Pensieri su "L'ufficio degli affari occulti" di Éric Fouassier

 

Un bambino corre, a piedi nudi, nella notte. Corre senza meta nelle viuzze buie e strette della Parigi cenciosa che festeggia l’ascesa al trono di Luigi Filippo. Il suo cuore è un tamburo impazzito. La mente, occupata da un solo pensiero: sfuggire agli artigli del Vicario, che è lì da qualche parte, nell’oscurità, pronto a dargli la caccia tutta la notte. In un vicoletto, il bambino scorge un coccio di bottiglia tra le immondizie. Lo afferra per tagliare il tendone più vicino. Un taglio discreto, giusto per entrare. Una volta dentro, lo accolgono visi da incubo, emersi dal nulla, in un terrificante labirinto di specchi da cui è impossibile uscire…
Dall’altra parte della città, in uno dei quartieri ricchi della capitale, nella residenza di Charles-Marie Dauvergne, deputato alla Camera di fresca nomina, si festeggia il fidanzamento di Lucien Dauvergne con la figlia di un industriale normanno. Lucien è un giovane frivolo, un dandy elegante e bohémien. Nel corso della serata, sale al piano superiore della casa e scompare letteralmente dalla festa. Temendo un capriccio del suo incorreggibile rampollo, Madame Dauvergne si avventura anche lei al primo piano, e vede il figlio inginocchiato dinanzi a un grande specchio di Venezia con la cornice dorata. Il giovane si alza, abbozza un saluto, poi avanza con passo risoluto verso la finestra e si getta serenamente nel vuoto.
L’inchiesta su una tragica, illogica morte del figlio di un personaggio illustre suscita sempre non pochi timori nelle alte sfere del potere. Alla Süreté viene perciò convocato e istruito in tutta fretta Valentin Verne, giovane ispettore della Buon costume, il servizio di protezione della morale. A Valentin, che sotto la sua apparenza eterea cela una durezza, una determinazione tagliente quanto il filo di una lama, non resta che accettare il nuovo incarico, anche se comporta, per il momento, la rinuncia a venire in aiuto di Damien, un orfano indifeso caduto nelle grinfie del mostro che si fa chiamare il Vicario.
Accolto in Francia da uno straordinario successo di critica e di pubblico, L’ufficio degli affari occulti è un romanzo irresistibile in cui i generi si uniscono in un intrico fatto di esoterismo e scienza, di misteri e codici da decifrare insieme al protagonista delle sue pagine: Valentin Verne, responsabile dell’Ufficio degli affari occulti della Süreté di Parigi.

L'ufficio degli affari occulti
Autore: Éric Fouassier
Serie: Le Bureau des affaires occultes #1
Editore: Neri Pozza
Pagine 349
22 novembre 2022



Era gradevole avventurarsi nella campagna ricca di odori. 
I suoi passi facevano frusciare il tappeto di foglie morte, e Valentin ritrovò le piacevoli sensazioni della sua infanzia, trascorsa ad attraversare i boschi. L'autunno era di gran lunga la sua stagione preferita, poiché unendo bellezza e fragilità si accordava così bene agli anfratti della sua anima tormentata.


Questo giallo storico, primo di una serie, arrivava accompagnato da un forte successo d'oltralpe, per cui, siccome l'anno scorso con i romanzi francesi non ho avuto particolare fortuna, stavo all'erta.
Invece devo ammettere che mi ha piacevolmente intrattenuta per varie sere, lasciandomi la voglia e la curiosità di proseguire con le avventure dell'ispettore Verne.

Ma andiamo con ordine sugli aspetti positivi.

L'ambientazione storica è curata e calibrata al dettaglio. Ho sempre detto che se in un romanzo storico si riconosce l'epoca solo perchè l'autore lo dice espressamente all'inizio, qualcosa non va. Ma Fouassier è molto bravo, ricostruisce una Parigi perfetta (appena dopo la rivoluzione del luglio 1830, con la caduta di Carlo X e l'ascesa di Luigi Filippo come monarca costituzionale), sia come topografia che come clima. E arricchisce la parte di fantasia con personaggi storici, quali letterati, medici o giornalisti, realmente esistiti.

Lo stile ha, a mio parere, il ritmo giusto. So che alcuni lo hanno trovato prolisso e fin troppo dettagliato, ma è questione di ambientarsi nei primi capitoli. Nei gialli storici è il minimo, direi: una volta inseriti sulla scia di Valentine, si procede spediti nell'indagine.

E, infine, i personaggi. Valentin non è per nulla scontato. Certo, ha conoscenze scientifiche (ovviamente, corrispondenti all'epoca), ha intuito, è scostante e riservato, ma ha delle motivazioni forti per essere ciò che è.
Non è un eroe e non ha poteri particolari contro la sua nemesi, il Vicario, ma è molto umano, timido, tanto astuto nel decifrare gli eventi quanto impacciato e contorto nella sua parte umana. Interessanti anche i suoi insperati aiutanti (non aggiungo di più, per non rovinare le sorprese).

Un volume introduttivo interessante e ben congegnato e una nuova creatura investigativa da tenere d'occhio.


Amarilli

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