, peraltro molto suggestiva, mi aveva messo fuori strada...), ma si è rivelato comunque un primo romanzo (è una trilogia) abbastanza interessante.

Si tratta di un fantasy epico-politico pluripremiato che si ispira a tradizioni diverse da quelle occidentali a cui siamo abituati (dall'inserimento delle figure religiose delle cornacchie e del Re Sole dei Maya dello Yucatan, sino alle antiche tecniche di navigazione dei popoli polinesiani).
La stessa cittadella di Tova, con i suoi quartieri abbarbicati sulle pendici montane, con templi altissimi e con i collegamenti dati da sentieri ripidi e passerelle sospese sopra lo strapiombo, ricorda gli insediamenti urbani Maya (io continuavo a visualizzare Tikal, ad esempio).

Se l'ambientazione originale è un aspetto positivo, un altro è rappresentato dalla caratterizzazione di almeno due personaggi (Serapio e Xiala, il figlio del Sole e la figlia del Mare) a cui ci si affeziona fin da subito.
Entrambi, a loro modo, sono creature diverse, che suscitano timore e odio nel prossimo. 
Serapio, figlio dell'unione di due popoli, viene consacrato dalla madre a far realizzare una profezia divina, e perciò sacrificato (in un certo senso) per sviluppare particolari poteri. La crescita di questo bimbo nell'ombra e nella solitudine, con solo l'affetto e la protezione dei corvi, regala pagine di grande intensità, per cui quasi non si riesce a vedere l'alone sinistro che si diffonde su di lui.
Xiala, a sua volta, è guardata con sospetto per le sue origini e la sessualità fluida, ma, al di là della scorza ruvida e ostinata, ci lascia scoprire momenti di tenerezza e coraggio.

Di contro, il romanzo poggia principalmente sull'incrocio di due filoni narrativi, ovvero tra quello collegato alle vicende di Tova (con le lotte intestine in seno alla casta sacerdotale e tra le famiglie dominanti della città) e quello che ci racconta le peripezie della nave che deve arrivare in città, ma ho notato una certa disomogeneità di resa.
Mentre il filone della nave è pieno di tensione e vivacità, quello più "cittadino", è statico, talora noiosetto o comunque sviluppato in modo confuso. 
Confesso che non vedevo l'ora di terminare i capitoli (spesso a mio avviso ripetitivi) con il clero per tornare a scoprire le peripezie di Xiala e Serapio.

Nel complesso, il romanzo introduce pian piano nella storia, ma riesce a a coinvolgere e incuriosire.
Va detto che il finale lascia praticamente tutte le vicende incompiute, per cui obbliga, di fatto, ad attendere il seguito. Avrei voluto, dopo quasi seicento pagine, qualcosa di più sostanzioso.

Amarilli




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